in caricamento ...
Opzioni scoperte: note a margine
Investimenti Protetti con opzioni
______________________________________
Devo lo spunto di questo post a Pietro che mi ha proposto la sua operatività in opzioni isoalfa (Intesa SP). Riporto più sotto un condensato delle sue mail (ovviamente per sua “gentile concessione”) per cogliere alcuni aspetti interessanti quali il rolling su scadenze successive e il reperimento di “finanziamenti” mediante apertura di scoperti sul lato meno rischioso della posizione.
In questo suo modo di operare vedo anche un aspetto quanto meno discutibile e che comunque io non approvo, cioè la scelta strategica di aprire scoperti at the money con conseguente disponibilità ad apportare sul conto nuovo capitale per la ricostituzione dei margini di garanzia in caso di margin call.
Questo post nè per lodare nè per criticare, solo per riflettere, confrontarsi e magari dialogare. Ecco cosa ha scritto Pietro (con alcune mie note, NdR):
“Mi è capitato spesso di essere corto di PUT proprio mentre il mercato scende. Quando scende la volatilità s’impenna e detto così sembra un aspetto negativo. Devo però dire che, sulla base dell’esperienza, l’aumento di volatilità che porta con sè, l’aumento dei premi su opzioni può essere sfruttato a proprio favore come nel caso di roll-over con contemporaneo aumento delle nuove posizioni rispetto alle vecchie (esempio: short ISP put 2,50 con titolo che quota 2,20. Facile chiudere 1 posizione ed aprirne 2 a 2,20 virtualmente perdita zero a scadenza abbastanza breve). Ovvio che ti servono margini adeguati…ma se sei esposto sia su call che su put probabilmente stai guadagnando sulle call e quindi ricavare qualche soldo per acquistare una put strike 2 o anche meno….in attesa che la bufera passi. In fin dei conti quando la borsa scende, anche vistosamente, ci sono salite improvvise di cui approfittare per diminuire le PUT aperte, l’importante è avere posizioni con strike molto vicino alla quotazione del titolo. Parlo per esperienza e ti citerò un caso specifico. Ero corto di molte put ISP strike 2,50 – 2,60-2,70 ma non oggi che quota 2,60 bensì quando quotava intorno ai 2,20 (NdR: “corto” sono vendite allo scoperto, ISP è IntesaSanPaolo che ora quota intorno a 2,50; l’autore sta dicendo che lui si scopre con put in the money). Ho fatto dei roll over aumentando il numero di posizioni aperte (se ne scadevano 4 sul mese corrente io ne aprivo 5 o 6 sul mese successivo) ma con strike 2,20 – 2,30 o 2,40 (a seconda dello strike da cui partivo). Ovviamente mi ricoprivo del numero di put in più (se da 4 passavo a 6, 2 le compravo per non aumentare il numero di posizioni a rischio). I soldi necessari per acq. le posizioni venivano fuori così:
a) ce li mettevo io oppure
b) un pò ce li mettevo io ed altri saltavano fuori dall’incasso della vendita di un numero maggiore di opzioni
c) ovviamente essendo molto esposto sulle put vendevo qualche call naked ben sapendo che a fronte di una call che poteva andare male avevo 4 o 5 o 6 put su cui avrei guadagnato. Per farla breve: ISP è passata da 2,20 a 2,50 poi è ridiscesa ed ora è a 2,60. Molte PUT sono diventate OTM e quindi sono state abbandonate (NdR: significa che Pietro ha chiuso in guadagno). Ma questo perchè non ho chiuso le operazioni in perdita. Le ho rollate sino a quando la quotazione del titolo mi ha dato ragione. In fin dei conti le quotazioni sono delle sinusoidi, o no? Una quotazione torna e ritorna molte volte l’importante è essere lì quando torna. Non so se mi son spiegato.
Perchè è importante avere delle opzioni vicine alla quotazione del titolo? Perchè se la volatilità è alta puoi chiudere chessò 2 o 3 posizioni in perdita aprendone solo una ovviamente a scadenza più lunga (Ndr: sulle scadenze più lunghe i prezzi a parità di strike sono maggiori e quindi posso coprire il costo della chiusura, cioè acquisto, di contratti in perdita con scadenza mese corrente ed aprirne di nuovi con scadenza più lontana anche in numero minore, dipende dallo strike e dalla scadenza scelta). Quando l’esposizione è elevata la riduzione del numero di posizioni aperte è utilissima non foss’altro per liberare margini. E poi prendo tempo. Quel tempo necessario per cambiare la strategia. Tieni presente che nessuno chiede l’esercizio anticipato di un’opzione se il premio che incasseresti vendendola è superiore alla differenza tra lo strike e la quotazione (esempio: sono corto di Fiat scad dic 2012 strike 11 e il titolo vale 12; la differenza a scadenza intesa come perdita è 500 euro ogni opzione posseduta. Ma se il premio quota quasi 3 chi la volesse esercitare ora dovrebbe pagare ben 1500 euro per assicurarsi un guadagno teorico sul sottostante di 500 euro e questo rende l’esercizio anticipato una possibilità solo teorica perchè fuori dalla logica del trading). Io intanto lavoro su scadenze più brevi e mi preparo acquistando call di difesa vendendo put.”
Adesso mi limito a commentare molto sinteticamente i tre punti che ho evidenziato in apertura e lascio a chi lo volesse la discussione su altri aspetti dell’operatività di Pietro.
1. Rolling su scadenze successive
E’ un modo efficace di sottrarsi alla “cattiveria” del sottostante… quando vendo scoperto se pianifico di difendermi in questo modo dovrò chiudere la posizione scoperta in perdita pagando una certa cifra (chiudere uno scoperto significa comprare e quindi tirar fuori soldi) e poi aprirò un nuovo scoperto su scadenza successiva e strike più lontano cercando di incassare la stessa cifra che ho pagato per chiudere il primo scoperto. Questo sistema di controllo del rischio si basa su una logica fatalista, del tipo “vedrai che prima o poi il mio scoperto scade out the money e io guadagno sempre”. Due sono i lati deboli di questa strategia di hedging:
– innanzitutto il “prima o poi”: e quanto durerà questo balletto? nessuno lo sa e perseverare in questo balletto significa pure stare continuamente dalla parte sbagliata (controtrend)
– se io apro uno scoperto oggi con scadenza fine mese e incasso 100 lire significa che io questo mese volevo guadagnare al massimo 100 lire, probabile che mi sarei accontentato anche di meno ma sicuramente volevo guadagnare qualche cosa a fine mese! o no? ma se il sottostante è “cattivo con me” e mi costringe a rollare sul mese successivo questo mese non solo non guadagno nulla ma contabilmente DEVO segnare una perdita, spesso rilevante. Quando apro il secondo scoperto sul mese successivo posso limitarmi a incassare quello che mi è costata la chiusura del primo scoperto e se il mese successivo le cose mi vanno bene avrò recuperato la perdita del primo mese e avrò pure guadagnato le 100 lire pianificate. Però ho impiegato due mesi a guadagnare 100 lire e non un mese, e quindi il ROI (ritorno sull’investimento) pianificato s’e DIMEZZATO. E se questo balletto durasse 12 mesi? aspetto 12 mesi per guadagnare 100 lire?
Ergo: qualunque strategia operativa DEVE essere subordinata ad una propria strategia economica.
2. Finanziamento
Anni fa quando ho iniziato a portare la mia operatività sul blog con tanto di snapshot degli eseguiti ho parlato spesso dei finanziamenti che rappresentano un’operatività peculiare dell’opzionista; si possono realizzare in mille circostanze diverse e ovviamente le modalità sono “personalizzate”. Accenno solo a due esempi classici:
– qualsiasi tipo di spread (il contratto long è finanziato parzialmente o interamente da scoperti vari)
– collar (le call scoperte finanziano le put protettive).
3. Margin call e apporto di altro denaro sul conto
Costruire una strategia di scoperti at the money che contempli la possibilità di andare in margin call lo trovo deleterio, sia per la mia strategia economica e sia per lo stress che mi causa. Io mi scopro sulle OTM così ho lo “spazio” per inserire un long protettivo (finanziato in qualche modo dal mercato) oppure per avere più tempo per valutare se è meglio fare rolling su scadenza successiva.
“innanzitutto il “prima o poi”: e quanto durerà questo balletto? nessuno lo sa e perseverare in questo balletto significa pure stare continuamente dalla parte sbagliata (controtrend)”
Questa riflessione l’ho fatta anch’io a proposito di una strategia di aggiustamento sul collar, che mi ha lasciato piuttosto perplesso sulla sua utilità. La strategia consiste in questo: tanto per restare nell’esempio di ISP, compro 1000 ISP a 2.50, compro 1 put ISP 2.50 e vendo 1 call ISP 3.00
caso A) ISP scende a 2.20, sto perdendo 300 euro su ISP, sto guadagnando un po’ meno di 300 euro sulla put, che è ITM, e che ha perso un po’ per via del time decay, e sto guadagnando qualcosa anche sulla call, che ora costa meno. La strategia consiste nel chiudere il trade e riaprirlo al nuovo livello di 2.20: vendo la put e compro la call che avevo in portafoglio, realizzando i guadagni, compro una nuova put 2.20 e vendo una nuova call 2.80
caso B) ISP sale a 2.80, sto guadagnando 300 euro su ISP, sto perdendo meno di 300 euro sulla put, che è andata OTM, e sto perdendo anche sulla call. Anche in questo caso la strategia consiste nel chiudere il trade e riaprirlo allo stesso livello: realizzo quindi le perdite su put e call, compro una nuova put 2.80 e vendo una nuova call 3.30
Qual è il senso di una strategia di questo tipo? Alla fine contabilizzo dei guadagni e delle perdite sulle opzioni che sono compensati da perdite e guadagni “virtuali” sul sottostante.
Ma limitiamoci anche solo al caso A: supponiamo che ISP continua a scendere, aggiusto la posizione e incamero i guadagni sulle opzioni, scende ancora, aggiusto la posizione e incamero i guadagni, e così via. In realtà però mi sto limitando a spostare nel tempo le perdite sul sottostante…
Se poi ISP risale al livello iniziale, le perdite virtuali si azzerano, ma nel frattempo ho subito perdite reali sulle opzioni. C’è qualcosa che mi sfugge? Oppure la differenza la fa il trader che deve essere bravo a capire quando costruirsi il collar e quando invece tenersi il sottostante non coperto?
Per restare in tema, grem, le tue osservazioni mi sembrano più che sensate. A parte il fatto che al momento la vendita di opzioni scoperte mi sembra troppo rischiosa, a me sembra che l’unico motivo per cui vendere opzioni ATM o ITM sia il voler incassare un premio alto, ma va da sè che anche il rischio è alto.
Quello che non ho capito è se la strategia di Pietro, volta a tradurre il rischio da perdita a immobilizzazione del capitale, può funzionare all’infinito o meno… Prendere continuamente soldi a debito dalla vendita di opzioni scoperte può essere paragonato a un debitore che per estinguere un debito verso la banca creditrice chiede un prestito a un’altra banca?
caso A) ISP scende a 2.20 ecc. ecc.
Ma perchè devi chiudere il trade? avendo il sottostante tu NON hai fatto trading su opzioni ma hai fatto un HEDGING!
lo dico sempre: bisogna sempre aver chiara la strategia. Se vuoi fare trading sulle opzioni non devi avere il sottostante, punto e basta. Se IL SOTTOSTANTE ce l’hai significa che sei trader di posizione e sei anche EVOLUTO perchè sai difendere alla grandissima il tuo investimento: la tua put protettiva accompagnerà la discesa del titolo senza farti perdere una lira e per il disturbo guadagni pure qualcosa con la call scoperta. 😀
La questione non è tecnica ma strategica.
Bisogna prima rispondere con chiarezza a questa domanda: “Sto facendo trading sulle opzioni o sto facendo trading di posizione sulle azioni?”.
Chiarita la strategia si assumeranno i comportamenti operativi coerenti.
Da un punto di vista tecnico il collar (call otm short + long put atm + sottostante) lo puoi anche montare su scadenze diverse con call più lontana (es. 12 mesi) della put (es. 6 mesi); un collar diagonale richiede meno operatività di quello su base mensile ed è meno stressante. Una put 6 mesi risente molto meno il time decay nei primi 4/5 mesi e ti dà grosse soddisfazioni quando aumenta la volatilità. Inoltre quando la put diventa ITM e decidi di essere disposto a chiudere l’investimento azionario, potresti pure barattare la put lontana con quella a scadenza prossima e ci stai proprio largo…
caso B) ISP sale a 2.80 ecc. ecc.
Qui si manifesta in tutta la sua evidenza il rischio del collar classico mensilizzato con una call che ti ripaga in minima parte il costo della put
Pietro dice di essere convinto di quello che fa e di trarne dei guadagni, io più di tanto non ci posso mettere il naso, gli credo sulla parola e tanto basta.
Per rollare continuamente e voler stare dalla parte contraria devi avere grosse disponibilità di denaro ma non mi entusisma approfondire il tecnicismo di questo comportamento perchè contrario al mio principio di operare OTM con obiettivo di guadagno mensile pianificato.
Da un punto di vista tecnico lo scopertista non lo paragonerei a chi contrae debito, per il semplice fatto che nel contratto short non hai l’obbligo di restituire l’incassato; hai solo l’obbligo di comprare quanto venduto al prezzo stabilito (strike) se vai ITM; se resti OTM no problem.
Da un punto di vista operativo, e forse anche “morale”, incassare denaro con scoperti su scadenze lunghe solo per il piacere di vedere il proprio conto crescere subito – e quindi fuori da ogni strategia – lo trovo molto pericoloso, artificioso e “disdicevole”.
Il collar non l’ho compreso bene, per quanto riguarda la vendita di opzioni il mese dopo, matematicamente per fa restare inalterato il guadagno mensile, basta raddoppiar eil numero di put vendute.
1 il primo mese, se va male
2 il secondo mese, se va male
4…
8…
ecc..
il primo mese che si va in guadagno è come se si fosse guadagnato tutti i mesi.
e vendendo le put si hanno 2 direzionia favore e una contraria, quindi le probabilità sono a nostro favore
con il collar classico non si vendono opzioni, se cerchi “option collar” con un motore di ricerca te ne rendi conto; in un collar modificato la protective put puoi accompagnarla dalla vendita di put otm a creare un bear spread
“il primo mese che si va in guadagno è come se si fosse guadagnato tutti i mesi”: questa considerazione non ha niente a che fare col collar, lo dico per chi ci legge, ha a che fare invece col rolling perpetuo. Ribadisco quanto ho già espresso: se opero per ottenere un rendimento mensile pianificato non posso accontentarmi di guadagnare in maniera casuale.
@sleep2000. Si più o meno la ‘filosofia’ è quella. Io la immagino come
una ‘scopa’ che ad un certo punto fa piazza pulita di tutto quello aperto
in precedenza perchè gli strike sono ‘finalmente’ diventati ATM.
.
Capisco la nota di Gremlin sulle vendite naked a lunga scadenza.
Però, siamo sinceri, i cigni neri non è che capitano tutti gli anni. Ne
abbiamo appena passato (è passato ???) per il prossimo forse ci vorrà
qualche annetto. Se pensiamo che di discese violente tipo crollo L.B.
per un pò non le vedremo, se aggiungiamo uno sforzo comune
delle banche centrali per evitare il ripetersi di fenomeni simili
un’economia in progresso (lento) ma progresso….
forse si può pensare ad una strategia che tenga conto di
queste considerazioni. Ma ognuno dev’essere convinto
di ciò che sta facendo, quindi non aggiungo altro.
shorter@finanza: @sleep2000. Si più o meno la ‘filosofia’ è quella. Io la immagino comeuna ‘scopa’ che ad un certo punto fa piazza pulita di tutto quello apertoin precedenza perchè gli strike sono ‘finalmente’ diventati ATM..Capisco la nota di Gremlin sulle vendite naked a lunga scadenza.Però, siamo sinceri, i cigni neri non è che capitano tutti gli anni. Neabbiamo appena passato (è passato ???) per il prossimo forse ci vorràqualche annetto. Se pensiamo che di discese violente tipo crollo L.B.per un pò non le vedremo, se aggiungiamo uno sforzo comunedelle banche centrali per evitare il ripetersi di fenomeni similiun’economia in progresso (lento) ma progresso….forse si può pensare ad una strategia che tenga conto diqueste considerazioni. Ma ognuno dev’essere convintodi ciò che sta facendo, quindi non aggiungo altro.
il problema più grande sono i margini di garanzia..
Poi il rischio di un crollo c’è sempre, forse vendendo delle short spread sia put che call il irschio è limitato di molto, e se una delle due entra in the money, rifinanziarla col rolling al mese dopo..
ma qui si parla cmq di opzioni OTM….
sono all’inizio con le opzioni, e non so se capirò bene l’operatività di Pietro…in soldoni mi sembra tanto un’operatività del tipo: mica può scendere per sempre! e se ti trovi dalla parte sbagliata rimandi il tutto a data successiva scoprendoti ulteriormente per non subire la perdita. mi sbaglio?
gremlin:
Da un punto di vista tecnico il collar (call otm short + long put atm + sottostante) lo puoi anche montare su scadenze diverse con call più lontana (es. 12 mesi) della put (es. 6 mesi);
Infatti penso che l’intenzione era proprio questa, perche’ chi l’ha spiegata diceva di vendere una call per lo stesso importo del costo della put, in modo da avere una posizione risk-free.
Pero’ l’intenzione non era di fare hedging ma di guadagnare aggiustando la posizione spostando gli strike a seconda del movimento del sottostante. Ed e’ proprio qui che mi ha lasciato perplesso…
Inoltre quando la put diventa ITM e decidi di essere disposto a chiudere l’investimento azionario, potresti pure barattare la put lontana con quella a scadenza prossima e ci stai proprio largo
Cioe’ vendere la put per comprare quella piu’ vicina e esercitarla per vendere il sottostante?
Quindi il collar serve piu’ che altro per fare hedging in una situazione di incertezza quando si vuole evitare di vendere il sottostante, cosi’ se il sottostante scende non perdo, poi se mi aspetto che risalga (= non mi interessa piu’ fare hedging) chiudo le posizioni sulle opzioni e tengo il sottostante. 8)
gremlin:
Da un punto di vista tecnico lo scopertista non lo paragonerei a chi contrae debito, per il semplice fatto che nel contratto short non hai l’obbligo di restituire l’incassato; hai solo l’obbligo di comprare quanto venduto al prezzo stabilito (strike) se vai ITM; se resti OTM no problem.
Vero.
Forse il paragone regge meglio se fatto con l’azionista che media quando il titolo scende, tanto prima o poi risale, e qui quoto l’interpretazione di Spoore.
Poi in realtà Pietro vende anche le call per giocarsi delle carte in più a suo favore.
più o meno, in realtà Pietro mi ha spiegato che fa altre cose per andare in guadagno ma al momneto non sono ingrado di codificare la sua operatività. A gennaio spero di incontrarlo, quindi se ne riparla
il bello delle opzioni è che puoi fare di tutto, ad es. iniziare con una strategia hedging e poi trasformarla in strategia aggressiva direzionale o prendere profitti da una prolungata lateralità
@spoore
Non è propriamente come dici. é solo un prender tempo.
Può darsi che una strategia sbagliata a dicembre sia giusta
o quasi giusta a gennaio. Sarebbe un peccato aver chiuso in perdita
tutto a dicembre . Se invece hai rollato a gennaio o febbraio o marzo
ecco che potresti aver la probabilità di chiudere tutto o in parte
senza perdite eccessive o addirittura senza perdite.
Purtroppo la casistica è pressochè infinita…..solo la visione
di casi reali renderebbe meglio i concetti.
p.s. prender tempo può voler dire cercare di capire effettivamente
quale sia il trend. Prendiamo Fiat. Sembrerebbe che
il valore intorno ai 13 attuale (valore raggiunto in quest’ultimo
periodo) sia il valore che la borsa intende dargli.
Un mese fa non si era sicuri quale fosse il trend…oggi
forse un poco di più.
A questo punto cambi le tue strategie basandoti
su questo valore e non su un prezzo di 11 o 12
io sono completamente andato nel pallone, causa lavoro che non mi permette di seguire continuamente gli andamenti ad oggi mi ritrovo completamente lungo sull’euro stoxx50 con una call 2800-2850-2900-3000 niente put e l’indice prezza 2781.
accettasi consigli
io ragazzi 🙁 🙄 non ci ho capito un emerito……