WALL STREET: rischiamo un inizio 2015 col botto?

Scritto il alle 14:50 da Lukas

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GUEST POST – Malgrado il rimbalzo dei listini, forte come non mai, è evidente il deterioramento del quadro del COT report.  Analisi dei dati del CFTC secondo la personale visione di Lukas.

Cari amici, anche nella settimana appena trascorsa, il crollo recente delle quotazioni del petrolio, con i conseguenti ed inevitabili sommovimenti geopolitici che rischia di produrre, ha ulteriormente alimentato l’incertezza e l’erraticità dei mercati finanziari internazionali.

Lo scenario intermarket ha infatti registrato, uno nuovo apprezzamento delle quotazioni del dollar index dell’1,4 %, con conseguente deprezzamento del rapporto di cambio EURUSD, ritornato in prossimità di quota 1,22, nonchè del rapporto YENUSD deprezzatosi anch’esso pesantemente nel corso dell’intero anno, favorendo il ben noto fenomeno del carry-trade. Forza del dollaro Usa, che per i paesi produttori di materie prime, ha parzialmente compensato il calo, in termini nominali, delle quotazioni delle commodities, proseguito peraltro anche in questa ottava con uno storno ulteriore dell’1,9 %. La persistente pressione deflazionista proveniente del mercato delle commodities, questa settimana, non ha trovato però riscontro nel mercato obbligazionario. Il bond decennale Usa segna, infatti, un tasso del 2,16 %, ossia 8 bps in più della scorsa settimana. Il bund tedesco, invece, registra un nuovo minimo storico dei suoi rendimenti, a quota dello 0,60 %, in calo però di soli 2 bps rispetto alla scorsa settimana. I mercati azionari, rassicurati ancora una volta dalle parole della Yellen, hanno invece recuperato interamente il consistente storno della scorsa ottava. Il nostro benchmark di riferimento, l’S&P 500, ha registrato infatti uno rimbalzo settimanale del 3,4 %, e si è nuovamente riportato in prossimità dei suoi massimi storici.

Dopo tale premessa, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 95.905

Large Traders : + 56.614

Small Traders : + 39.291

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In quest’ultima settimana, si consolida pertanto definitivamente la configurazione generale del mercato dei derivati azionari Usa affermatasi negli ultimi 2 mesi. In quest’ultima ottava le movimentazioni dei diversi operatori risultano infatti ingenti e pari a ben 34.054 contratti. In particolare, registriamo il definitivo disimpegno dei Commercial Traders, che cedono l’intero lotto dei 34.054 long agli altri operatori, assumendo una decisa ed ingente posizione di copertura Net Short. I Large Traders, invece, rompono ogni indugio, ed acquistano ben 23.779 contratti long, consolidando significativamente la loro posizione Net Long. Gli Small Traders, infine, incrementano anch’essi la loro abituale propensione rialzista, acquistando altri 10.275 contratti long. Evidenzio che erano circa 12 mesi che non si registrava una siffatta consistenza numerica dell’attuale configurazione sul mercato dei derivati azionari Usa. Il progressivo ed ingente disimpegno dei Commercial Traders, che negli ultimi 2 mesi hanno ceduto ben 80.000 contratti long, rafforza la convinzione già espressavi nelle scorse settimane, che il trend rialzista sui mercati azionari Usa è in progressivo ed inesorabile esaurimento, nonostante il rimbalzo natalizio dell’ultima settimana. Convinzione rafforzata, peraltro, dalle sempre più evidenti e numerose divergenze con diversi indicatori finanziari notoriamente correlati all’andamento dei mercati azionari. Confermo pertanto il mio orientamento, di medio termine, sulle prospettive dei mercati azionari, che a mio avviso dovranno correggere, probabilmente all’inizio del nuovo anno, di circa il 10 % dai loro valori attuali. Nel più breve termine, invece, le prossime semifestive settimane, caratterizzate da scarsi volumi di scambi, non vedranno a mio avviso significativi mutamenti di trend. Il mio stock picking sul listino italiano, che si propone di valorizzare il cosiddetto effetto “LONG TERM MOMENTUM“, individuato in pregevoli ricerche, ed i cui presupposti scientifici sono illustrati nel mio nuovo sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. registrerà pertanto solo delle modificazioni tattiche e non strutturali. Il check-up preliminare di borsa italiana, infatti, evidenzia ancora un saldo annuo negativo dello 0,6 %. Il mio portafoglio, denominato “ Azioni Italia – LTM “, registra, invece, una performance annua del 19,2 %, in calo di un’ulteriore 1,3 % nell’ultima settimana, ma ancora 19,8 punti percentuali sopra la performance annuale del benchmark nazionale di riferimento, che ci dà sempre piena conferma dell’esistenza, anche sul mercato italiano, dell’effetto “ momentum “ evidenziato negli studi scientifici dei professori Jegadeesh e Titman. Questa settimana, in maniera tattica e non strategica, riduco la componente short del mio portafoglio, dall’ 80 al 60 %. Ricordo agli eventuali interessati che possono consultare gratuitamente la composizione specifica del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ sul mio sito.

Vi ringrazio, come sempre, per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore una nuova proficua settimana di trading .

Lukas

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