WALL STREET: il mercato regge e la correzione diventa lateralizzazione

Scritto il alle 15:45 da Lukas

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Non cambia l’atteggiamento degli operatori, ma questa volta sembra chiaro che la correzione si tramuti in una lateralizzazione. Analisi del COT Report del CFTC. [Guest post]

Cari amici, nell’ottava appena trascorsa, nonostante dati non proprio esaltanti provenienti dall’economia reale, che riconfermano la prospettiva di una crescita ancora molto moderata sia per gli USA che per l’intera economia mondiale, sui mercati finanziari internazionali sono continuate ad aleggiare ipotesi e suggestioni circa un’imminente restrizione della politica monetaria ad opera della FED .

La possibilità di un nuovo rialzo dei tassi d’interesse Usa, già a settembre, ha alimentato movimenti molto contraddittori sull’intero scenario intermarket. Assistiamo, in particolare, ad una rinnovata prova di forza del dollar index, che si apprezza di un’ulteriore 0,3 %. Apprezzamento che consente all’importante rapporto di cambio USDYEN di risalire sino a quota 104. A mio avviso, è proprio l’intento di riequilibrare questo ed altri rapporti di cambio che alimenta le voci di un imminente rialzo dei tassi Usa, altrimenti del tutto ingiustificate ed inopportune. Inopportunità testimoniata dalla persistente debolezza delle quotazioni delle commodities che nell’ultima settimana sono stornate di un ulteriore 2 % in termini reali. Negli ultimi due mesi lo storno è pari a circa il 7 % e ciò ci conferma che l’attuale ciclo economico è tutt’altro che in una fase brillante. Le congetture circa gli sviluppi della politica monetaria Usa producono, stranamente, effetti più limitati sul mercato obbligazionario. I rendimenti sui bonds decennali Usa arretrano, infatti, di 2 bps, e tornano a quota 1,60 %. Più marcata, ossia pari a 4 bps, la riduzione che si osserva sulla parte a breve della curva dei rendimenti Usa. Di conseguenza l’inclinazione della Yield Curve risulta ancora di entità apprezzabile, e si allontanano le ipotesi di un nuova imminente recessione dell’economia Usa. I mercati azionari Usa, infine, non sembrano essere intimoriti dall’ipotesi di un rialzo dei tassi. D’altronde all’attuale livello del dividend yield, pari al 2,05 %, ci vorrebbero ben 2 aumenti dello 0,25 % per rendere i bond più appetibili dell’azionario Usa. Per tale motivo il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, non arresta la sua corsa, guadagna lo 0,5 % e si mantiene ancora in prossimità dei suoi massimi storici.

Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 88.758

Large Traders : + 96.924

Small Traders : – 8.166

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Si riconferma, ed anzi si rafforza ulteriormente, la configurazione del mercato dei derivati azionari Usa in auge ormai da oltre 4 mesi. Nell’ultima settimana si sono, peraltro, registrate movimentazioni ingenti pari a ben 18.192 contratti. In particolare, i Commercial Traders, cedono l’intero lotto dei 18.192 contratti long, ed accrescono pesantemente la loro già ingente posizione di copertura Net Short. I Large Traders, invece, continuano a far incetta di contratti long, acquistano infatti altri 17.962 contratti long, e portano la loro posizione Net Long ai livelli massimi degli ultimi sei anni. Gli Small Traders, infine, sembrano quasi disinteressarsi di quanto accade loro intorno, acquistano infatti solo i residui 230 contratti long, e mantengono sostanzialmente invariata l’entità della loro attuale ed insolita posizione Net Short. Le movimentazioni di quest’ultima ottava confermano, pertanto, l’orientamento recente delle diverse categorie di operatori.

Orientamento che si sta dimostrando meno impervio delle nostre iniziali supposizioni. Infatti non vi è finora stata alcuna apprezzabile correzione, ma solo una stasi delle quotazioni azionarie Usa. Nelle ultime 6 settimane il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, ha registrato solo un impercettibile saldo positivo, pari allo 0,23 %. Poiché neanche le voci su un possibile ed imminente nuovo rialzo dei tassi Usa hanno sinora minato l’assetto e la struttura del mercato azionario Usa, ritengo molto probabile che la situazione di stallo in corso possa protrarsi anche per le prossime ottave, sino alla decisione ufficiale della FED.

Futuro che si prospetta, quindi, ancora molto incerto, che cercherò, comunque, di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo sfruttamento e sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi e nelle ricerche dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Dopo quest’ultima settimana, il mio portafoglio, “ Azioni Italia – LTM “, registra una perdita annua pari al 3,43 %. Performance ancora negativa, influenzata dalle particolari difficoltà vissute dal listino italiano, che registra, a sua volta, una perdita annua, misurata dal Ftse All Share, pari al 18,96 %. Conseguita, pertanto, in un contesto di mercato molto avverso, una sovra-performance del 15,53 % che ci fornisce altre conferme sulla bontà delle indicazioni operative derivanti dalle ricerche dei due noti professori Usa. In perfetta coerenza con la mia view di medio termine, questa settimana confermo il posizionamento del mio portafoglio, costituito dall’ 80 % di posizioni long e dal 20 % di posizioni short, ossia da una posizione Net long limitata al 60 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.

Lukas

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