Vola Wall Street grazie a utili societari e “Fattore T”

Scritto il alle 11:42 da Danilo DT

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La borsa è lo specchio del sentiment, delle aspettative, delle prospettive di breve, medio, lungo termine. La borsa è il regno dell’incertezza e dell’interpretazione. La borsa in fondo è bella anche per questo. E la borsa è figlia di una serie di emozioni e di influenze non solo di tipo economico.

La borsa insomma è una spugna che può essere condizionata da mille fattori. Ma una cosa è indiscutibile. Alla fine chi comanda in borsa è sempre una cosa: gli utili societari, sia nella visione di breve come di medio e lungo periodo. Quindi,avere un indice di borsa con utili societari migliori delle attese e con prospettive di ulteriore crescita, significa buttare benzina sul fuoco di un mercato che arde da mesi ma che non molla ancora un colpo.

Dite che ho cambiato parere? Chi ha seguito il video Trends sa benissimo che nelle ultime registrazioni ho chiaramente spiegato che tutto dipende da quello che il buon Trump riuscirà a fare. Il mercato sconta molto di quanto da lui detto in campagna elettorale e siccome ha fatto capire che quello che dice poi lo fa (se glielo permettono), molti analisti confidano sulla Trumponomics come carburatore di una crescita economica che potrebbe concretizzarsi negli USA grazie ad un corposo stimolo fiscale.
Nel frattempo però le imprese continuano imperterrite con le loro trimestrali che sono comunque positive. E questa è benzina per il breve termine.

Quindi aspettative su Trump (prospettiva) e utili societari (dati attuali e prospettiva) sono la benzina che muove il mercato.

Utili e Trump. Fatturato e Trump. Outlook e Trump. La costante, nelle conferenze sui bilanci trimestrali della Corporate America, non è stata da ricercare nelle cifre, bensì nell’equazione politica che le aziende devono risolvere. Un’equazione dove l’incognita X è stata sostituita da una gigantesca T. Come Trump, appunto. (…) Di oltre 250 società nell’indice Standard & Poor’s 500 che hanno sollevato il sipario sui conti del trimestre scorso, circa la metà ha costellato la chiamata per commentare i risultati di molteplici riferimenti al fattore T. (Sole) 

L’articolo di Marco Valsania centra perfettamente il problema. Il “fattore T” è, nel bene e nel male, una variabile drammaticamente importante ed invasiva. Certo, confermo che con Trump l’atteggiamento giusto è

“Take him seriously, take him literally”

Ma già in queste ultime ore è stato chiaro il monito del “sistema” che gira attorno a Trump. Non tutto quello che lui vorrà fare, sarà irrealizzabile. Vuoi perchè Trump spesso si trova a combattere contro tutto e tutti (compresi i suoi compagni dello stesso colore politico, ovvero i Repubblicani) e vuoi perchè molte cose da lui dette sono incongruenti e non realizzabili. Un esempio. super deficit, inflazione, FED che alza i tassi e…Dollaro debole? Sulla carta si può dire tutto. Poi però bisogna scontrarsi con la realtà e anche con le altre economie. Intanto però massima allerta al budget di bilancio a fine febbraio.

(…) Le imposte, o meglio la loro riduzione al 15% dal 35% oggi teoricamente in vigore, domina la classifica dei riferimenti in ordine di frequenza nell’ambito delle telefonate di illustrazione dei bilanci. (…) La verità è tuttavia oggi soprattutto un’altra, a New York come a Washington, nelle sale della politica come nei board aziendali: «Non sappiamo ancora nulla di specifico». ha ammesso il chief executive di Southwest Airlines, Gary Kelly, a chi gli chiedeva come valutasse le prospettive del suo gruppo, una compagnia aerea, alla luce delle politiche di Trump. È un giudizio, quello sull’incertezza sui piani concreti dell’amministrazione al di là dei messaggi politici, che trova ampi consensi. (…)

Intanto però come detto, gli utili vanno ancora alla grande…

(…) La marcia degli utili della Corporate America nell’ultimo trimestre viaggia al passo del 4,6%, stando alla società specializzata FactSet. Il 65% delle imprese Usa ha battuto le attese di profitto e il 52% che ha superato anche le previsioni di fatturato. I settori che tirano di più sono i comparti: finanziario (+19,9%), delle utilities (+20,3%) e tecnologico (+7,3%). Ma attenti al fattore T.: per i tre mesi in corso 44 società hanno ad oggi lanciato allarmi utili e meno della metà, 21, ha offerto una guidance incoraggiante. (…)

Bene ma non benissimo? Si, ma occhio al fattore T , moltissimo potrebbe dipendere da lui, dalla sua politica, dai dazi doganali, dalla defiscalizzazione degli utili e degli stipendi e…da quanto gli sarà permesso di fare.
Intanto però il Dow Jones non guarda in faccia nessuno e vola su nuovi massimi.

Grafico Dow Jones di lungo periodo

djia-dow-jones-chart

Guardate l’esplosione di volumi in concomitanza della rottura del wedge. Il trend è chiaro, siamo in ipercomprato ma questo importa poco. Può arrivare la correzione ma al momento sarebbe solo un movimento salutare (5-10%) che non cambia il quadro di fondo. Per quello cui penserà il fattore T, il vero market mover del 2017. Nel bene e nel male. E magari tutti dovrebbero iniziare ad essere un po’ convergenti sul modo di interpretare il “Trump pensiero”. Infatti ecco cosa succede…

Take him seriously take him literally

Questa frase nasconde una grande verità. La stampa vede in Trump come il “buffone di corte”. Prendono letteralmente ogni sua parola ma non lo prendono sul serio. Gli elettori invece lo prendevano sul serio, visto che l’hanno votato, ma forse non hanno preso alla lettera ogni suo discorso e le incongruenze che si generavano. La verà sta nel mezzo? Probabilmente si. Anche se poi, come detto, il ciclone Trump dipenderà da molti altri fattori che non dipenderanno direttamente da lui. Ma non diamo nulla per scontato. 

Ed è questa la grande sfida del 2017.

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Danilo DT

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4 commenti Commenta
beppe73
Scritto il 10 Febbraio 2017 at 14:16

ciao Danilo……relativamente alla tua affermazione (per altro più che legittima) :
“La borsa è lo specchio del sentiment, delle aspettative, delle prospettive di breve, medio, lungo termine. La borsa è il regno dell’incertezza e dell’interpretazione” ……mi permetto di aggiungere…..
LA BORSA (COMPRESI I MERCATI DEI BOND….SPECIALMENTE QUELLI SOVRANI EUROPEI….) è DISTROSIONE E MANIPOLAZIONE DELLA REALTA’, senza precedenti, COME MAI DA 8 ANNI A QUESTA PARTE.
immagino che tu rimpianga molto i tempi in cui fondamentali/utili/borse avevano VERAMENTE UNA CERTA CORRELAZIONE .
buon fine settimana

Scritto il 10 Febbraio 2017 at 14:32

bep­pe73@fi­nan­za,

In realtà non è così. Premetto, ovviamente mi mancano i vecchi modelli di correlazione. Oggi però il mondo è cambiato ma fai molta attenzione, perchè è sbagliato dire che tutto va a casaccio. Anzi le correlazioni sono ancora più forti. Solo che si sono “evolute”, quasi come se fossero 2.0
Un domani, magari, torneremo al modello originario ma ora dobbiamo adeguarci al mercato unidirezionale e alle nuove logiche comandate dalla politica monetaria in primis.

nimbro
Scritto il 10 Febbraio 2017 at 15:32

http://intermarketandmore.finanza.com/borsa-usa-ennesima-revisione-al-ribasso-degli-utili-ma-questa-volta-e-diverso-78318.html che meraviglia il mercato unidirezionale al rialzo!!!
Sono andato a riguardarmi un post di settembre 2016 in cui si faceva presente che gli utili delle aziende americane erano in calo da quattro semestri consecutivi ma, nonostante questo, la borsa non scendeva e manteneva quota.
Può essere vero che oggi tutto sia cambiato ma, a mia memoria, ogni volta che mi veniva detto che “oggi è tuto diverso” succedeva, immediatamente dopo, un qualcosa che ci riportava drammaticamente con i piedi per terra.
Per cui evviva se l borsa cresce grazie alle iniezioni di liquidità della Fed, evviva se cresce grazie alle operazioni di buy back delle aziende, evviva se cresce grazie agli acquisti a debito, evviva se crescerà grazie al fattore T.
Mi ricorda la storia di quella rana che continuava a bere per diventare grande come una mucca fino a quando non è esplosa..

元サーファー
Scritto il 16 Febbraio 2017 at 13:28

The biggest trading gains have been in fixed income, currency and commodities (FICC).

The Top5 U.S. Banks – Morgan Stanley, Ms; Goldman Sachs, GS; Citibank, Citibank, Citi; JP Morgan Chase, JPM; Bank of America Merrill Lynch, BAC/-/BofA-ML – made USD$10.5 billion in revenue from FICC trading in the fourth quarter of 2016 (Q4-2016), and USD$14.1 billion in the previous three month period (Q3-2016).

The USD$24.6 billion total for the second half of last year (2H-2016) was up 37% from USD$17.9 billion from the same period in 2015.

Only four of Europe’s biggest Banks – Credit Suisse (CS), Deutsche Bank (DB), and France’s Société Générale (SG) and BNP Paribas (BNP) – have reported their fourth quarter earnings so far.

They too said FICC trading revenue had increased, although not as strongly as at their Wall Street rivals, and their equity trading performance has been patchier.

Big Banks’ trading revenue (Q4-2016, booms)

サーファー © Surfer

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