in caricamento ...
PRIVATE BANKING: come è composta l’asset allocation tipica in USA?
L’argomento è stato già ampiamente discusso nei giorni passati. Ho provato più volte a condividere il mio parere sul ruolo e l’importanza dei private markets. Sia come fonte di decorrelazione che di diversificazione. Oltre che componente rilevante di performance nel lungo termine.
Riprendetevi questo post che per me rappresenta un VERO MANIFESTO sull’argomento (clicca qui).
Ma non solo. Visto il tasso di risparmio in Italia, il mondo del private markets domestico, praticamente vergine, potrebbe essere incentivato e spinto anche da sovvenzioni governative. Una valanga di denaro NON pubblico che potrebbe convergere in investimenti reali nel nostro Bel Paese. E Dio solo sa quanto ne abbiamo bisogno in Italia!
Mi è capitato tra le mani un report di US Citigroup Private Bank, dove si capisce perfettamente la differenza culturale in ambito di finanza tra questi due paesi ma che deve rappresentare per noi non solo un modello a cui tendere ma anche un qualcosa che ci deve insegnare dove dobbiamo andare.
Per la cronaca i Family Office Americani hanno un’asset allocation media proposta che prevede il 46% investito in asset alternativi, come Private Equity, Real Estate ed Hedge Fund, il 22% in azionario, il 16% in obbligazionario e il 12% in cash.
Notate delle differenze se paragonata alla nostra tradizionale asset allocation italica? Direi proprio di si, e questa asset allocation private “Made in USA” dimostra che gli asset alternativi sono una fonte importante di diversificazione e decorrelazione rispetto ai mercati tradizionali, e sono una componente IMPORTANTE che non si può sottovalutare.
Le potenzialità di Private Debt, Private Equity, Real Estate ed Hedge Fund sono note visto che possono offrire rendimenti superiori rispetto agli investimenti tradizionali, ma richiedono anche una maggiore attenzione e competenza nella gestione del rischio, il che rappresenta la normalità visto che in certi ambiti (Private Banking & Wealth Management) ci sono gli strumenti per offrire anche dei servizi di monitoraggio della volatilità.
C’è bisogno di un percorso di educazione finanziaria importante che parte però proprio dai consulenti e dai private banker. Solo loro i primi a dove conoscere al meglio e trasmettere tutte le potenzialità di questo mondo agli investitori.
STAY TUNED!
–