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ECONOMIA: il beneficio del dubbio sul futuro
Secondo molti la crescita economica globale NON è a rischio. E la Cina frena ma non danneggerò più di tanto mercati ed economie. Non voglio fare il “gufo” e fare arrabbiare politici ed industriali, ma … posso avere qualche dubbio in merito?
Permettetemi quantomeno il beneficio del dubbio. Che l’economia globale sia tutta rose e fiori, beh, si sa che non è così. Come ormai sta diventando chiaro a tutti la “grande transizione” che vede protagonista la Cina.
Un passaggio da “paese emergente” ad economia più matura, più globale e più equilibrata, un processo però che, viste le dimensioni epiche del colosso cinese, non sarà breve e tantomeno indolore.
Un PIL della Cina che, secondo me, andrà anche sotto al 6,3%, export in calo, consumi fermi, inflazione sotto il 3%, boom dei prestiti bancari, shadow banking che rischia di andare “fuori controllo”, debito privato molto, troppo elevato che è cresciuto del 75% in 5 anni, disoccupazione in aumento, yuan che si svaluta sull’USD a causa sopratutto degli outflows.
Debito privato: la grande corsa della Cina
La frenata cinese preoccupa tutti, sia i paesi limitrofi ma anche gli altri continenti. Come ho detto, le dimensioni della Cina non sono “ordinarie”. E’ diventata la seconda potenza economica globale (esclusa la totalità dell’UE) . Preoccupa quindi la tenuta del Pil Usa nell’anno elettorale e l’irrisolta crisi del debito europeo.
Ma attenzione, se la Cina frena e anche l’economia USA inchioda la sua corsa, quale sarà il destino dell’economia globale?
I dati in arrivo dalla FED di Atlanta, tipicamente molto pessimistici, non sono certo bene auguranti.
PIL USA by Fed Atlanta: previsioni
Ma la cosa che preoccupa che non solo loro iniziano a vedere nero. Eccovi la previsione di Barclays:
Perbacco, qui si frena sul serio! E se così fosse, verrebbe scoperto il “grande Bluff” della FED di cui ho parlato nei giorni scorsi. Altro che grandi percorsi rialzisti (progressivi e moderati, ma nel complesso importanti) dei tassi di interesse. Con questo tasso di crescita, col piffero che sale l’inflazione. E se l’economia frena, aumentare i tassi senza inflazione sarebbe uno splendido modo per autolesionarsi. Impensabile.
Ah già, ma di cosa ci preoccupiamo! L’economia USA tira no? E l’occupazione va alla grande! Certo. Poi si scopre (e noi lo diciamo da tempo immemore) che i dati sono certo belli ma la qualità del lavoro USA lascia molto a desiderare. Guardatevi la percentuale degli occupati. Oppure andate a prendervi il grafico ( che vi riporto) dei lavoratori part time. E’ un caso che sono ai massimi? E ovviamente sono tutti occupati per i dati macro. Ma credo che un part time non vale a livello economico un full time. O per lo meno, correggetemi se sbaglio.
Lavoratori part time USA
Dicevo in apertura, concedete il il beneficio del dubbio. Ma poi forse il dubbio ce lo stiamo togliendo, come sempre, con i dati che fotografano la realtà dei fatti.
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