NUOVA DRACMA: più semplice di quanto si possa immaginare

Scritto il alle 09:57 da Danilo DT

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Oggi è il giorno del giudizio. Alle ore 14 di questo pomeriggio i ministri delle Finanze si incontreranno per decidere il da farsi sulla crisi Grecia.
Le voci si rincorrono, da una parte troviamo la durezza di Schauble, che respinge la richiesta greca di prorogare per altri sei mesi il programma di assistenza coordinato dalla Troika in quanto: “Non soddisfa i criteri definiti dall’Eurogruppo lunedì”.

Dall’altra parte troviamo invece un ammorbidimento delle posizioni della Merkel la quale apre ad un probabile compromesso.

Cosa ci porterà quindi la giornata di oggi? Un allungamento del debito ulteriore (qui nel grafico trovate quanto ci saranno da rimborsare i capitali, ovvero ben oltre il 2037 per la maggior parte degli importi)? Una ristrutturazione? Una proroga degli aiuti? Oppure si metteranno le basi per un nuovo default Grecia e magari di un’uscita di Atene dall’Euro?

scadenze-bond-greciaA questo proposito è giusto spiegare una cosa. Da più parti si parla appunto della possibilità che venga a nascere nuovamente una valuta locale, una potenziale “Nuova Dracma”. Facciamo però attenzione. Per avere la “nuova Dracma” potrebbe non essere necessario dover uscire dall’Euro.

Correva l’anno 2011, e già ve ne avevo aprlato proprio in occasione del default Grecia di quel periodo. Chi di voi si ricorda? Nessuno? Poco importa, vi rinfresco le idee.

La Nuova Dracma? Più semplice di quanto possiate pensare

Ipotizziamo che oggi non si raggiunga nessun accordo e che l’Unione Europea voglia proseguire con la SUA linea dura, senza concedere gli aiuto richiesti da Atene alle condizioni volute da Varoufakis. Diventerebbe normale un altro default del sistema Grecia, no? Si andrebbe a dare un’ulteriore coltellata ad una popolazione già messa allo stremo dall’austerity della Troika. Però, in perfetto stile democristiano, il tutto verrebbe probabilmente montato cercando comunque di Non far uscire la Grecia dall’Euro in quanto diventerebbe troppo pericoloso. Si andrebbero a creare dei precedenti per potrebbero essere utilizzati e sfruttati da altri paesi per fare altrettanto.

Lo Stato non avrebbe più soldi per pagare stipendi, pensioni e quant’altro. E che fa a quel punto Atene? Da ai cittadini delle forme di “pagherò” che a quel punto verranno scambiati anche per l’acquisto dei beni di prima necessità.

Ora, quei “pagherò”, come li possiamo chiamare? Semplicemente, senza nemmeno farlo apposta, si avrebbero DUE monete. Una, quella ufficiale che sarebbe l’Euro, e poi quella utilizzata dai greci, ovvero…la “Nuova Dracma”. E’ palese che il valore della “Nuova Dracma” sarebbe subito oggetto ad una violenta svalutazione (del 50% o forse più). Ma il problema di aver comunque creato un precedente persiste. E senza volerlo, senza nessuna dichiarazione ufficiale e senza la benedizione dell’UE si andrebbe a creare la Nuova Dracma. A quel punto, una volta che la moneta ha preso il suo mercato, l’uscita dall’Euro sarebbe meno complicata e anzi sarebbe obbligata visto che i trattati non prevedono la possibilità di avere una “moneta parallela”. Immaginate a quel punto gli effetti sul sistema Eurozona.

Anche gli altri paesi più deboli ne rimarrebbero contagiati. Sul lato dei depositi ci sarebbe (proprio come accade ora in Grecia) la fuga dei depositi. Quindi ingenti crisi di liquidità, soldi che finirebbero nei “porti sicuri”, nuovo credit crunch. Il tutto perché? Perché nel 2011 la GERMANIA non ha voluto risolvere in modo definitivo la questione Grecia.

Ora, io sono un blogger che ha un po’ di passione per la finanza. Volete dirmi che i governanti dell’Eurozona non hanno pensato a questa ipotesi che già vi ho spiegato nel 2011?
Spererei proprio di si. E quindi eccovi spiegato il motivo per ui il compromesso arriva, eccome se arriva! E se non arriva…

Chi è causa del suo mal pianga se stesso

Riproduzione riservata

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Danilo DT

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6 commenti Commenta
bano
Scritto il 20 Febbraio 2015 at 11:48

è da un anno che predico che il problema si risolve solo con la doppia circolazione di denaro,euro e dracma ma sopratutto la dracma non convertibile in euro ,e che le cedole dei titoli greci ,stipendi pubblici e pensioni siano dati in dracme ,con franchigia di 1000 -1500 euro al mese

john_ludd
Scritto il 20 Febbraio 2015 at 11:55

Eurozone policy makers are determined to hold together the euro at all costs. And thus they succeed, because motivated human beings, with access to political power, can do amazing things. The European Central Bank (ECB) wants the euro to work; Germany wants the euro to work; even the periphery countries, at the leadership level at least, want the euro to work. And of course the global financial community wants the euro to work. So compromises are hammered out, weird rules are bent or fudged, and wildly outlandish promises are believed. When Mario Draghi, the head of the ECB, said the European Central Bank would “do whatever it takes” in 2012, his jawboning bought the eurozone multiple years of time, on pure faith, before the ECB had to even raise a finger in QE. The broad lesson here is that humans have a lot of ingenuity and it is not wise to bet against them – especially when rules can be bent or broken and all parties have aligned incentives.

But there is a problem here. The unstoppable force of human will is set against an immovable object: The simple truth that the euro, as a currency, does not work. Eurozone politicians are forced to move heaven and earth to keep the euro viable because, in the long run, the euro is not viable at all. The problems now faced are only going to get worse. It was a really wonderful idea in theory, keeping Germany tied to the rest of the continent and all that, with many benefits of cross-border trade and greater economic harmony to boot. But the experiment simply cannot function longer term. It is like a bad marriage that is destined to fall apart. The parties involved can try as hard as they can, and appear to solve crisis after crisis with last minute compromise… but with the passage of time, each successive euro crisis only gets bigger.

… estratto dalla newsletter di un noto speculatore internazionale

ob1KnoB
Scritto il 20 Febbraio 2015 at 12:01

QE infinito= debito irredimibile
La Grecia potrebbe non essere altro che l’ennesimo esperimento. Alle regole attuali e con le attuali dinamiche quel debito non è sanabile se non lo trasformi in irredimibile. Ma come fisicamente non lo è quello italiano ad esempio o quasi tutti i debiti governativi mondiali senza una radicale trasformazione della distribuzione delle risorse. Qualunque sarà l’effetto della materiale negoziazione ormai il giocattolo è cambiato. Dunque il male minore è indebitarsi anche se non hai valore da dare in garanzia per degli ottimi motivi: Primo avanzeranno tanti di quei pezzi di carta che pur di prestarteli le garanzie non serviranno, secondo sia per te che per chi te li presta non è un problema tanto o non li rimborserai mai o qualcuno subentrerà a te (prestatore o prenditore) nominalmente stampando (chiaramente solo un insolvente più grosso). Quindi per derivata non è più un problema nostro: meglio non avere niente tanto qualcuno ti nutrira. (O no?)

ob1KnoB
Scritto il 20 Febbraio 2015 at 12:05

john_ludd@finanza,

Strana assonanza…mentre scrivevo non avevo ancora letto…giuro.

lampo
Scritto il 20 Febbraio 2015 at 13:49

Sì che ci hanno pensato DT… guarda la tua casella e-mail!

kry
Scritto il 20 Febbraio 2015 at 17:05

ob1KnoB@finanzaonline:
QE infinito= debito irredimibile Dunque il male minore è indebitarsi anche se non hai valore da dare in garanzia per degli ottimi motivi: Primo avanzeranno tanti di quei pezzi di carta che pur di prestarteli le garanzie non serviranno, secondo sia per te che per chi te li presta non è un problema tanto o non li rimborserai mai o qualcuno subentrerà a te (prestatore o prenditore) nominalmente stampando (chiaramente solo un insolvente più grosso). Quindi per derivata non è più un problema nostro: meglio non avere niente tanto qualcuno ti nutrira. (O no?)

La mia mente ottusamente bacata mi dice che renzi e gli eurotecnocrati han paura che il ceto medio si possa così rifare con un bel pò di impianti fotovoltaici. Come puoi comandare chi è in parte autonomo e autosufficente sulla primaria moderna necessità che non sia il cibo.

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