Petrolio e speculazione su Brent e WTI
Visto che oggi si parla di volatilità, vi parlo anche di un asset decisamente volatile in queste ultime sedute.
Vi parlo di oro, ma non quello giallo,bensì quello nero, ovvero il petrolio.
Non so se vi siete accorti del fatto, ma negli ultimi giorni, il petrolio ha fatto degli alti e bassi mica da ridere. Si è ballato in questi giorni come dei disperati tra i 75 e gli 80 $/bar, in modo quasi isterico, vittime delle news, della volatilità e…della speculazione.
Lasciamo da parte un attimo i “fondamentali” e andiamo a focalizzarci sulla speculazione.
A New York come a Londra , la speculazione regna sovrana, anzi, per certi versi più Londra che a New York, visto che teoricamente a New York ci sarebbe la vigilanza della CFTC.
Solo che i suoi controlli sono farlocchi anche perché… udite udite, a capo del CFTC alias Commodity Futures Trading Commission, c’è un tale Gary Grensler, voluto da Obama in persona . E questo Mr. Grensler ha lavorato 20 anni nella nostra cara amiche di mille avventure, GS, Goldman Sachs. E se proprio volete saperlo, sempre Grensler è stato anche al Ministro del Tesoro, quando c’era Clinton, assieme a Robert Rubin, il quale proveniva, ma guarda un po’, anche da Goldman Sachs.
Dopo avervi fornito questo bel quadretto di famiglia che vi aiuterà ad aumentare la vostra convinzione che Goldman Sachs ormaì è peggio della piovra, andiamo ai fatti.
Goldman Sachs e la speculazione sul petrolio
Recentemente da uno studio, partito proprio da New York, risulta appunto che la speculazione sta dominando sul mercato del petrolio. E questo lo sapevamo già. Ma sembra proprio Londra la nuova base della speculazione, in quanto considerata più permissiva e con regole ben più blande di quelle decise dalla CFTC a New York. I future sul mercato londinese sono passati dal 20% del 2002 al 50% di oggi in mano speculative ed oggi sempre a Londra si tratta un volume di futures pari a circa 7 volte il petrolio estratto giornalmente, ovvero si trattano circa 600 milioni di barili.
Se non è speculazione questa.
Quindi capite bene che con questi volumi, si può condizionare allegramente il mercato (anche se qualcuno su questo blog, tra i lettori, non è ancora molto convinto di questo) con la possibilità di pilotare il prezzo un po’ dove si vuole. Proprio perché i “commercials” hanno sempre meno peso. E i “non commercials”, gli speculatori, tra cui le banche, regnano sovrani.
Ma non preoccupiamoci. Recentemente il CEO di Goldman Sachs si è detto comunque pentito dell’operato della sua società. Intanto però i miliardi di utili che Goldman Sachs fa, li crea solo con la speculazione, come detto in passato sui post scritti a proposito del bilancio di Goldman Sachs.
Però permettetemi comunque di dirvi una cosa. Vista l’influenza di Goldman Sachs proprio su questo mercato, credo che difficilmente si redimeranno, e molto probabilmente peccheranno ancora.
Anzi, la potentissima Isabel Ealet, responsabile per il ramo Commodity di Goldman Sachs, alle cui dipendenze ci sono 200 professionisti, considerata da Fortune una delle donne più potenti del mondo, ha scommesso sul petrolio a 95 dollari entro il 2010., dopo aver centrato diversi altri target price in passato sempre sull’oro nero.
Segnamocelo, per scrupolo, sull’agenda.
Un’ultima postilla. Voglio SOTTOLINEARE che io non ce l’ho assolutamente coi derivati. Sono prodotti utilissimi e validi. il problema è l’uso che se ne fa. Sia ben chiaro.
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