POPULISMO e AUSTERITY: il dubbio amletico tra RISTORARE e TASSARE

Scritto il alle 11:30 da Danilo DT

 

Se chiediamo ad un gestore o ad un consulente quali siano i pericolo per il 2021, potremmo sentirne di ogni. L’elenco è lungo, proprio perché il momento è particolarmente complesso, ma probabilmente in pochi avrebbero risposto con una tematica che continua ad essere presente e che diventerà sempre più forte, secondo me.
Sto parlando del POPULISMO. Un populismo che verrà alimentato sicuramente dal peggioramento economico e quindi non solo dalla fine della presidenza di Donald Trump.

Ragioniamo un attimo. Ci troviamo con nuovi lockdown e nuove necessità di sostegno. Quindi l’impegno delle banche centrali dovrà essere accompagnato da un sostegno fiscale che non potrà rallentare. Più lockdown, più sostegno al sistema e quindi, purtroppo più deficit e più debito.

Il risultato è persin troppo chiaro. Il rapporto deficit PIL e successivamente debito PIL non può che lievitare. un esempio su tutti che ci interessa direttamente. Il debito pubblico italiano toccherà il 158,5% del Pil, nuovo record del dopoguerra e sopra l’obiettivo del 155,6% fissato a settembre.

Dove sta il problema? Fino ad ora, si è data ampia disponibilità ai Governi. Mai era successa una situazione del genere e quindi ok a nuove forme di sostegno pubblico e soldi a pioggia per dare “ristoro” alle attività economiche. Ma possiamo pensare che questa fase di spesa possa durare all’infinito, visto che così facendo non faremo che aggiungere debito al già insostenibile debito?

La risposta è no, ovvio. Ma qui si scatena un problema quasi banale ma purtroppo molto concreto. Come recita un vecchio detto, non si può pretendere la botte piena e la moglie ubriaca. Infatti se da una parte è evidente la necessità di continuare a sostenere l’economia con tutti gli aiuti possibili, fino a quando ce ne sarà bisogno, c’è già chi chiede invece di ragionare con un piano di exit strategy e quindi di rientro dal debito. in altri termini, AUSTERITY. Ovvero cercare di rientrare progressivamente nei parametri di Maastricht. Parlando di ITALIA è utopico un rapido rientro nei parametri, ma quantomeno si inizia a chiedere un’inversione di tendenza. Partendo da dove? Fin troppo semplice. come con il mitico confetto Falqui, basta la parola: IMPOSTA PATRIMONIALE.

(…) Per farla breve, palazzo Koch ha suggerito al governo di tassare di più la ricchezza, il patrimonio immobiliare per abbassare la pressione fiscale sulle buste paga e sul reddito da lavoro. (…)  “Riforma fiscale, con adeguato spazio alle semplificazioni, ad un fisco ‘friendly ma non troppo’ verso i contribuenti, alla necessità di salvaguardare la competitività ; ma anche, senza pregiudizi in alcuna direzione, ai temi che solo in Italia sono considerati tabù, temi che tutti i partiti, pavidi, non osano neppure pronunciare : imposta ordinaria sul patrimonio, imposta di successione, imposizione sugli immobili e aggiornamento del catasto, imposizione sul lavoro, ecc. (…) Insomma (…) si consiglia a Conte di mettere le mani nel portafoglio degli italiani già provato dai continui scippi di imposte e balzelli. (…) [Source

La voce in questo contesto è quella di Mario Monti, uno dei padri della filosofia sull’argomento Austerity. Ma è una voce condivisa anche da terze parti. Ma è un ragionamento che va in pieno contrasto con l’assistenzialismo chiesto al Governo. Il dubbio amletico quindi è:

RISTORARE o TASSARE?

La risposta potrebbe essere “tutti e due”, ma ritengo sia difficile ottenere risultati che non abbiamo effetti tellurici. Quindi, tornando alla tematica iniziale, se nella logica vien da dire “più deficit, meno populismo”, diventa quindi matematico pensare che con “più tasse, tensione che cresce geometricamente”. Immaginatevi come verrebbe preso in questo contesto, per il titolare di un’attività, non solo il “taglio del sostegno” ma anche un colpo di mannaia ai suoi risparmi ed al suo patrimonio. Insostenibile.

Anche se con tutte le criticità del caso, una politica fiscale fortemente espansiva, servirebbe proprio a disinnescare il populismo che si alimenta della pur fondata critica alle diseguaglianze che si sono generate ed ampliate negli ultimi anni. Diseguaglianze che sono state alimentate anche dalla politica monetaria. Sembra assurdo ma se ci pensate bene, è così. Possiamo dire che l’intervento delle banche centrali abbia sostenuto le classi più deboli? Oppure abbia alimentato e gonfiato chi invece già aveva risparmi, patrimoni e denaro?

Quindi ci troviamo già fin da subito di fronte a un grande problema, un dilemma bello e buono.

RISTORARE o TASSARE?

Ma poi c’è sempre lo spettro dell’inflazione

Ma non è finita qui. Infatti ipotizziamo che i “ristori” continuino a pioggia in ogni dove e tralasciamo per un attimo il ruolo e la situazione italiana. L’Helicopter Money che si viene a generare, come detto prima, avrebbe un impatto sui consumi, e molto probabilmente sull’inflazione. Come già si sconta su certi mercati (USA), l’impatto di questo sostegno porterà ad un aumento del tasso inflazione e quindi, come è logico pensare, se sale l’inflazione, le banche centrali iniziano a ragionare in ottica restrittiva (aumentando i tassi di interesse), per evitare che la situazione sfugga di mano. Al momento, come detto, non è successo ancora nulla e tutto risulta “sotto controllo”.

E facciamo molta attenzione a dire che “fino ad ora non è successo nulla e sarà sempre così”, perchè l’economia non è un mostro statico. Si muove, si evolve, si aggiorna e spesso lo fa in modo silenzioso, regalando sorprese che costringono a violenti colpi correttivi. Inutile ricordare, tornando al discorso iniziale, che nel mondo si è creato un tale stock di debito, pubblico e privato, che se realmente dovesse comparire inflazione, le banche centrali si troverebbero di fronte ad una difficile scelta:

  1. contrasto l’inflazione in modo tradizionale, facendo salire i tassi di interesse. Le conseguenze sarebbero veramente devastanti, visto l’immane stock di debito che si è generato in questi anni
  2. assecondo lo scenario inflattivo e mi metto a comprare tutto il debito possibile ed immaginabile. Facciamo la fine del Venezuela? Mah, qui andiamo a finire in terreni inesplorati. Intanto però, a questo proposito (e forse qui iniziate a capire il perchè della mia crescente attenzione nei confronti delle criptovalute) diventa chiaro il perchè le banche centrali stanno iniziando a studiare in modo MOLTO concreto la possibilità di associare alla moneta tradizionale anche la variante Crypto.

Dire che il momento sia molto complesso è ovviamente una banalità, ma nessuno può negare che, visto dal di fuori, stiamo vivendo un momento talmente unico ed imprevedibile che ci porterà in terreni fino ad ora inesplorati, dove non si potrà di certo dire “si è sempre fatto così” e tanto meno ci si potrà appoggiarsi su teorie economiche di cui i libri accademici sono pregni. Stiamo scrivendo la storia, e temo che, nel bene e nel male, ne vedremo delle belle…

STAY TUNED!

Danilo DT

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1 commento Commenta
kociss01
Scritto il 19 Gennaio 2021 at 15:06

siccome il debito pubblico fuori controllo sara’ un problema mondiale nei prox anni (in italia lo e’ gia’) serve generare una inflazione controllata dal 2 al 5% in crescita gradualmente per far si che
piano piano intacchi la mole mostruosa del debito…semmai i problemi saranno:
1 -come farla partire sta benedetta inflazione come giustamente predica da anni il ns amico Mazzalai siamo dentro ad una DEFLAZIONE DA DEBITO EPOCALE E NON SARA’ X NULLA FACILE innescare questo processo
2- ammesso di riuscire a generare una crescita inflattiva si trattera’ poi di riuscire a controllarla e non farci scoppiare l’ordigno fra le mani ..e qui le banche centrali dovranno inventarsene
di tutto e di piu’…… detto cosi’ sembrerebbe un problema irrisolvibile…

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