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Tassi ai minimi: il BTP rappresenta più rischi o opportunità?
Non si fa altro che parlare giornalmente dello spread BTP Bund. Rotto l’argine del 200 punti basi, il barometro dei BTP si è spostato verso il bel tempo, anzi no, verso il clima arido. Un’atmosfera che si fa sempre più rovente, il differenziale di rendimento tra il BTP e il Bund è sempre più compresso.
All’apparenza ci viene fotografato un mercato che è sempre più sicuro. Ma in realtà non è così. Cosa sconta oggi il BTP della crisi economica italiana? Nulla. Si fida ciecamente della BCE e delle parole di Mario Draghi. Ma attenzione, non è solo un fenomeno legato ai BTP: il mercato ha “fame” di rendimenti, va a caccia di rischio, e dove c’è spazio di rivalutazione, non si guarda in faccia nessuno e si compra, soprattutto se è in Europa.
Ma fino a quando?
Per cominciare il risparmiatore deve essere ben cosciente del fatto che i rendimenti goduti nel mercato obbligazionario fino a fine 2013 sono irripetibili. Quindi quali sono i margini di rivalutazione oggi di un BTP? Difficile dirlo.
Giriamo la domanda in modo più propositivo: ci sono più benefici o più rischi ad avere un BTP in portafoglio?
Lascio ad ognuno le elucubrazioni del caso. Intanto vi lascio un grafico. Non il solito grafico che trovate ovunque.
E’ l’indice US Barclays corporate high yield index. Perché vi parlo di questo indice?
a) il mercato obbligazionario che “comanda” le tendenze a livello globale è quello USA
b) quindi l’indice US Barclays Corporate high yield Index rappresenta la fotografica del mondo corporate USA più “rischiosi” ed in prospettiva dei titoli corporate e periferici europei
Presto detto, indice con rendimenti ai minimi… guardatevi indietro e fatevi una domanda: questa volta è veramente TUTTO diverso?
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