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THE BIG CRISIS #3: occhio agli HIGH YIELD Energy

Scritto il alle 14:24 da Danilo DT

Il Coronavirus già faceva la sua parte, ma la folle (per il timing) guerra del petrolio, in un momento dove i consumi di oro nero sono al lumicino anche a causa del rallentamento globale.
Recessione globale? Ormai è un dato di fatto.
Recessione atipica? Forse si, ma è indubbio che ne vedremo delle belle sotto tutti i punti di vista. I policymaker non alzeranno bandiera bianca così facilmente, banche centrali e governi (tramite politica fiscale, si spera) interverranno per arginare quanto possibile il problema.
Intanto però lo shock più violento rischiamo di trovarcelo con il settore ENERGY a causa del violento stress dovuto alla guerra commerciale Russia-Arabia Saudita.
Quindi OCCHIO al settore del credito e nella fattispecie al settore HY Energy e l’impatto che potrebbe avere sul settore del credito e anche bancario.
Qui di seguito Credit Default Swap e spread del settore Energy USA.

CDS Energy High Yield : USA vs Europa

Il problema spero sia chiaro a tutti. Fiumi di greggio si stanno riversando su un mercato che per il momento non è in grado di consumarlo se non in minima parte, visto che gli aerei restano a terra, le fabbriche lavorano a rilento (quando riescono a farlo) e milioni di persone restano chiuse in casa per evitare il contagio. Inevitabile che le quotazioni del barile vadano a picco, con una rapidità che non si era vista neanche dopo l’attacco alle Torri gemelle dell’11 settembre 2001, né tanto meno all’epoca del collasso di Lehman Brothers. Senza poi dimenticare che lo stesso petrolio aveva già perso un terzo dall’inizio dell’anno.
Il mio timore è che non sia una guerra di breve durata. Quindi gli effetti su molte società energy (focus sullo shale oil USA ad esempio) non si devono sottovalutare.

La Russia ha annunciato di essere pronta a bruciare tutte le riserve valutarie del fondo sovrano pur di non cedere terreno agli avversari e di essere in grado di resistere fino a dieci anni con il petrolio a 25-30 dollari. L’Arabia Saudita, secondo fonti di Energy Intelligence, ha iniziato a predisporre misure che la rendano in grado di fronteggiare anche una discesa del petrolio a 12-20 dollari al barile. Ci sarebbe persino uno scenario, definito «estremo», che contempla un prezzo inferiore a 10 dollari. (Source

Per carità, fattore potenzialmente positivo per un paese importatore come l’Italia, e anche per l’inflazione non core, ma a livello sistemico si rompono dei delicati equilbri che non sono esenti da effetti collaterali potenzialmente molto pesanti.

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STAY TUNED!

Danilo DT

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