OBV e VOLUME OSCILLATOR: ora si fa sul serio

Scritto il alle 11:02 da Danilo DT

Wall Street

Grafico SP 500, OBV e Volume Oscillator analizzati insieme.

Ancora una volta siamo qui ad esaminare lui, Sua Maestà il benchmark. Lo Spoore o se preferite lo S&P 500. Lo stiamo rovistando, lo stiamo analizzando, alla ricerca di un qualcosa di nuovo e di importante.
E mi sa che questa volta, qualcosa di buono c’è.

Premessa

Prendetevi un buon testo di analisi tecnica. Uno dei grandi classici, quelli che non tramontano mai.
Troverete scritto che cosa più conta è il trend dei prezzi (semplifico, ovviamente) e poi troverete anche scritto che l’elemento che deve accompagnare i prezzi è uno. I VOLUMI.
Ora, ieri sera l’amico triglav in un commento mi ha fatto accendere una lampadina che era rimasta spenta da un po’.

Make it simple….. Make it simple….

Ci perdiamo spesso in tanti ragionamenti, ma poi perdiamo di vista le cose più elementari.
E allora andiamo a rispolverare i volumi. E lo facciamo con due indicatori.

L’OBV e il Volume Oscillator.

OBV

L’OBV è un indicatore sviluppato da Joseph E. Granville, si basa sul presupposto che le cosidette mani forti entrano (fase di accumulo) o escono (fase di distribuzione) dal mercato in anticipo rispetto alla massa degli investitori.
Infatti questo indicatore prende in considerazione l’evoluzione dei volumi in rapporto con l’andamento dei prezzi cioè rappresenta la somma algebrica dei volumi scambiati nelle varie sedute di borsa. Per il calcolo di questo indicatore bisogna tener conto delle seguenti regole:
1 – Si sommano i volumi del giorno in questione al valore dell’indice OBV del giorno precedente, nel caso in cui si è avuto un aumento del prezzo.
2 – Si sottraggono i volumi del giorno in questione al valore dell’indice OBV del giorno precedente, nel caso in cui si è avuto un ribasso del prezzo.
Fonte: performance trading


VOLUME OSCILLATOR

Il Volume Oscillator rappresenta la differenza tra due medie mobili esponenziali del volume dello strumento finanziario. La differenza tra le medie mobile può essere espressa sia in termine di punti che di percentuali.
Si può usare la differenza tra due medie mobile del volume per determinare se il trend del volume complessivo sta crescendo o diminuendo. Quando il Volume Oscillator cresce sopra lo zero significa che la media mobile del volume di breve termine è posizionata al di sopra della media mobile del volume di lungo termine, quindi anche il trend del volume di breve termine è impostato al rialzo più di quello di lungo.
Vi sono diversi modi di interpretare le variazioni dei trend del volume. Una convinzione comune è che quando si hanno prezzi rialzisti con volume crescente, e prezzi ribassisti con volume in diminuzione, il mercato sia rialzista. Al contrario, se il volume aumenta quando i prezzi calano, e diminuisce quando i prezzi aumentano, il mercato sta mostrando segni di debolezza.
La teoria sottostante è quella che segue. Prezzi crescenti associati a volumi in aumento indicano una partecipazione crescente dei compratori (più acquirenti) che potrebbe portare a un proseguimento del movimento in atto. Al contrario, prezzi in diminuzione con aumenti di volume (più venditori) significano una partecipazione in diminuzione dei compratori.
Fonte: Pianeta Gratis

Per velocizzare ho citato due definizioni che vi aiutano a capire perché ho scelto questi due indicatori.
Quindi è molto chiaro il principio. Questi due indicatori DEVONO seguire il trend dei prezzi. Altrimenti significa che il rialzo potrebbe essere farlocco.
Facciamo così. Ora vi posto un paio di grafici.

Grafico S&P 500 + OBV + PVO daily

sp500_obv_volume-oscillator_2009_daily

Grafico S&P 500 + OBV + PVO weekly

sp500_obv_volume-oscillator_2009_weekly

L’unico che lascia dei dubbi è l’andamento dell’OBV sul grafico weekly dello Spoore.
Sul resto non si può discutere.

Morale: il rialzo è tutto fuorchè sano.

STAY TUNED!

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