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TRUMP come Reagan: e per l’Europa potrebbe essere un BENE

Scritto il alle 14:22 da Danilo DT

donald-trump-wall-street-TRUMPONOMICS

Nelle ultime settimane, come ricordato in QUESTO POST, si è decretato quello che io ho definito come il “passaggio del testimone”. Negli USA, la politica monetaria espansiva chiude il suo ciclo e lascia il palcoscenico alla Trumponomics ed alla sua politica fiscale. Il problema non proprio di poco conto è che, al momento, tutta la Trumponomics rappresenta una “speranza” per il sistema.

Intanto però il mercato gioca d’anticipo e anche sulla colonnina dei tassi di interesse, la febbre inizia a salire. Il decennale USA continua ad indebolirsi, malgrado qualche segnale di ripresa nelle ultime ore.

10 yr US Treasury

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Le ripercussioni sul mondo “carry trade” non si sono certo fatte attendere. i differenziali di rendimento con le altre valute si sono allargati. Questo ha quindi comportato un quadro di estrema forza del Dollaro USA nel mondo forex, soprattutto sulla moneta unica.

Cross EURUSD

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Fin qui non credo di avervi detto nulla di nuovo. Il mio ragionamento invece vuole andare un po’ “oltre”. E’ vero che la Trumponomics dovrebbe prevedere una nuova linea di protezionismo. Un programma che però è ancora tutto da dimostrare e da “montare” e che quindi, prima di diventare effettivo, potrebbe metterci un po’ di tempo. Intanto però il forex si è già mosso ed il Dollaro USA si manifesta MOLTO forte e probabilmente si rafforzerà ancora.

Domanda: se il Dollaro USA continua ad essere così forte, almeno per il prossimo anno, non si rischia di fare un prezioso regalo dall’Eurozona che si ritroverebbe con NESSUN programma protezionistico effettivo ed un Euro molto più debole che ne agevolerebbe le esportazioni?

Inoltre, sembra chiaro che qualcosa non quadri molto nella Trumponomics. Come già detto, i punti d’ombra sono numerosi e le incongruenze altrettanto notevoli. L’economia USA, oggi, si trova in una “quasi” piena occupazione. Trump però è indirizzato verso un nuovo deficit spending che porterà per forza più consumi. Ma se già adesso la capacità produttiva è al limite, chi dovrà intervenire coi suoi prodotti per saziare le esigenze del consumatore USA? Quindi ecco un secondo elemento. Non è detto che l’import sia poi obbligatoriamente destinato a scendere negli USA, sopratutto nel corso dell’anno prossimo anche grazie ad un Euro molto debole.

In massima sintesi, sembra proprio che Trump voglia riportarci indietro nel tempo, ai tempi di Ronald Reagan. E se ricordate, gli effetti per l’Europa, non furono affatto negativi.

Ovvio, presto per delineare con precisione quello che avverrà il prossimo anno. Ma le logiche intermarket prima descritte meritano un po’ di attenzione. Quindi alla fine è meglio non dare tutto per scontato. Anzi, il futuro è in perenne movimento e certe logiche potrebbero sorprendere diversi analisti che oggi danno per super vincenti la borsa USA per il 2017. Non sto dicendo che la vedo male. Ma chissà, l’outsider del Vecchio continente potrebbe anche dire la sua.

STAY TUNED!

Danilo DT

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2 commenti Commenta
rubicon
Scritto il 20 Dicembre 2016 at 23:59

Ma con un dollaro che viaggia verso nuovi max, chi compra le merci americane??? Quindi come fa ad aumentare la produzione?

gainhunter
Scritto il 22 Dicembre 2016 at 08:10

Ai tempi di Reagan per me l’economia era solo un maialino di porcellana con una fessura nella schiena 😉

Non sei l’unico a ipotizzare un parallelo tra Trumponomics e Reaganomics. Qui un’interessante analisi dei cicli economici e sociopolitici USA: https://caldaro.wordpress.com/2016/12/10/weekend-update-582/

Ma è particolarmente interessante l’osservazione sugli effetti sui paesi Europei. Puoi spiegare meglio (sinteticamente) la dinamica sull’Europa della Reaganomics per gli ignoranti in materia come me?

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