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THOMAS PIKETTY deve diventare un importante punto di riflessione
In data 13 settembre parteciperò alla Festa della Rete con altri eccellenti personaggi (Andrea Boda, Camilla Conti, Gaia Giorgio Fedi e Marco Cobianchi) di cui potrete avere qualche info cliccando QUI ) ad un dibattito intitolato: “La disuguaglianza, da Thomas Piketty in poi”.
E’ ovvio che si parlerà del “tomo” infinito di Thomas Piketty intitolato “Il Capitale nel XXI secolo”, però l’obiettivo sarà un altro: cercare di capire DOVE stiamo andando, cosa potrebbe succedere e cosa bisognerebbe fare per poter avere un contesto sociale migliore.
Il tutto sembra molto teorico, in realtà sarà un dibattito MOLTO interessante perché è perfettamente coerente con la realtà attuale. Piketty punta il dito sulla disuguaglianza tra classi sociali, che è destinata a crescere, indebolendo la democrazia. Sperequazione sociale, dove il tasso di ritorno del capitale genera ritorni maggiori di quanto invece riesce a dare l’economia. In altri termini, proprio come nel 19° secolo, chi detiene patrimoni, sarà sempre più ricco in quanto i redditi da capitali garantiscono ritorni maggiori rispetto a quello che è il lavoro.
Ma siamo sicuri che il benessere di una società sia misurabile ed identificabile con una buona salute del mondo della finanza e del capitale da esso derivante, frutto per lo più da speculazioni per nulla collegate all’economia reale?
La questione secondo me è tremendamente di attualità ed è di difficile soluzione. E’ di attualità perché viviamo in un mercato dove il Margin Debt (il denaro preso a prestito dalle banche per speculare) è direttamente correlato con le tendenze dei mercati. E già da qui si capisce la bontà e la qualità dei rialzi delle borse (ma che c’entra ormai l’economia ?)
Dando quindi per scontato che il mondo della finanza fa soldi a palate (basta andare a vedere gli ultimi bilanci dei grandi colossi bancari “che contano”), provate a confrontare il “mondo patinato e di plastica” con quello più crudo e reale, fatto di economia vissuta, di lavoro e di sudore. Gli stipendi non sono certo saliti, aumenta la disoccupazione, i disagi sociali crescono. Gli stati investono meno sulle infrastrutture, sull’istruzione, sul vero futuro.
Diventa quindi palese che il benessere deve essere guidato da scelte non solo economiche ma anche politiche, e queste scelte devono essere fatte “parlando” coi vicini di casa, al fine che tutti diano il loro massimo contributo e non esista la scusa per poi non fare i “compiti a casa”.
Insomma la strada che Mario Draghi (Pikettiano?) sta cercando di disegnare da tempo e che ha confermato a Jackson Hole e nelle sue ultime interviste.
Un’ultima nota. Secondo Piketty l’aumento della disuguaglianza porterà col tempo a minare il capitalismo e la democrazia, distruggendo il lavoro e la meritocrazia. Insomma è la denuncia ad un principio di autodistruzione del sistema economico. Possibile che i grandi del mondo non se ne stiano rendendo conto? Possibile che venga sottovalutato uno scenario che potrebbe diventare ingestibile e socialmente destabilizzante? Possibile che si consideri SOLO il presente (diciamo la vertità, questa disuguaglianza fa comodo ai potenti) e non si prenda in considerazione il ventaglio di rischi che ci può riservare il futuro? Possibile che possa persistere per lungo tempo la “negative economy” dove i mercati correggono quando i dati macro sono positivi, in quanto si teme una diminuzione degli stimoli monetari (quindi finanza e non economia reale)?
Cari amici, questo ovviamente non è che un assaggio del messaggio che Thomas Piketty vuol darci nel sul lavoro. Intanto vi invito a meditare su questi argomenti e, se vi è possibile, di partecipare all’incontro di Rimini dove avrò il piacere di conoscervi personalmente e di scambiare quattro chiacchiere con voi.
Articolo pubblicato su PianoInclianto.it
STAY TUNED!
puo’ essere di corredo alla discussione…fresco fresco.
http://www.federalreserve.gov/pubs/feds/2014/201464/201464pap.pdf
la curva è geometrica non algebrica ed alla faccia dei fautori di qe, di chi ostinatamente pensa alle riforme (?! io non ho ancora capito dopo anni di cosa stiamo parlando in realtà) e utile materia di riflessione di chi si concentra su svalutazione competitiva (sob!) e competitività e produttivita’ (strasob!!!)
benvenuto tra i disillusi?