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Qual è il futuro dell’Europa e dell’Euro?

Scritto il alle 14:45 da Danilo DT

 

Unione Europea divisa tra default, monetizzazione e back to the past

Mi è capitato nelle ultime settimane di ricevere molte email di amici lettori del blog i quali si domandano quali sono gli scenari possibili per il futuro dell’Euro, dei paesi Euro periferici e dell’Unione Europea. O meglio ancora…cosa potrebbe succedere nei prossimi mesi per salvare l’Euro e i paesi PIGS (e non solo quelli).
Beh, faccio una premessa. L’economia Europea e le banche Euro e non Euro sono troppo interconnesse tra di loro, tanto che (secondo me) il sistema finanziario non potrebbe sopportatre un default nazionale. Almeno per il momento. Quindi mi sentirei di escludere, tranne in caso di straordinari colpi di scena, soluzioni molto drastiche per il 2010-2011.
Ma all’atto pratico cosa potrebbe avvenire?
Le soluzioni potrebbero essere racchiuse in 3 ipotesi (poi magari ce ne sono altre, ma io inizio a valutare queste). 

1) Default
2) Monetizzazione
3) Back to the past
 

1) Default

Tutti ne parlano ed è lo scenario allo stato attuale più probabile, se non cambia qualcosa di molto radicale. Default significa fallimento, e fondamentalmente significa ristrutturazione del debito. Allo stato attuale, non c’è alternativa alla ristrutturazione per realtà come la Grecia o l’Irlanda. Un bel taglio al valore nominale del debito (30-40%) con un abbattimento del tasso ed un allungamento della scadenza. Prendere o lasciare. Ovvio che questa ristrutturazione potrebbe avere sul mondo bancario (ehm, il problema è sempre lì…) effetti devastanti. Appena possibile cercherà di scrivere un post sulla leva finanziaria delle banche europee così capirete che qui, in Europa, la crisi e il default di Lehman Brothers non hanno insegnato nulla. Viva i derivati, viva la leva finanziaria, viva il too big to fail.
Ma visto che il problema sono le banche, c’è chi dice (Merkel) di far pagare la crisi ai risparmiatori. Non dimentichiamo mai quanto scritto in un post di qualche giorno fa sulle OBBLIGAZIONI SUBORDINATE. E’ uno scenario che continua ad essere plausibile e creerebbe danni massicci proprio ai possessori di questi bonds che, a volte, neanche sanno cosa è una clausola di subordinazione, oppure non sanno della loro presenza. 



 

2) Monetizzazione

E’ forse la soluzione più semplice ed è quella che vedo come più plausibile, ed è quello che ha utilizzato la FED negli anni duri della crisi subprime, con il famoso TARP.
La BCE interviene massicciamente acquistanto, sostenendo e garantendo tutto il debito sovrano dell’area Euro. L’obiettivo sarebbe, oltre quello di garantire, ma anche di dare un segnale fortissimo agli speculatori: signori, non c’è trippa per gatti, garantiamo tutto e il nostro potere è potenzialmente illimitato (oppss… sono parole che ho usato qualche giorno fa proprio per la FED…). Certo, per arrivare a questo “compromesso” è necessaria una “nuova Unione Europea”, un patto molto forte tra i paesi membri e la consapevolezza che la BCE non può più solo difendere l’Euro Area dall’inflazione, ma deve pensare anche a tante altre cose. Una BCE insomma più dinamica ed efficace. E l’inflazione? Certo, questa valanga di liquidità immessa sul mercato (oltre a nuovi titoli BEI o EFSF emessi ad hoc) porteranno inflazione ma anche svalutazione competitiva (proprio come stanno facendo gli USA) che stimolerà le esportazioni. Ma il problema dell’inflazione si dovrà analizzare e risolvere in un secondo tempo. Ora occorre salvare, primaria esigenza. Certo è che…se così dovesse accadere, non oso immaginare che fine faranno i metalli preziosi come platino, oro ed argento… Ok, so che molti di voi contesteranno violentemente questo scenario proprio perché è il solito switch all’americana, ovvero si sposta il problema del debito ma non si risolve. Solo che così facendo, il debito verrebbe accollato alla BCE la quale, se rapportata al PIL prodotto del’area, sarebbe sostenibile. Proprio su questo argomento ho letto ieri un interessante articolo sul SOLE 24 ORE.  dove si spiega appunto che negli USA, come in Europa, ci sono tanti problemi che ci permettono un interessante “parallelo”. 

   USA   Unione Europea 
Stati a serio rischio default  California, New York, Illinois, Alabama  Irlanda, Gracia, Spagna, Portogallo 
Deficit/PIL  9%  6.35% 
Entrate fiscali/PIL  26.6%  44.6% 
Debito totale/PIL  389%  325% 
Debito privato/PIL  92.28%  61.4% 
Debito pubblico/PIL  90.6%  84.2% 
Debito Banche/PIL  101%  81.43% 

  

Leggendo questa tabella, nell’ipotesi che l’Unione Europea fosse uno stato federale come gli USA, risulterebbe chairo il fatto che, nel male l’UE batte a livello qualitativo gli USA. 

Certo, ipotesi spavalda, Unione Europea di seconda generazione, una UE 2.0. Ma facciamo attenzione. Per arrivare a questo scenario è necessario, come detto, un nuovo grande patto per l’Europa, un’Unione Europea che non è solo di nome, ma lo è anche di fatto. Economica, fiscale, con un Parlamento Europeo che si assuma responsabilità e decisioni. Insomma, l’UE deve iniziare a diventare una grande stato federale come gli USA. Sarà mai possibile tutto ciò e soprattutto in tempi brevi? Le brucianti esigenze riusciranno a rendere effettivi cambiamenti epocali che sono stati impossibili per decenni? 

  

3) Back to the past

Ribadisco, non credo che la soluzione “Back to the past” possa essere possibile. Si tratta di un ritorno al passato e alla fine del progetto Euro così com’è nato. Non vado a puntualizzare su quello che potrebbe succedere (Euro “A” senza PIGS + Euro “B” per i periferici, oppure Euro con uscita di Germania e Francia, oppure Euro che resta con uscita dei PIGS, oppure…chissà…).
Si tratta di fanta finanza che comunque porterebbe ad un’ufficializzazione, appunto della morte dell’Euro e ad una divisione in due dell’area. Un’area di serie A con valute ed economie solide. Ma valute che subirebbero subito fortissime rivalutazioni mandando in crisi l’economia (fine delle esportazioni) e banche che si ritroverebbero con tutti i titoli nella valuta di serie B con violente svalutazioni. E la Germania, credetemi, subirebbe danni inimmaginabili da questo scenario.
E l’area di serie B sarebbe svincolata dall’obblighi di Bruxelles e la svalutazione della moneta sarebbe immediata. Inflazione alle stelle, valuta debole, tutti più poveri ed economie messe a dura prova di credibilità internazionale. 

Sono solo ipotesi ed idee buttate giù senza pensarci troppo su. Ma, personalmente, non vedo grosse altre strade. E so che mi tirerò dietro un po’ di critiche ma, dopo meditazione e letture sugli impatti possibili dei vari scenari, ritengo che per il quieto vivere, diventi realistico lo scenario 2. Ma come detto, sono necessari cambiamenti radicali e la volontà di tutti i membri dell’UE di rifare il patto per l’Europa. 

E che Dio ce la mandi buona… 

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DT 

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15 commenti Commenta
alfio200
Scritto il 6 Dicembre 2010 at 15:11

“””Certo è che…se così dovesse accadere, non oso immaginare che fine faranno i metalli preziosi come platino, oro ed argento…”””

In che senso, scusa? Oro a 3.000 dollari e oltre? E gli immobili?

Personalmente, propendo più per una ristrutturazione dei debiti PIIGS. La cosa di per sè avrebbe anche un senso etico: “Avete rischiato con i bond PIIGS e ci avete lasciato un 30% di penne” (perdita pesante, ma non fatale, soprattutto se uno ci ha investito non più del 20% dell’obbligazionario). D’altronde, se la Merkel, come ho già detto, ha accennato alla cosa, non lo ha certo fatto per caso.

Tu però parli anche di banche. Quindi, di bond bancari? Anche quelli da ristrutturarsi? Gli appetibili bond RBS perdono attrattiva…

Scritto il 6 Dicembre 2010 at 15:28

alfio200@finanza,

In praticolar modo mi riferisco al rischio sui bonds subordinati di cui parlavo giorni fa,…

http://intermarketandmore.finanza.com/alert-messaggi-importanti-dalla-crisi-pigs-20350.html

E poi su RBS occorre fare un po’ di attenzione. 😉

smsj
Scritto il 6 Dicembre 2010 at 16:22

Chi ti criticherà magari sarà anche in grado di spiegare cos’altro si può fare nell’emergenza, oltre che auspicare alla catarsi purificatrice e moralizzatrice.

nervifrank
Scritto il 6 Dicembre 2010 at 16:53

Io propendo per il punto 2), al quale arriveremo però attraverso altri mini-shock che convinceranno i più riottosi, tipo Trichet e i tedeschi.

E dopo…. spazio alla corsa dei metalli preziosi! (già iniziata, del resto).
Ma anche degli indici più interessanti.

paolo41
Scritto il 6 Dicembre 2010 at 17:29

Dream Theater,

in una visione di lungo termine, anche se ci sarà da fare grossi sacrifici nei primi due anni, penso che la soluzione migliore sia la terza. Restare nell’euro è come avere un cappio al collo, siamo già in apnea…. e non credo in un’unione di economie, perchè prevarranno sempre gli egoismi nazionali.
Sono convinto anch’io che per il sistema finanziario tedesco sarebbe una mezza disgrazia.

La seconda soluzione (monetizzazione) potrebbe prevedere la contemporanea emissione di eurobond, caldeggiata anche da Amensa, ma alla proposta fatta, proprio oggi, da Tremonti ha già risposto picche la Merkel.

Per me la situazione è controllata dalla Germania e dalla Francia e Olanda a ruota: devono salvare le loro banche, naturalmente scaricando i costi su tutta la comunità.

Sotto il profilo industriale i paesi più forti, con la comunità dell’euro, sono… in paradiso con tutti i mercati periferici che comprano i prodotti tedeschi e le aziende italiane, per essere competitive saranno costrette sempre più a delocalizzare o a vendere (praticamente, come è già successo nel passato, “vendono quote di mercato” e la forza di lavoro italiana va prima in cassa integrazione e poi a spasso…)

Sono stato oltremodo sintetico perchè questi concetti li ho già sviluppati varie volte, ma spero di essere stato sufficientemente chiaro.

smsj
Scritto il 6 Dicembre 2010 at 20:32

nervifrank,

Ciao Nervifrank. Sui metalli preziosi concordo, quali indici ritieni interessanti?

paolo41
Scritto il 6 Dicembre 2010 at 20:50

qualche commento aggiuntivo: la proposta di Tremonti (e Juncker) di emettere eurobond è stata respinta, innanzitutto perchè…presentata dall’Italia e, in secondo luogo, per il fatto che era limitata al 40% del debito di ciascun stato. Così è ovvio che non sta in piedi, perchè sul resto del debito, non venendo garantito dalla EU, aumenterebbe immediatamente lo spread rispetto a qualsiasi benchmark.
Comunque resta il problema di fondo: cosa vuol fare la Germania ???? tenendo presente che dal 2013 gli attuali piani di finanziamento tipo Grecia e Irlanda decadono????
E’ scontato che la Merkel gioca fra le pressioni interne che vengono sia da chi vuole una Germania indipendente dai problemi europei sia dalle banche e dalle industrie che, pur con motivazioni diverse, hanno tutto l’interesse di rimanere nell’euro.
In questo caotico scenario, dove i soldi prestati a Grecia e Irlanda sono, con elevata probabilità, buttati al vento, l’EU non ha una soluzione di breve nè tantomeno una visione del futuro.
Allora si preferisce dilazionare il problema (anche se, col tempo, rischia di ingigantirsi ulteriormente); chi ci guadagna in assoluto è la Germania, innanzitutto perchè gli aiuti per finanziare gli stati in crisi sono suddivisi fra i componenti dell’EU e, in secondo luogo perchè ha occasione di spremere ancora, con le sue esportazioni, i già spremuti mercati periferici, in particolare quelli del sud e dell’est europeo.
E il cappio continua a stringersi!!!!

smsj
Scritto il 6 Dicembre 2010 at 20:59

paolo41,

E’ proprio così, sono proposte poco autorevoli e sempre poco coraggiose e non risolutive ai fini di dare fiducia ai mercati, che anche oggi spostano i capitali fuori dall’euro.
Credo che la Germania stia giocando per se stessa: non farà finire l’euro, ma nel frattempo esporta come non mai godendo dell’euro tenuto basso dalla mancanza di fiducia.
Per il resto tutti gli interventi in Europa e al di là dell’Atlantico servono ad una cosa sola:
COMPERARE TEMPO.

nervifrank
Scritto il 6 Dicembre 2010 at 21:56

smsj@finanza,

Come indici il Dax e il Bovespa anche se secondo alcuni quest’ultimo sarebbe sopravvalutato.
Ma se più avanti dovesse partire un pò di sana inflazione, mi sa che la sopravvalutazione sarà una cosa relativa.

Scritto il 6 Dicembre 2010 at 23:10

smsj@finanza,

paolo41,

Certo, comperare tempo. Ma comperare tempo significa pagare per spostare in avanti un problema senza risolverlo. Il problema sta nel fatto che l’UE è Unione solo teorica. E cme scrivevo nel post, o si cambia drasticamente registro e si fanno delle scelte soprattutto di tipo politico, o qui si aggiungono danni ai danni. Mettiamola così: di soluzioni ce ne sono diverse e tutte possono avere lati positivi e/o negativi. Ma l’importante ora è prendere una strada. Ma dubito che ci sia coesione nel breve per decidere di intraprendere una strada comune…. 😕

smsj
Scritto il 6 Dicembre 2010 at 23:18

Dream Theater,

Purtroppo è così, le istituzioni e tutti quanti si spera che il tempo e il doping monetario, come nelle crisi “normali” precedenti, facciano ripartire la macchina, magari con l’ausilio della spinta dei mercati emergenti. come quando provi ad accendere un’auto con la batteria che va scaricandosi: o ci riesci nei primi tentativi o tutti i successivi saranno sempre meno incisivi e senza più speranza di riavviare il motore. Potrebbe anche succedere un’ennesima volta, io personalmente lo spero. Poi chiaro bisognerà mettere mano al motore.

Scritto il 7 Dicembre 2010 at 00:13

smsj@finanza,

HO cercato di mettere in sieme un paio di idee che domani troverete in un post denominato “la guerra dei poveri”. Che tristezza…. 😯 😐

buona notte a tutti! 🙂

E…domani è un altro giorno (Rossella O’Hara)…. buono per far fallire i PIGS (Angela Merkel)…

nervifrank
Scritto il 7 Dicembre 2010 at 09:35

Dream Theater,

Sì ma i tedeschi non devono scherzare con il fuoco.
Perchè se facessero fallire Spagna o Italia ne risentirebbero anche loro.
La lezione Lehman è servita a qualcosa o no?

    Scritto il 7 Dicembre 2010 at 09:59

    Infatti sono convinto che alla fine prevarrà una scelta più “politica”. Sono proprio i tedeschi i primi ad avere grossi interessi sui PIGS. La Merkel fa politica, non dimentichiamo che presto ci saranno le elezioni in Germania, e la buona Angelina dice ai media quello che i tedeschi vogliono sentirsi dire…

nervifrank
Scritto il 7 Dicembre 2010 at 10:02

Dream Theater,

🙂

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