Perché salvare la Grecia se è fallita?

Scritto il alle 14:45 da Danilo DT

Crisi Grecia

Questi sono giorni drammaticamente importanti per la Grecia. Ma non solo per lei. E più passa il tempo , più mi sale l’angoscia e la rabbia. Ma non perché la Grecia verrà salvata oppure verrà fatta fallire (ipotesi non più fattibile), ma per come vengono gestite le cose nel mondo della finanza.

Ricorderete probabilmente quel post in cui mi sono sfogato in modo inequivocabile, accusando il sistema bancario di corruzione e di abuso di posizione dominante.
Parole anche dure, che probabilmente non saranno condivise da tutti. Ma che ho difficoltà a sostituire con termini più equilibrati, vista la situazione e la realtà delle cose.
Se poi andiamo a vedere cosa sta accadendo nella gestione della Crisi Greca, una crisi che definire tragedia diventa limitativo, non posso che addirittura rincarare la dose.

110.000.000.000

 

 

Centodieci miliardi di Euro la cifra pattuita da Fondo Monetario Internazionale ed Unione Europea per il salvataggio dell’anno (…speriamo che non ce ne siano altri di queste dimensioni). 110 miliardi di buoni motivi per avere qualche dubbio sulla gestione dell’operazione.

Molti di voi mi staranno paragonando a quei tedeschi che, contrari all’invio della scialuppa di salvataggio nel Mar Egeo, protestano sonoramente contro il piano della Merkel che invece è tutto a favore del sostegno tedesco. Brutto a dirsi, ma sono d’accordo con loro. E lo sapete perché? Perché i tedeschi hanno capito perfettamente una cosa. Qui non si tratta di salvare uno stato. Si tratta di beneficenza, soldi che non torneranno indietro, soldi che verranno inghiottiti dal sistema. Ma con quale fine? Indovinate: per salvare le banche.
Mi spiego meglio.

 

La Grecia è tecnicamente fallita

 

Ditemi quello che volete, ma la Grecia è già fallita. Si, tecnicamente lo è. Non possiamo parlare di crisi di liquidità legata ad esigenze di tesoreria. La Grecia oggi non può onorare i suoi debiti in scadenza. E non potrebbe essere diversamente, visto che il rapporto debito/PIL è del 115%, il deficit di bilancio è pari al 14% sul PIL e, fate ben attenzione, il PIL è previsto in calo del 4%.

Ma c’è di più. Papandreou & Co, devono rimettere a lucido il bilancio pubblico. E quindi si apre una stagione di austerity senza precedenti. Il che significherà taglio di stipendi, aumento delle tasso, congelamento di pensioni. E tutto questo cosa comporta? Semplice, ulteriore frenata della crescita. Che quindi peggiorerà ulteriormente.
E’ quindi più che logico che (se la matematica non è un’opinione), diminuendo il PIL in modo violento, il ratio Debito/PIL non potrà che peggiorare ulteriormente.
E come era ampiamente previsto su queste pagine, i greci non sono proprio entusiasti di questo piano di austerity. Le sommosse civili non sono che appena iniziate. E questo sarà un altro elemento che porterà crisi, rallentamento e problemi.
Quindi capite benissimo che la situazione è molto più grave di quanto si possa immaginare e quindi sta iniziando a girare viziosa e inquietante come l’ombra di un avvoltoio, l’ipotesi di un default che come sia, ci sarà.
Ovvia conseguenza, si inizia a subodorare il fatto che il mega prestito concesso non potrà mai rientrare nelle casse dei paesi che sosterranno la Grecia e quindi sarà niente poco di meno che una cifra elargita in beneficenza… No scusatemi… Non è giusto parlare di beneficenza, perché qui non si salvano vite umane. Ma si salvano bilanci e management.

Si, avete capito bene, perché questo bailout sarà soprattutto utile alle banche della Germania e della Francia, esposte per circa 80 miliardi di Euro sullo stato ellenico. E allora diamo a Cesare quel che è di Cesare.
Il sostegno che si vuole dare con questo finanziamento non è per la Grecia. Certo, la Grecia ne beneficerà, ma saranno ancora una volta banche e assicurazioni “potenti” a trovare l’ennesimo paracadute. E alla fine, chi pagherà quindi il debito greco? Tutti noi, risparmiatori ed ignari cittadini italiani, in buona compagnia con tutti gli altri soggetti che subiranno magari unan maggiore pressione fiscale per poter elargire cifre al Peloponneso.
Quindi converrebbe far fallire la Grecia?
Ma certo che no!
E allora! Che si può fare?

 

La terza via

 

Ho trovato illuminante e molto semplice (da leggere) un articolo apparso  qualche giorno fa con autore Luigi Zingales, un personaggio che usa questo pseudonimo ma che invece di nome fa Robert McCormack
Oltre al salvataggio appena concesso, e oltre all’ipotesi del default c’era anche un’altra alternativa.
Visto che il problema impellente per la Grecia era la scadenza di bond a metà maggio, si poteva intervenire d’ufficio con una specie di Rinegoziazione del debito con uno spostamento in avanti delle scadenze. In questo modo la Grecia avrebbe avuto più ossigeno in quanto non soffocata dalle scadenze impellenti e ci sarebbe stato modo di intervenire in maniera più equilibrata e tranquilla.

Quali sarebbero le conseguenze di questa presa di posizione? Ce lo dice Zingales…

 

…il rischio maggiore di questa manovra sarebbe per le banche greche. Il parziale consolidamento avrebbe un immediato effetto sul valore dei titoli pubblici greci con un impatto immediato sul patrimonio bancario. Mentre le banche francesi e tedesche dovrebbero essere in grado di assorbire il colpo, quelle greche, che secondo uno studio di Barclays detengono 42 miliardi di euro, rischierebbero l’insolvenza. Anche in questo caso, la soluzione non sarebbe un bailout incondizionato, ma un sostegno selettivo. Se le banche greche sono a rischio, l’Fmi potrebbe prenderne controllo, garantendone i depositi e i debiti interbancari, ma spazzando via gli azionisti e, se le perdite lo richiedono, anche gli obbligazionisti. Si tratterebbe di una nazionalizzazione, ma non operata dal governo greco, con i rischi di corruzione e influenza politica che questo comporterebbe, ma da parte dell’Fmi, che si impegnerebbe a riprivatizzare quanto prima, recuperando con questo i possibili costi dell’intervento. L’esborso in caso di intervento non dovrebbe superare i 10 miliardi di euro.

 

Tutto forse troppo semplice o troppo logico. O forse poco conveniente per banche ed assicurazioni che dominano il mercato.
Ah già… scusate… mi ero dimenticato.
L’economia ormai non si giudica più per logica, ma per peso politico.

 

Ma esiste comunque un rischio default?

 

Ma non è finita. Oltre il danno la beffa. Infatti come dicevo, malgrado il mega aiuto, è dato per scontato da più parti che la Grecia dovrà comunque fare default e rinegoziare il debito (con un minor valore nominale). Quindi oltre al nostro danno economico, la beffa finale.

E non dimentichiamo mai un’ultima cosa. Stiamo aiutando un paese che ci ha fregato tutti, comunicando dati falsi per poter entrare nell’Unione Europea.
E noi, oltre ad averli fatti entrare, ora dobbiamo prima salvarli, regalargli dei soldi, vederli fallire e poi aiutarli magari anche crescere.

240 miliardi (questo è il totale dei bond greci in circolazione) di obbligazioni al 7% medio, un numero insostenibile per lo stato ellenico. Per forza ci dovrà essere una rinegoziazione magari con un bel taglio del nominale.
Brutto, bruttissimo a dirsi. Ma alla fine la strada intrapresa è in assoluto quella più assurda, soprattutto per noi, perché chi paga, alla fine, è proprio chi è stato fregato.

Pensateci: voi paghereste una cauzione per fare uscire di galera un ladro che vi ha appena svaligiato la casa?

Ma perchè farsi il sangue amaro… avanti il prossimo.

STAY TUNED!

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