WALL STREET: segnali di tregua dal COT REPORT

Scritto il alle 14:49 da Lukas

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Anche se in molti temono che sia in arrivo un nuovo 2008, sia i fondamentali ma anche il CFTC ci illustra uno scenario più sereno. Analisi del COT Report del CFTC. [Guest post]

Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i mercati finanziari internazionali, nonostante la presenza di un sentiment ancora particolarmente negativo, hanno evidenziato la volontà di ricercare, dopo settimane di altissima volatilità, una stabilizzazione dei loro corsi. L’incertezza rimane comunque ancora molto elevata, ma gli incoraggianti segnali di quest’ultima ottava, assieme ad altre considerazioni, m’inducono a ritenere che anche quest’ultima crisi non sfocerà, come invece, molti credono, in una riedizione del crack già vissuto nel 2008.

Infatti, anche se ci si sforza in tutti i modi di ricercare delle somiglianze soprattutto grafiche con l’inizio dell’ultima devastante crisi, rilevo che le condizioni economiche di fondo sono ben diverse rispetto a quelle allora presenti. Molti, in particolare, prevedono un nuovo tracollo delle quotazioni dei mercati azionari. Ma perché ciò dovrebbe accadere ?. Sappiamo, infatti, che le quotazioni di ogni titolo azionario sono indissolubilmente legate agli utili di ogni singola società. Quindi un eventuale crollo delle quotazioni implica necessariamente un crollo dei loro utili. Ma nell’attuale situazione macroeconomica un crollo degli utili non potrà esserci. Gli utili aziendali infatti sono dati dalla differenza tra ricavi e costi. Orbene se è vero che i ricavi non lievitano stante l’attuale basso tasso di crescita dell’economia, i costi delle imprese, per contro, godono invece da anni di condizioni particolarmente favorevoli. I tre principali fattori della produzione, materie prime capitale e lavoro, registrano infatti i più bassi prezzi dell’ultimo mezzo secolo. Pertanto i mancati ricavi derivanti dalla stagnazione della domanda globale, sono più che compensati, a livello di bilancio di ogni singola azienda, dai risparmi che si conseguono nell’acquisto dei fattori produttivi. In realtà tutti i precedenti crolli delle quotazioni azionarie sono avvenuti in condizioni macroeconomiche diametralmente opposte a quelle attuali. Il deragliamento dei mercati avviene infatti ogni qualvolta si registra una lievitazione del costo dei principali fattori produttivi. Ma oggi con il petrolio a 30 dollari al barile, con il costo di finanziamento del capitale ai suoi minimi storici, con un costo del lavoro compresso per l’elevato livello di disoccupazione, i bilanci delle imprese sono ben solidi e non temono affatto un crollo dei loro utili. L’elevata volatilità degli ultimi sei mesi, quindi, non è, a mio avviso, ascrivibile, ad un deterioramento delle condizioni macroeconomiche, che rimangono invece ancora particolarmente favorevoli, bensì ad un sentiment molto negativo alimentato soprattutto dalla manifesta incapacità politica di governare a livello globale questo difficile periodo di trapasso dell’economia globale, che ci condurrà inevitabilmente ad un nuovo equilibrio e ad un diverso assetto del potere a livello mondiale. Il contrasto tra economia e sentiment, testè descritto, è peraltro plasticamente visibile sul seguente grafico weekly del nostro benchmark azionario mondiale, L’S&P 500, che dopo una lunga corsa al rialzo, da ormai quasi due anni lateralizza in un range di 260 punti, ricompreso tra 1870 e 2130 punti ed avente come baricentro quota 2000 punti. Lateralizzazione, che probabilmente durerà ancora per mesi, e che renderà arduo il compito della maggioranza dei gestori e dei traders.

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Ciò doverosamente premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : + 54.534

Large Traders : – 39.376

Small Traders : – 15.158

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Pertanto, anche in quest’ultima ottava, si riconferma, ed anzi si rafforza, la configurazione del mercato dei derivati azionari Usa, che testimonia del sentiment particolarmente negativo oggi presente sui mercati. In quest’ultima settimana le movimentazioni sono state infatti ancora ingenti e pari a ben 18.210 contratti. In particolare, i Large Traders, che agiscono secondo strategie trend following, confermano coerentemente la loro view negativa, cedono ulteriori 8.750 contratti long e consolidano la loro già pingue posizione Net short.

Ma le paure maggiori le esprimono gli Small Traders, che cedono altri 9.460 contratti long, portando la loro anomala posizione Net Short ai livelli più elevati degli ultimi 6 anni. Per contro, i Commercial Traders, fanno nuovamente incetta dell’intero lotto di 18.210 contratti long, e portano la loro attuale posizione Net Long sui livelli più elevati degli ultimi anni. Le movimentazioni di quest’ultima settimana, che confermano e rafforzano il sentiment particolarmente negativo già presente sui mercati, interpretate correttamente in senso contrarian, suffragano ulteriormente la nostra view non catastrofista. Rammento infatti che, cosi come già evidenziato a livello macroeconomico, i bear market dei mercati azionari sono preannunciati da una configurazione diametralmente opposta a quella attuale, nella quale, gli Small Traders hanno da soli una marcata posizione Net Long ed esprimono una esuberanza del tutto immotivata ed irrazionale.

Momento, quindi, ancora molto incerto e di difficile lettura, che cercherò, comunque, di tradare con il mio ormai noto ed originale trading system, fondato sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Dopo quest’ultima settimana, il mio portafoglio, denominato “ Azioni Italia – LTM “, registra una perdita annua pari al 5,85 %. Perdita di gran lunga inferiore a quella registrata dal nostro benchmark di riferimento, costituito dal Ftse All Share, pari nel contempo al – 17,8 %. Una sovra-performance dell’ 11,95 %, che ci dà ulteriore conferma della bontà dell’approccio utilizzato, nonché dell’importanza delle ricerche, anche ai fini operativi, dei due noti professori Usa. Coerentemente con la mia view generale, non catastrofistica, confermo, per il 100 % del mio portafoglio, la mia esposizione long sull’equity italiano, che ritengo peraltro particolarmente penalizzato dallo storno subito negli ultimi due mesi.

Chi desidera approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se lo vuole, direttamente il mio sito. Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.

Lukas

Questo post non è da considerare come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto.
Informati presso il tuo consulente di fiducia. Se non ce l’hai o se non ti fidi più di lui,contattami via email (intermarketandmore@gmail.com).
NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)

20 commenti Commenta
lorepi
Scritto il 29 Febbraio 2016 at 21:44

Ciao Lukas, giusto un chiarimento: ma te fai il Commercialista a Cosenza?

Lukas
Scritto il 1 Marzo 2016 at 08:25

lorepi,

Lo so che ti piacerebbe essere un mio cliente……chissa’ …..mai dire mai !!! Ora però devo andare, si preannuncia una pessima giornata…..sia di lavoro…..che climatica,
Ciao, buona giornata anche a Te.

warrenbuffett
Scritto il 1 Marzo 2016 at 10:59

lorepi,
Come vedi la chiusura mensile di SP500?
Ancora tanta incertezza…

Scritto il 1 Marzo 2016 at 12:47

Ribadisco… occhio ai prox Giorni…
Compilation di BCE, BOJ e FED…..

warrenbuffett
Scritto il 1 Marzo 2016 at 12:57

Si sale X ora tranquilli giusto?
Letto tuo post… Per ora Vix suggerisce distensione… Poi?

lorepi
Scritto il 1 Marzo 2016 at 13:17

Lukas,

Cliente no; però ho trovato interessanti alcuni aspetti.

lorepi
Scritto il 1 Marzo 2016 at 13:19

warrenbuffett@finanza,

Niente è cambiato dalla scorsa settimana.

paolo41
Scritto il 1 Marzo 2016 at 13:54

d’accordo su costi e margini in miglioramento a volumi costanti. Ma se cala la domanda????

Lukas
Scritto il 1 Marzo 2016 at 15:21

lorepi,
Interessanti forse le mie riflessioni sull’ attuale struttura costi-ricavi delle imprese ? Beh per te che sei un imprenditore di successo non dovrebbe certo essere una novità……..Quando mai prima hai potuto finanziare i tuoi investimenti a tassi cosi bassi ? Quando mai prima i costi per l’acquisto delle materie prime è stato cosi basso ?……per non parlare del costo della manodopera.

paolo41,
Se cala la domanda ?…..a dire il vero la domanda è già calata un casino……soprattutto in Europa, che a livello aggregato, rimane ancora l’area più importante del mondo……e che registra ancora tassi d’inflazione addirittura negativi.
Comunque ritornando ai riflessi sulle quotazioni azionarie ribadisco, non una mia opinione che avrebbe scarso valore, ma il fatto incontrovertibile che i maggiori crolli della storia sono avvenuti a seguito di una grossa pressione rialzista dal lato dei costi e mai per una debolezza della domanda e quindi dei ricavi delle imprese.
Egoisticamente, come investitori, bisogna augurarsi che tale situazione perseveri……Ma purtroppo non sarà così……se le materie prime risalgono…..si tireranno dietro anche il rialzo dei tassi…..e per un ultimo quello della manodopera……….disastrando di conseguenza i bilanci delle imprese…….ed a quel punto potremo dire by by al bengodi dell’azionario…. e di cui abbiamo goduto negli ultimi anni.

misticluke
Scritto il 1 Marzo 2016 at 16:31

forse le materie prime hanno toccato il fondo, ma che nei prossimi 2/3 anni possano apprezzarsi tanto da portare l’inflazione ad un livello tale da giustificare significativi rialzi dei tassi…mi sembra un po’ difficile. C’è un eccesso di offerta in un contesto di domanda stagnante/in riduzione tanto nei Paesi Sviluppati che in quelli in via di sviluppo…
Lukas,

lorepi
Scritto il 1 Marzo 2016 at 20:34

Lukas,

E’ vero: il debito oggi è un grande alleato. Bisognerebbe farlo capire alle persone che lo usano per comprarsi la casa di proprietà o la macchina o l’ abbonamento in palestra. Lo usassero per comprare case, uffici, negozi da mettere a reddito.
Imparerebbero a far pagare il proprio debito agli altri (gli inquilini). E con rischio praticamente zero.

lorepi
Scritto il 1 Marzo 2016 at 20:43

Lukas,

PS…
warrenbuffett@finanza,
Obiettivo area 2080 messa nel mirino.

omnia_funds
Scritto il 1 Marzo 2016 at 22:54

Così come anticipato le “mani forti” stanno sostenendo il mercato da 1.812 lc. …ora dopo la conferma dei 1.950 si dovrebbe proseguire verso la chiusura del gap in area 2.000 lc. Poi vedremo cosa ci riserverà lo spoore. …. nel mirino potrebbe esserci anche 2.080…..scadenza marzo!!! Non nego che ,contrariamente a quanto si pensa , lo spoore possa attaccare i massimi e magari superarli….ma questa è un altra puntata della saga….secondo le “mani forti”….. Saluti loro Signori.

warrenbuffett
Scritto il 1 Marzo 2016 at 22:55

lorepi,

Se non chiedo troppo.. Sul Nasdaq 100? Target?
4431?

warrenbuffett
Scritto il 1 Marzo 2016 at 22:57

0ppure 4680?

lorepi
Scritto il 1 Marzo 2016 at 23:11

warrenbuffett@finanza,
Non amo il Nasdaq, lo ritengo piuttosto inutile al pari del DJ. Quindi non mi pronuncio. Ti posso dire che sono moooolto all’ erta per quel famoso short epocale su Sp500 quando arriverà a 2080. Se sarà reverse (e immagino con una berish engulfing settimaanale) sarà l’ ultima occasione per cavalcare il ribasso fin dall’ inizio. Altrimenti, se verrà negato l’ enorme testa e spalle ribassista, si tornerà sui massimi e oltre con buona pace di Lukas. Andranno chiusi tutti gli short e bisognerà rientrare long.

pdf79
Scritto il 1 Marzo 2016 at 23:15

lo­re­pi,
ah che coltellata al cuore la frase”Lo usassero per comprare case, uffici, negozi da mettere a reddito”, in italia e chi li butta fuori se non ti pagano l’affitto?
Per esperienza personale gli unici affitti che funzionano sono quelli in posti turistici, con “gentili” turisti stranieri che pagano, arrivano si godono il panorama e dopo un po tornano a casina bella.Capannoni, uffici solo per uso “proprio” aziendale se no meglio darsi una martellata nelle palle fa meno male sempre per esperienza personale.

lorepi
Scritto il 2 Marzo 2016 at 09:34

pdf79@finanza,

Immagino parli per esperienza…giusto? Se prima affittavo un ufficio di 90 mq ad un singolo professionista che mi dava 1000€ mese oggi lo stesso ufficio lo affitto a 4/5 professionisti a 1100€ mese mettendoli in solido su contratto. Morale della favola? Il Professionista oggi può al massimo permettersi una stanza….io guadagno di più di 10 anni fa e sono più garantito. Per gli appartamenti, mai sentito parlare di garante, fideiussioni o affitto garantito (sul modello RLI dell’ Ag. delle entrate per la registrazione hanno pure dedicato una parte a questa categoria…pensa un pò te)? Penso di no altrimenti non daresti certe risposte.

lorepi
Scritto il 2 Marzo 2016 at 09:37

lorepi,

Per quanto riguarda gli affitti turistici certo che sono convenienti oggi (direi un 30% di guadagno in più); ma per esperienza ti dico che gli appartamenti arredati sono una bega e poi devi farti supportare da un’ agenzia specializzata almeno non abbia voglia di gestirla in proprio (io a Natale, l’ Estate e feste comandate preferisco andarmene in vacanza piuttosto che fare l’ HOST!).

pdf79
Scritto il 2 Marzo 2016 at 10:13

lo­re­pi,
Le garanzie sono come la vasellina, per il resto era un indicazione su chi volesse comprare immobili, poi una scelga cosa vuole e come gestirlo, non è qui il luogo di discutere di questo.
Le località turistiche o centri storici paghi il piacere di stare li, un capannone vale l’altro.
Non prendere sempre tutto come una critica, ho replicato perché gli immobili (uffici, negozi, capannoni)che non “uso personalmente” sono una mia spina nel fianco.

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