WALL STREET: il COT REPORT lancia un alert
In modo progressivo,stiamo vedendo un deterioramento del quadro del report prodotto dal CFTC di Chicago. La fase distributiva potrebbe però proseguire ancora un po’, ma sembra evidente che gli stessi operatori stanno progressivamente correndo ai ripari. Analisi COT Report del CFTC [Guest post]
Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i mercati finanziari internazionali hanno sostanzialmente confermato gli incerti andamenti delle precedenti ottave, e dei primi mesi dell’anno. In molti si chiedono come mai, di fronte ad utili record, le quotazioni delle imprese Usa non crescono, e l’S&P 500 registri da inizio d’anno un saldo negativo, seppur lieve, dello 0,38 %. Com’è ben noto, i mercati sono abituati a guardare in avanti, gli utili aziendali di oggi sono, in realtà, già stati scontati, quasi per intero, nei mesi finali dello scorso anno.
Oggi, invece, i mercati cosa vedono e cosa scontano ? Vedono, credo, che questo lunghissimo ed anomalo ciclo economico espansivo và lentamente, ma abbastanza inesorabilmente, verso il suo epilogo. I segnali in tal senso sono già molti, ed evidenti da tempo, ma in tanti preferiscono ignorarli o far finta di non vederli.
Personalmente già da alcuni mesi, in coerenza, ho assunto un atteggiamento operativo alquanto cauto e prudente. Non bisogna esser avidi. Sarebbe, infatti, davvero sciocco dilapidare, magari in poche settimane, una gran parte dei lauti guadagni conseguiti negli scorsi anni.
Quali sono gli evidenti segnali che fanno presagire nei prossimi 6-12 mesi la fine del ciclo ? Lo scenario intermarket ci dà, credo, molte indicazioni. In particolare, il dollaro Usa, dopo quasi un anno di down-trend, ha nettamente invertito il suo andamento. Nelle ultime 6 settimane, si è infatti rivalutato del 3,50 %, con benefici effetti sia sull’euro che sullo yen. Alla rivalutazione del dollaro, si associa, peraltro, una consistente rivalutazione delle commodities, cresciute in termini reali del 6,8 % solo nell’ultimo mese. In particolare, eranoanni che non vedevamo le quotazioni del petrolio intorno ai 70 $ al barile. E statene certi, le conseguenze si faranno presto sentire. Anzi, alcune avvisaglie si cominciano già a manifestare. Il mercato obbligazionario, non a caso, registra già da alcuni mesi parecchie tensioni. I rendimenti dei bond decennali Usa, sono infatti risaliti sin quota 2,95 %. Ancora maggiore l’ascesa dei tassi a più breve scadenza.
I bond a due anni, esprimono oggi rendimenti pari al 2,51 %. La yield curve si è pertanto molto appiattita, e ciò lascia intravvedere e presagire che questo lungo ciclo economico và lentamente, ma inesorabilmente, verso il suo epilogo. E gli investitori, che guardano sempre in avanti, si comportano di conseguenza. Non a caso, i mercati azionari, da alcuni mesi lateralizzano in maniera scomposta, ed appaiono alquanto nervosi. In particolare il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, quota oggi 2.663,42 punti, ossia lo 0,38 % in meno dei valori registrati a fine 2017, nonostante la sequela di utili record da parte delle aziende Usa.
Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 162.524
Large Traders : + 89.978
Small Traders : + 72.546
Anche il mercato dei derivati azionari Usa dà supporto alla nostra prudente vision. Si conferma, e si consolida, infatti, la configurazione, storicamente volatile ed incerta, del mercato dei derivati azionari Usa, in auge ormai da ben 5 mesi. In quest’ultima ottava, registriamo variazioni esigue, ma pur sempre significative, nelle posizioni dei diversi operatori, pari a 6.544 contratti. In particolare, i potenti Commercial Traders, cedono l’intero lotto dei 6,544 contratti long ed incrementano la loro abituale posizione di copertura, Net Short, ai livelli massimi degli ultimi anni. Per contro, i Large Traders acquistano altri 6.298 contratti long, ed estremizzano ulteriormente la loro naturale posizione trend-following, Net Long. Gli Small Traders, infine, acquistano solo i residui 246 contratti long, ma portano la loro posizione Net Long ai livelli massimi degli ultimi anni, sopra le settantamila unità.
Le movimentazioni di quest’ultima settimana, anche se esigue, estremizzano ulteriormente le posizioni dei diversi operatori del mercato dei derivati azionari Usa. Ciò non è un bel segnale. In particolare, ci si chiede, perché le “ Mani Forti “ hanno incrementato progressivamente, a livelli ormai record, la loro posizione Net Short ? Cosa intravvedono all’orizzonte ? Altro segnale, alquanto preoccupante, è il livello record della posizione rialzista degli Small Traders, operatori notoriamente contrarian, che spesso si trovano sul lato sbagliato del mercato. Interrogativi e considerazioni che non vogliono prefigurare un imminente crash del mercato, ma che ci inducono ad assumere un atteggiamento operativo cauto e prudente. A dire il vero, ritengo più probabile che, nelle prossime settimane, il mercato prosegua nell’improduttiva fase di lateralizzazione in corso già da alcuni mesi. Lateralizzazione distributiva e non accumulativa, trovandoci, come sopra ricordato, alla fine e non all’inizio del ciclo economico. Speriamo solo che tale fase non si prolunghi all’infinito, altrimenti le nostre performance né saranno sicuramente penalizzate.
Futuro prossimo che si prospetta, quindi, ancora incerto per i mercati azionari, che cercherò, comunque, di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo sfruttamento e sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi e nelle ricerche dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. In questo alquanto movimentato inizio d’anno, il mio portafoglio, denominato “ Azioni Italia – LTM “, registra una perdita del 2,22 %, ascrivibile, in gran parte, all’anomala divergenza positiva registrata dalla borsa italiana, che registra un inatteso ed inaspettato + 10,21 %. Conseguita pertanto una sotto-performance del 12,43 %, che non fà, comunque, venir meno la fiducia nel mio trading system, che negli ultimi 5 anni ha conseguito una sovra-performance media annua pari al 16 %.
Ciò detto, in coerenza con quanto sopra esposto, questa settimana confermo l’assetto del mio portafoglio, costituito dal 62,5 % di posizioni long e dal 37,5 % di posizioni short, ossia da una posizione Net Long, molto prudente e circoscritta, pari al solo 25 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente il mio sito.
Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.
Lukas