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PREVISIONI TASSO INFLAZIONE: difficile vedere scendere i tassi di interesse
Quanto è importante per l’intermarket il tasso inflazione? Tantissimo. Perché poi dal tasso inflazione, dovuto anche dal prezzo delle materie prime, dipende la politica monetaria, i tassi di interesse, i rendimenti dei titoli di stato, il rendimento differenziale dell’equity e tutto il resto.
Le aspettative di inflazione per il 2024 sono state oggetto di molte discussioni e analisi. Ecco un riassunto delle previsioni più recenti:
• I previsori della Bce hanno rivisto al rialzo le loro aspettative di inflazione per il 2023 e il 2024. Queste si attestano rispettivamente al 5,9% e al 2,7%, rispettivamente 0,1 e 0,3 punti percentuali in più rispetto alla precedente tornata di sondaggi.
• Secondo l’analisi dell’Istat, l’inflazione italiana andrà a scendere già da quest’anno – la previsione è di un aumento del 5,7% – ma soprattutto l’anno prossimo. Nel 2024, infatti, il carovita potrebbe aumentare del 2,6%, poco sopra il target del 2% fissato dalla Banca centrale europea.
• Le prospettive di «un’inflazione più alta più a lungo» fanno aumentare le probabilità di un rialzo, stimate dagli analisti, dal 50% al 75%. La proiezione aggiornata per il 2024 è, infatti, ben al di sopra dell’obiettivo della Banca centrale del 2% e al 3% previsto a giugno scorso.
Queste previsioni riflettono una combinazione di risultati dei dati recenti, effetti indiretti ancora più forti e più ampi del previsto dell’andamento dei prezzi dell’energia, nonché una crescita salariale più elevata del previsto. Tuttavia, è importante notare che queste stime possono cambiare in base all’evoluzione dell’economia globale e nazionale.
Ma il mercato che ne pensa?
Il grafico qui sopra vi illustra l’inflazione attuale CPI sia in Eurozona e sia in USA. Troverete anche il tasso forward 2y2y e 5y5y, ovvero il tasso inflazione previsto tra due anni per i due anni successivi e stesso discorso per i 5 anni.
Come potete vedere, la cosa curiosa è che le previsione di inflazione negli USA (4.2-4.5%) è superiore all’attuale tasso CPI (3.7%), cosa diversa in Europa dove ci si attende un’inflazione pari a circa un 3.2-3.5% decisamente inferiore a quella attuale (4.3%).
Quindi con questi presupposti, difficile prevedere crolli repentini dei tassi nei prossimi mesi. E anche oltre.
STAY TUNED!
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buongiorno Danilo, quello che dici qui sopra mi trova sostanzialmente d’accordo……Il “Driver” ribasso dell’inflazione è piuttosto congelato quindi è vero che ” difficile prevedere crolli repentini dei tassi nei prossimi mesi. E anche oltre….”
però…. disquisendo a proposito del famoso “pivot” sui tassi e sapendo che il mercato anticipa sempre un pò, non sarebbe una idea sballata accumulare BOND AAA magari Treasury Bond sui quali esiste una consistente posizione short ( non hai un indicatore che quantifichi questo short??? magari sul mercato dei futures) magari sterilizzando il cambio