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ECONOMIA: il beneficio del dubbio sul futuro

Scritto il alle 14:30 da Danilo DT

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Secondo molti la crescita economica globale NON è a rischio. E la Cina frena ma non danneggerò più di tanto mercati ed economie. Non voglio fare il “gufo” e fare arrabbiare politici ed industriali, ma … posso avere qualche dubbio in merito?

Permettetemi quantomeno il beneficio del dubbio. Che l’economia globale sia tutta rose e fiori, beh, si sa che non è così. Come ormai sta diventando chiaro a tutti la “grande transizione” che vede protagonista la Cina.
Un passaggio da “paese emergente” ad economia più matura, più globale e più equilibrata, un processo però che, viste le dimensioni epiche del colosso cinese, non sarà breve e tantomeno indolore.
Un PIL della Cina che, secondo me, andrà anche sotto al 6,3%, export in calo, consumi fermi, inflazione sotto il 3%, boom dei prestiti bancari, shadow banking che rischia di andare “fuori controllo”, debito privato molto, troppo elevato che è cresciuto del 75% in 5 anni, disoccupazione in aumento, yuan che si svaluta sull’USD a causa sopratutto degli outflows.

Debito privato: la grande corsa della Cina

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La frenata cinese preoccupa tutti, sia i paesi limitrofi ma anche gli altri continenti. Come ho detto, le dimensioni della Cina non sono “ordinarie”. E’ diventata la seconda potenza economica globale (esclusa la totalità dell’UE) . Preoccupa quindi la tenuta del Pil Usa nell’anno elettorale e l’irrisolta crisi del debito europeo.

Ma attenzione, se la Cina frena e anche l’economia USA inchioda la sua corsa, quale sarà il destino dell’economia globale?
I dati in arrivo dalla FED di Atlanta, tipicamente molto pessimistici, non sono certo bene auguranti.

PIL USA by Fed Atlanta: previsioni

fed-atlanta-forecast-gdp-pil-usa

Ma la cosa che preoccupa che non solo loro iniziano a vedere nero. Eccovi la previsione di Barclays:

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Perbacco, qui si frena sul serio! E se così fosse, verrebbe scoperto il “grande Bluff” della FED di cui ho parlato nei giorni scorsi. Altro che grandi percorsi rialzisti (progressivi e moderati, ma nel complesso importanti) dei tassi di interesse. Con questo tasso di crescita, col piffero che sale l’inflazione. E se l’economia frena, aumentare i tassi senza inflazione sarebbe uno splendido modo per autolesionarsi. Impensabile.

Ah già, ma di cosa ci preoccupiamo! L’economia USA tira no? E l’occupazione va alla grande! Certo. Poi si scopre (e noi lo diciamo da tempo immemore) che i dati sono certo belli ma la qualità del lavoro USA lascia molto a desiderare. Guardatevi la percentuale degli occupati. Oppure andate a prendervi il grafico ( che vi riporto) dei lavoratori part time. E’ un caso che sono ai massimi? E ovviamente sono tutti occupati per i dati macro. Ma credo che un part time non vale a livello economico un full time. O per lo meno, correggetemi se sbaglio.

Lavoratori part time USA

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Dicevo in apertura, concedete il il beneficio del dubbio. Ma poi forse il dubbio ce lo stiamo togliendo, come sempre, con i dati che fotografano la realtà dei fatti.

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Danilo DT

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