in caricamento ...
SELL OFF obbligazioni: le banche centrali ringraziano
Continua la correzione del mondo obbligazionario. Ma sia ben chiaro, non si tratta di un problema “regionale” ma generale.
Le minacce di Bill Gross, ex PIMCO ora Janus Cap., sono suonate come una previsione apocalittica quanto mai azzecata.
Qualche settimana fa un gestore obbligazionario molto famoso, l’ex numero uno di Pimco, Bill Gross (soprannominato anche il “re dei bond”) aveva sentenziato: «Andare short (cioè speculare al ribasso, ndr) sui bund tedeschi è un’occasione che capita solo una volta nella vita». Un altro investitore di peso, Jeffrey Gundlach di Double Line Capital (fondo californiano che gestisce qualcosa come 63 miliardi di dollari), aveva espresso un’opinione simile. A giudicare da come si sono mossi i rendimenti dei titoli tedeschi recentemente sembra che una buona fetta del mercato abbia seguito il loro consiglio.(Source)
Shortare il bund era veramente un affare eccezionale. Ma siamo sinceri, il buon Bill in passato si è preso anche grandi cantonate, ed era evidente il fatto che il mercato obbligazionario era assurdamente caro. Qui su I&M ne parliamo un giorno si e l’altro anche.
Il problema era trovare le giuste motivazioni che facessero partire la correzione. Come ho spiegato nei post dei giorni scorsi, più che della Grecia i mercati, oggi, temono la fine anticipata del QE. Lo si capisce proprio dall’andamento del bund (che non è più bene rifugio) il quale si è preso degli schiaffoni mica da ridere.
Guardate questo simpatico grafico. E’ il rendimento del Bund a 10 anni. Ovviamente partivamo con dei rendimenti ridicoli, 0.075%. Oggi siamo allo 0.655% che percentualmente parlando significa un rally in due settimane pari al 775%.
Bund Yield super rally
Ovviamente vuole essere una provocazione, mentre invece voglio mettere in chiaro un altro fattore importante. Ho letto che qualcuno spera in un intervento delle banche centrali a sostegno del mondo obbligazionario.
Sbagliato.
Se non lo avete capito, il mercato sta facendo il gioco delle banche centrali. La BCE come ben sapete, ha un programma di acquisti pauroso da 60 miliardi al mese (ora messo in dubbio dall’inflazione in aumento). Nelle ultime settimane il volume dei bond non più acquistabili (con “rendimento” inferiore al minimo previsto pari allo -0.20%) era salito a dismisura. Questa correzione delle obbligazioni dà alla BCE una grossa boccata d’ossigeno e maggiori spazi di operatività.
Come cambia la curva tassi del BUND acquistabile dalla BCE
Sponda FED il discorso non cambia. Un T-note che perde prezzo rende più stabile il futuro mercato e soprattutto meno traumatico un eventuale aumento dei tassi di interesse.
Molto probabile una ripartenza nel breve ma fate attenzione, i focolai di rischio sono sempre tutti li, con il problema che se n’è aggiunto un altro: le elezioni in UK.
Riproduzione riservata
STAY TUNED!
(Clicca qui per ulteriori dettagli)
Segui @intermarketblog
(Se trovi interessante i contenuti di questo articolo, condividilo ai tuoi amici, clicca sulle icone sottostanti, sosterrai lo sviluppo di I&M!). E se lo sostieni con una donazione, di certo non mi offendo…
La nuova guida per i tuoi investimenti. Take a look!
Questo post non è da considerare come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto. Informati presso il tuo consulente di fiducia. Se non ce l’hai o se non ti fidi più di lui,contattami via email (intermarketandmore@gmail.com).
NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)
E dai John ogni tanto passa qualche assist a Danilo ( che è già goleador di suo ) tipo che ne so …. http://intermarketandmore.finanza.com/super-strong-trend-impossibile-negare-evidenza-41808.html
True but…
Quanto di questo non è scelta obbligata? I QE o sono infiniti o sortiscono solo effetti temporanei e nel tempo deleteri. Idem la leva dei rapporti di cambio. Il dragone incasserà qualche decimo di punto nell’inflazione tra qualche mese (solo per l’effetto delle variazioni Y/Y di eurusd e brent) e bruscolini in termini di crescita nominale dell’area. Nessun effetto duraturo sull’economia. Dall’altra parte dell’oceano pagano il conto UE ma non sembrano contentissimi Quando chiedo di capire quale è il fine ultimo c’è il silenzio dei manovratori. Eravamo veramente in pochi ad auspicare che i tassi salissero per tempo, e non il contrario..ma tant’è!. Nel frattempo, pian pianino si comincera’ a trasformare il dibattito cercando soliti e nuovi colpevoli all’inefficacia degli interventi quantitativi (un po’ di Grecia, un po’ di banche’, un po’ di fiscalità globale, un po’ di Ucraina e Isis un po’ di mancate riforme, un po’ di bolle, un po’ di greed) gestendo il deteriorarsi del clima con dosi omeopatiche di veleno e sperando che tanti piccoli segnali non si traducano in flash crash (scomodi ad alcuni e molto utili per altri), cosa che è sempre accaduta per altro nella storia… forse proprio questi non sarebbero delle ottime giustificazioni (anzi invocazioni) all’ operato delle CB?
Nb. Cina. Se effettivamente sbarcasse la Reaganomics nella People Republic of……si ribaltano i poli.
i QE non sono infiniti perchè tutto termina. Possiamo affermare con sicurezza 99,9999% che i QE e affini che i banchieri centrali e quanto vi gira sopra e sotto non tarderanno a inventarsi, dureranno sino alla inevitabile fine di questo ciclo economico/sociale/civile cioè, mio personale giudizio tra 5 e 30 anni, intervallo ampio dove 5 accadrebbe in presenza di un grave errore di giudizio e 30 accadrebbe solo se i controllori saranno di un’abilità spettacolare. Il tutto in ogni caso con una traiettoria verso il basso con occasionali e locali illusioni di ripresa. Perchè ? Per esempio questa, e certo non è l’unica ragione:
Following is a chart 2005 to 2012 Rates of Change in ECI Ratios for (2005) Top 33 net exporters (ECI Ratio is ratio of production to consumption). From 2005 to 2012, 26 of the Top 33 showed a declining ECI Ratio (only seven increased). From 2005 to 2013, 28 of the Top 33 showed a declining ECI Ratio, only five increased: Canada, Colombia, Azerbaijan, Iraq and Kazakhstan.
In other words, as of 2013, 85% of the (2005) Top 33 net exporters were trending toward zero net exports (when the ECI Ratio = 1.0).
Here is the link:
http://i1095.photobucket.com/albums/i475/westexas/Slide1_zps5a656e89.jpg
But the important part isn’t when the peak occurs, it is how fast the decline is. The only reason peak oil is worrying is that the global economy, as it is currently structured, is highly dependent on oil. All that matters, in the end, is the price, and how much of the real economy is focused on energy extraction instead of other productive uses. If we can (and it’s a big if) get to a situation where we adjust our economy, the way we live, and how we produce and consume goods, we might be able to begin reduce our oil demand year over year and keep the price affordable. This might mean that the world grows poorer in a lot of ways, the population is sharply reduced, but it doesn’t have to mean the end of human civilization by any stretch of the imagination.
The general consensus here and among all but the most optimistic forecasters is that peak will occur sometime between 2015 and 2020. Taking a look at all the production coming down the pipe, and assuming that the world demand continues to grow at its past rate, there will not be enough oil to meet the demand. The price will go up. How fast I can’t say.
By 2020:
1. Baseline demand increase of ~5 million BPD
2. Iranian, Saudi, Iraq, Kazakhstan, UAE, offshore and deep water projects, “reserve growth” amount to around the same amount in a best case scenario
3. Decline rate on existing wells averaged to about 2% means that the world loses 1.4 million bpd every year
So we’ll need to find an additional 7 million BPD from somewhere else. That’s probably an impossible order. As such, we’re predicting a major economic depression between 2020 and 2025. What sort of order arises out of that is hard to say.
Mah…. fammi ragionare…
Quando Greenspan parlò di “esuberanza irrazionale” se non erro era il 1996. La borsa se la prese talmente a male che…contnuò a salire fino al 2000.
Ora la Yellen se ne sta uscendo con gli stessi riscorsi. Quindi ritarando il modello significa rally fino al 2019? Mah…stavolta la vedo più grigia.
Non 2019, ma nemmeno 2015. Ancora un po’ di tempo si può comprare. Magari nei saldi (vedasi Grecia)
il tizio che ha scritto l’estratto di cui sopra non parla di borsa, credo non gliene importi un fico. Scrive semplicemente che essendoci CAUSAZIONE tra utilizzo di energia e PIL, se la prima cala, anche la seconda cala. Ma il sistema finanziario/politico/sociale/pensionistico/sanitario fa i suoi calcoli su un PIL globale che nel 2020 deve essere il 15% sopra quello del 2014 mentre quello del 2025 deve essere il 30% sopra quello del 2014 (REALE). Immagina invece se il PIL nel 2020 è lo stesso di ora e quello del 2025 il 10% più basso. Di quanto si sbaglia il tipo sopra relativamente alla sua materia, ovvero la disponibiità di carburanti liquidi ? Diciamo che appartiene alla categoria dei moderati ottimisti, gli altri ritengono che il picco globale sarà quest’anno o il prossimo, mentre gli ottimisti a oltranza sono quelli che 10 anni fa prevedevano 105 milioni di produzione nel 2014, hanno sbagliato solo del 20% in eccesso. Bravi !!!
Mitico Danilo, non lo avessi scritto tu lo avrei scritto io. Se le banche centrali possono ridurre il valore dei tassi con facilità, allora possono alzarlo con ESTREMA facilità insieme ai loro bracci operativi. Ci sono SOLO le banche centrali e la fiducia messianica che si ripone in esse, non c’è niente altro tra qui ora e il caos. E la gente è pure incoerente, da un lato tutti a sperare nelle CB, dall’altro tutti a scrivere, guarda che idioti. Beh sono tutto fuorchè idioti, eccezionalmente informati e maestri nella comunicazione, ben oltre Goebbels e Orwell; gli idioti (in massa) stanno altrove. Ci sono ora governativi AA e AAA con un rapporto rischio/valore di nuovo interessanti, specialmente laddove non c’è per ora alcun QE.