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Opzioni e volatilità storica/1
Il concetto di “trading della volatilità” è ancora più misterioso, nell’ambito di tutto il Creato dalla Finanza, del perché il parco buoi compra sui massimi, vende sui minimi e fa incetta di bond Parmalat e Casaforte per mettere al sicuro i propri soldi. E se è così misterioso non ne parlo. Mi limito a un cenno sulla volatilità storica perchè è argomento sufficiente per mettere in discussione comportamenti di trading ripetitivi & inconsapevoli. Oggi qualche nota tecnica e un razionale per la scelta degli strike. Next time si parlerà di volatili rapaci e da cortile, ovvero come scegliere un sottostante in base alla sua volatilità storica.
Volatilità storica, mai dimenticare il passato
Pigliatevi una sequela di prezzi di un unico sottostante e calcolate la deviazione standard delle differenze fra i prezzi di chiusura per una dato periodo a vostra scelta, ad esempio 21 giorni che fa molto Fibo. Il valore ottenuto (calcolato giornalmente) è una percentuale sempre positiva e tendente a 100. Graficamente l’insieme di questi valori percentuali descrive una linea insulsa se presa a sè stante, ma se invece la si confronta con i prezzi del sottostante allora ci può dare utili informazioni di cui ne parlo la prossima volta.
La volatilità per tutti
La volatilità storica a 21 giorni del dax di venerdì scorso era 18,9%. A fine 2008 stava sopra il 60%. Il dato di volatilità va letto così: “nei prossimi 21 giorni ho una probabilità del 68% che il valore dell’indice sia +/- 18,9% rispetto al valore attuale”. Quindi la volatilità storica è un dato statistico che ci permette di formulare una previsione su base probabilistica. Poichè la distribuzione degli scostamenti dei valori dalla media è di tipo “normale” (gaussiano) possiamo dire che il 68% si riferisce ad UNA deviazione standard (18,9% x 1 = p 68%). Se invece volessimo avere una probabilità maggiore di azzeccare lo scostamento fra 21 giorni dobbiamo per forza prevedere che ci siano scostamenti maggiori dalla media. In statistica si assume che si ha il 96% di probabilità di azzeccare uno scostamento pari a DUE volte la deviazione standard. Quindi se UNA deviazione standard è pari al 18,9%, DUE deviazioni standard sono il doppio cioè 37,8%.
La volatilità per gli opzionisti
Quindi se volessi scoprirmi sul dax a tre settimane dalla scadenza (15 giorni) CHE STRIKE SCELGO?
1. ricalcolo la volatilità a 15 giorni = 19,0%
2. vado a vedere il prezzo di chiusura di venerdì scorso = 7006
3. calcolo il 19%: 19*7006/100 = 1331
4. e penso: “se vendo ora una put 5650 o una call 8350 che scade fra tre settimane ho il 68% di probabilità di azzeccarci, non sono felice ma è meglio della monetina, e poi seguo un metodo matematico e nessuno potrà dire che sono un giocatore d’azzardo…”
Se invece volessi operare col 96% di probabilità dovrei raddoppiare lo scostamento (2662) e scegliere gli strike 4350 per le put e 9650 per le call. Va da sè che questi quattro strike anche con scadenza gennaio (quattro settimane) di fatto non esistono perchè hanno prezzo zero (in realtà la put 4350 gennaio esiste anche se vale un’inezia di più di zero ma se ci fosse a breve un po’ di ribasso diventerebbe tradabile).
Peccato, adesso che avevamo capito che la volatilità storica poteva essere un ottimo strumento per guadagnare si scopre che il Banco non è scemo e che non ci permette di tradare secondo questi ciriteri sul BREVE PERIODO.
Come fregare il Banco?
Dobbiamo vendere PIU’ TEMPO, non ci sono altre vie. Cercate i quattro strike con scadenza giugno qui e vediamo che la call 8350 non è ancora quotata ma la 8400 prezza 37 e quindi possiamo provarci. Se ne vendessi una incasserei 185 euro (ogni punto sono 5 euro) con una marginazione di circa 400 euro e quindi con rendimento teorico a scadenza del 46% (92% annuo). Questo rendimento non solo è teorico ma pure impossibile perchè nessuno al mondo potrebbe aprire una poszione del genere con solo 400 euro sul conto sapendo che ad ogni minima variazione in su il broker succhia margine. A spanne non bisognerebbe versare meno di duemila per avere una buona probabilità di non finire in margin call col dax fino a 8100 cioè sul massimo storico secolare; qui il rendimento teorico e possibile sarebbe del 10% a scadenza e quindi sarebbe più umano e coerente col mio approccio da “risparmiatore opzionista”.
La cosa “strabiliante” è invece scoprire che le put 5650 giugno sono quotate e prezzano 97!!! tre volte in più delle call 8400 malgrado abbiano la stessa distanza dal valore corrente dell’indice. PERCHE’? ma se la volatilità storica è la stessa e lo scostamento pure perchè i market makers (chisti figli ‘e ‘ndrocchia) prezzano una differenza così ampia? Nella prossima puntata cercherò di rispondere e farò notare tra l’altro le diverse volatilità storiche che caratterizzano i più svariati sottostanti e questo mi ha indotto a distinguerli in “volatili” rapaci e da cortile, ecco spiegato il senso dell’immagine accompagnatoria.
Per la cronaca registriamo che la put 4300 giugno prezza 21 mentre la 9600 vale zero. La call 9600 la incontriamo finalmente con scadenza dicembre ad un prezzo teorico (non ci sono scambi) di 23. Sempre per la cronaca il call open interest maggiore per dicembre 2011 al momento si trova a 8000 e 8400.
Ultima precisazione: nell’esempio su scadenza giugno ho tenuto buoni gli strike calcolati con volatilità a 21 giorni; a voler pignolare dovrei ricalcolare la volatilità a 6 mesi, cioè a 130 giorni di borsa, e trovo che è più bassa al 16,3%. Rifacendo i conti, per avere il 68% di probabilità a giugno dovrei vendere call 8150 e put 5850: uno short strangle 8200 e 5750 ci potrebbe stare ma non mi sento di consigliarlo perchè vendere put adesso con sei mesi alla scadenza è masochismo: le call le venderei ora senza esitazione mentre per le put aspetterei il prossimo ritracciamento tardo-invernale che ci permetterà di vendere dosi extra di volatilità implicita. Il tutto a patto però che sappiate controllare il rischio, in primis con i livelli d’allerta su margine e indice. Per avere invece il 96% di probabilità servono le put 4700 (buone) e le call 9200 (ancora zero). Ovvio che si può scegliere qualcosa di intermedio fra il 68% e il 96% e con duemila euro si può vendere una put e una call senza raddoppiare i margini, raddoppiando però il rendimento teorico…
Con questa prima nota sulla volatilità storica abbiamo ora una base razionale in più per tradare OTM.
(3 – continua)
Milano, venerdì 6 febbraio, workshop: “Trading con futures e opzioni“
Puntate precedenti:
– Quanto voglio guadagnare?
– Condor e struzzo: strategie di trading con e senza opzioni
la vola storica si chiama anche “statistica”; non c’è niente di soggettivo, è un dato nudo e crudo calcolato secondo una formuletta dove nessuno può inserire dati a suo piacimento come invece accade per la B&S dove sono i markmaker che decidono le vola implicite.
La vola storica è tanto più attendibile quanto minore è il periodo considerato e poi per l’apertura di una posizione non puoi basarti solo sulla vola storica. Come vedremo nel prossimo post la vola storica è invece assolutamente necessaria per scegliere su base razionale il sottostante da tradare.
Infatti, ke noia…ormai Gremlin è 5 stelle politico…
Bravo grem! 😉
Dream Theater,
capo, ti do un’idea per vincere la noia: perchè non passiamo a 10 stelle?
grazie!
Bell’articolo Grem come sempre d’altronde…una curiosità, tu operi sul mercato italiano (scarsamente liquido eccezion fatta per un numero molto ristretto di sottostanti), oppure su indici/azioni USA dove invece la liquidità è molto più elevata?
A presto…. 😉
😀 GRAZIE di cuore fa sempre piacere ricevere apprezzamenti
l’Italia non la faccio più da anni in tutte le sue forme non per snobismo ma per la scarsa liquidità e per l’inaffidabilità dei market maker.
I sottostanti che faccio con le opzioni in modo sistematico sono bund e eurodollaro.
L’azionario l’ho sospeso da parecchio per via della sproporzione fra incassi su scoperti e margini richiesti. Mesi fa spiegai cosa intendo per lavoro e gioco. Al momento sull’azionario ci gioco e basta comprando ogni mese qualche put atm, se mi accorgo che si continua a salire mi limito a cercare di recuperare il costo e il guadagno me lo vado a cercare sugli altri sottostanti.
Chiusura veramente perfetta.
Domani sarò più chiaro…. e vediamo ora che succede.
Buona notte!
gent.gremlin , queste cose sulla volatilità e l’uso del tempo per avvantaggiarsi capita proprio
quando io massam ho attaccato le mibo , per ora ho solo quelle , usando la scadenza di febbraio
e non di gennaio . forse marzo andrebbe meglio ?
desidererei un tuo voto da zero a 10 al mio progetto che è già a mercato .
io col mib a 20500 vendo una call e una put ambedue otm di 1000 punti . valore circa 1000 eur
l’uno . scostamenti ,in partenza , del 10% circa producono 400 eur di perdita contro i 1400 di
gennaio mentre gli incassi a 30 gg. sono quasi uguali . 1000 con feb. 900 con genn. mentre
la scad. di feb. darebbe 2100 . la marginaz. diconmi essere 25% del soldo totale.
una stupida media daily mi indica salita e io mi adeguo in modo estremamente blando.
l’intervento lo farei senza chiudere ma vendendo ancora .
a un mese potrei già incassare . rendimento ok anzi di più anche con correzioni . non nascondo
che mi piace . mi dai un voto ? se ho sbagliato hai chiuso con me . rispondi per pietà .
massam .
gent. gremlin hai avuto una pazienza enorme con me a contattarmi via email per i chiarimenti . te ne sono grato . per fortuna mia sono in leggera vincita e domattina chiudo tutto .
ti faccio nuovamente i miei migliori auguri per le feste e per tutto . massam .
massam@finanza,
Bravo Gremlin 😉
vedo con piacere che sul Bund l’ipotesi da te formulata due settimane fà si stà concretizzando.
Non mi esaltate Gremlin sennò non lo comandiamo più ed inizia a rilasciare strani Strangle da tutti i pori!
ciao Maurizio !!
Mi/ti chiedo i dati sulla volatilità storica sono OGGI congrui ?
Mi spiego. Dopo esser passati da valori di VIX pari a 20 su sino ad 80
er ora di nuovo intorno ai 20 in un tempo relativamente breve,
non è che la volatilità storica è attualmente ‘fuori linea’ ?
Un caro saluto