Report ITALIA del FMI: non solo austerity ma sopratutto crescita e riforme

Scritto il alle 00:00 da Danilo DT

Sistema bancario italiano fortemente indebolito e instabilità politica mettono a rischio l’incolumità del nostro paese. E se non arriva la crescita interna…

Ieri pomeriggio, come annunciato dal sottoscritto su Twitter, è uscito un atteso report del Fondo Monetario Internazionale. Non perché ciò che scrive il FMI sia vangelo, ma perché le analisi dello stesso hanno un’importanza, un impatto ed un seguito non indifferente.
Il FMI è un ente “super partes” che dovrebbe dare una view indipendente e realistica, senza grossi conflitti di interesse e condizionamenti.
Che poi sia veramente così è tutto da dimostrare, però tocca ammettere che l’analisi che ne è derivata è sicuramente molto interessante e degna di nota.
Il report, decisamente corposo, si può riassumere in questo modo:

a) Dopo due anni di recessione piena, l’Italia sta recuperando. Ma si tratta di un recupero molto complesso e difficile, anche a causa delle difficili condizioni del sistema creditizio.

b) Crescita tendenziale: in forte difficoltà. Se non si interviene con PROFONDE riforme strutturali, la crescita non potrà essere realistica.

c) Stallo situazione politica, sistema bancario debole, vulnerabilità fiscale. Sono tante le problematiche che l’Italia deve affrontare con urgenza

d) Tasso di risparmio degli italiani in evidente peggioramento. Si è passati da un tasso di risparmio del 16,4% nel 2005 al 12% registrato dal Fmi nello scorso anno.

e) Il tasso di disoccupazione resterà elevato, arrivando a sfiorare il 13%. Tuttavia, come ricorda il Fmi, questi sono i numeri dello scenario di base. Ogni eventuale shock, politico o economico o finanziario, potrebbe costringere i tecnici dell’istituzione di Washington a una revisione al ribasso.

f) Sistema bancario: è vero che subito dopo il default di Lehman Brothers, il sistema bancario sembrava più solido rispetto ad altre realtà. Poi però la situazione è sensibilmente peggiorata. Anche a causa della volatilità dei titoli di Stato, in cui le banche italiane sono fortemente investite a seguito dei due LTRO. Attenzione però, questo scenario ha reso le banche italiane molto vulnerabili perché troppo dipendenti dalla liquidità della BCE. E la situazione italiana è unica nel suo genere.

g) Sofferenze bancarie: pari a circa 260 miliardi di euro: Troppi per permettere una ripartenza di un regolare credito alle imprese.

h) BAIL IN: il FMI raccomanda prese di posizione forti, anche impopolari ma NECESSARIE per poter ripartire. E su questo ahimè mi trovano totalmente d’accordo ed è stato anche discusso con voi nel post “AGIRE”. Si propone il cosiddetto “bail-in” con la creazione di “bad bank dove andare a mettere tutta la carta tossica. Facile a dirsi, difficile a farsi.

i) ALERT: il Fmi avverte l’Italia. Se ci fosse nuova tensione in Eurozona, il Bel Paese sarebbe pienamente nell’occhio del ciclone, molto più che in passato. Forti ripercussioni sul sistema bancario, gravi danni alle imprese con tassi di default in forte incremento. E per cercare di evitare il peggio, come detto, occorre agire subito, mettendo in sicurezza tutto ciò che già oggi è in forte difficoltà. Il riferimento al Monte dei Paschi è ovvio.

Conclusioni: Italia rischia e non poco se non si interviene subito. Basare tutto su limitate esportazioni senza far ripartire i consumi interni ci porta ad una maggiore vulnerabilità sistemica. Se poi aggiungiamo l’instabilità politica e del sistema bancario ci rendiamo conto che la situazione rischia realmente di degenerare e di portare l’Italia a dover chiedere il sostegno delle autorità internazionale. Ma non vedo particolari chiari di luna. Il rischio di un possibile “commissariamento” non è certo da escludere.

ALLEGATI:

La mappa dei rischi in Italia

Gli interventi necessari

Rapporto Crescita e sistema bancario. Italia in posizione molto complessa

Il tasso di risparmio in Italia continua a peggiorare

Import-Export: bene il secondo ma se il primo non riparte…

Aiuti di stato alle banche: Italia al momento non ha dovuto intervenire, ma…

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DT

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3 commenti Commenta
ilcuculo
Scritto il 29 Settembre 2013 at 19:12

Quando ero ragazzo nel pio paesello in Liguria c’erano quattro banche: La Cassa di Risparmio di Genova ed Imperia (oggi Carige) , il Banco di Chiavari (oggi Banco Popolare) , il San Paolo (oggi Intesa San Paolo) ed il Credito Italiano (oggi Unicredit).

Un paese di 10.000 abitanti che è passato attraverso la ricostruzione , il boom economico , il boom edilizio… Quattro banche , più che sufficienti.

Oggi sullo stesso territorio, senza che sia aumentata la ricchezza, che vi siano nuove attività produttive o sia aumentata la popolazione, che anzi è invecchiata e diminuisce, si posizionano dieci istituti di credito, aggiungendo ai sopracitati, UBI, Montepaschi, Credit Agricole, Deutshe Bank, BCC, Banca Generali.

Sul territorio il tessuto imprenditoriale è stagnante, il mercato immobiliare poco vivace, l’edilizia, anche per i vari vincoli è quasi ferma, le attività commerciali tirano la cinghia… ma dieci Banche cosa ci stanno a fare ?

bergasim
Scritto il 30 Settembre 2013 at 10:07

ilcuculo@finanza,

Riciclano denaro

paolo41
Scritto il 30 Settembre 2013 at 12:15

fino a che non verrà affrontato seriamente il taglio delle spese dello Stato e delle strutture regionali, provinciali e comunali continueremo a menarcelo. Leggevo nel week-end, tanto per dare un esempio, che il buon Grasso ha nei conti del Senato una spesa extra improduttiva (regalie etc ) di € 1.000.000.000.
Eliminarla avrebbe dato un buon contributo alla non applicazione dell’aumento dell’IVA.
E che i deputati e senatori residenti a Roma hanno anche loro la diaria come quelli non residenti e che fior di diaria (3.500 euro mensili). Lo sapevate? e paragoniamolo con i 1200 euro che porta a casa mensilmente un operaio !!!!!
Non hanno neanche più il senso della VERGOGNA!!!!

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