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USA: ma i rating sono affidabili?

Scritto il alle 11:35 da Danilo DT

La scure delle società di rating continua a mietere vittime. E stavolta la vittima è illustre. Dando ragione a Dagong, l’agenzia di rating “Made in China” che recentemente ha tacciato le società anglosassoni di rating (le tre sorelle, Moody’s, Fitch e S&P) la società USA S&P mette il debito a lungo termine proprio degli USA sotto creditwatch negativo, dopo che il 18 aprile sempre S&P aveva messo il rating a lungo termine sotto outlook negativo. Una trafila noiosa e prudente, proprio per non umiliare il padrone. E direi che la trafila viene usata per lo Zio Sam, non è certo quella usata con gli stati dell’area Euro, dove le stesse società di rating, si muovono a scatti di 4 gradini per volta, senza tanti fronzoli…

(Reuters) – The United States may lose its top-notch credit rating in the next few weeks if lawmakers fail to increase the country’s legal borrowing limit and the government misses debt payments, Moody’s Investors Service warned on Wednesday.

Comunque sia, era una situazione decisamente attesa, da mesi le agenzie di rating hanno messo in guardia sulla situazione fiscale degli USA.

S & P sembra suggerire che se un credibile piano di riduzione del disavanzo nei prossimi 10 o 12 anni non è raggiunto entro i prossimi 90 giorni, gli Stati Uniti probabilmente perderanno il suo rating AAA. Non si fa alcun accenno alla situazione interna, alle finanze ad esempio di Florida e California, che non godono assolutamente di buona salute, e tantomeno ai problemi dell’ultim’ora del Minnesota… Influisce la scadenza del 2 agosto, data in cui Mr Obama dovrà raggiungere i compromessi necessari per poter evitare un default della nazione americana che resta nemmeno da considerare come ipotesi.

July 14 (Bloomberg) — Democratic Minnesota Governor Mark Dayton and Republican legislative leaders said they will end a budget impasse that shut down state government for 14 days. The deal came after three hours of negotiations today at the Capitol in St. Paul. The shutdown will end in a “very few days,” Dayton, 64, said at a news conference. The deal will get “Minnesota back to work but still protect vital services,” he said. The two sides will continue to work on the details of the agreement, he said. “There’s no good or easy way to resolve a $5 billion deficit,” Dayton said.

USA: il CDS a 5 anni

Credo che un taglio del rating degli USA sia il minore dei problemi: però lo smacco per gli americani di non essere più il TOP dei TOP non è cosa da poco. Noi sappiamo benissimo che gli USA sono da tempo una nazione che non merita la tripla A, ma sappiamo anche quanto sia fondamentale il peso della politica in queste valutazioni.

Volete un esempio? Secondo voi è giusto che società come Freddie Mac o Fannie Mae, fallite e salvate, godano della tripla A?
Direi proprio di no. E allora lasciamo perdere i rating e guardiamo al mercato. Senza mai dimenticare che quello che determina il rischio di un’obbligazione è sempre il differenziale di rendimento dal free risk, mantenendo costanti scadenza e condizioni.

Inoltre sarebbe necessaria un po’ di coerenza. Capisco che in passato le agenzie di rating si sono sempre mosse in modo tardivo (vedasi l’emblematico caso di Lehman Brothers) e che quindi oggi, le stesse agenzie di rating cercano di acquistare quella credibilità (possiamo dire che sono alle ricerca della nuova verginità?) che ormai hanno perso. Però occorre mettere dei paletti nello stile di gestione dei rating. Non si può lasciare a Moody’s  & Co carta bianca, lasciandomassacrare il rating del Portogallo (ad esempio), usando metodi presuntivi, quando la stessa Moody’s ha sempre utilizzato stili e metodi differenti.

Il rating ha sempre un’importanza fondamentale: pensiamo ai costi di finanziamento, o ancor peggio pensiamo ai fondi comuni, buona parte dei quali non possono detenere in portafoglio titoli con rating inferiori ad un certo livello (sotto l’investment grade). Il downgrading genererebbe la necessità di dover vendere quei titoli che non hanno più le caratteristiche di “rating minimo” necessario per restare nel fondo obbligazionario. Il che genera una serie di vendite a catena, un effetto domino che fanno inabissare la situazione, contribuendo in modo decisivo a mandare in crisi quei paesi che già lottano con la realtà per restare in piedi.

Signori governanti, pensateci. Il rating ha ancora molto, troppo potere. Occorre normarlo.

STAY TUNED!

DT

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2 commenti Commenta
silver999
Scritto il 15 Luglio 2011 at 11:52

Cari amici dopo aver in questi giorni chiuso tutte le posizioni aperte (tranne un piccolo importo lasciato sul natural gas) e aver acquistato ancora un pò di gold e silver FISICO (pac mensile) me ne vado una settimana con la famiglia al mare in…. UDITE UDITE… GRECIA e più precisamente Rodi, vado a vedere come saremo noi fra 3/6 mesi. Comunque al ritorno provvederò ad aggiornarvi dettagliatamente sul umore della popolazione.

Grazie a tutti per la cortesia e disponibilità che dimostrate sempre.

Daniele.

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