Minute FED: il nulla ed il relativismo. E a dicembre arriva la “sorpresa”?

Scritto il alle 08:04 da Danilo DT

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La frase che meglio sintetizza mille parole è sicuramente questa: “la stretta monetaria arriverà relativamente presto”.
Cosa significa “relativamente presto”? Significa il tutto e il niente, il presto relativo è un qualcosa che potrebbe essere domani oppure tra un anno, Quindi le regole del gioco al momento non cambiano. La FED doveva dire e scrivere qualcosa e non si è smentita. Tutto dipenderà dal mercato e da come girano le cose, e si deciderà sul momento, quasi di concerto con le altre banche centrali del pianeta, in quanto è sempre più palese una regia quasi unanime che dirige la politica monetaria in modo tale da rendere sempre equilibrato il mercato ed evitare dei traumi che, in ambito statistico, possiamo battezzare come volatilità.

Comunque sia è chiarissimo che nel suo interno, la FED è quantomai contrastata e questo ci fa capire che il relativamente presto potrebbe già essere dicembre. Sono ben 3 i membri che hanno votato a favore del rialzo da subito. Cose che non capitavano da 5 dicasi 5 anni e quindi hanno quasi dello straordinario.

probabilità-rialzo-tassi-fed-dicembre-2016

Come vedete dal grafico, adesso la probabilità di un rialzo a dicembre è superiore al 50% e quindi il mercato già sta iniziando a scontare concretamente una stretta monetaria della FED a fine anno. Praticamente nulle, invece, le probabilità di una mossa già a novembre.

(…) Più nel dettaglio le cosiddette minute confermano quanto spiegato domenica scorsa dal vicepresidente della Fed, Stanley Fischer, secondo cui la decisione di mantenere invariato il costo del denaro nella riunione del mese scorso è stata una close call. In pratica le divisioni all’interno del Fomc erano tali che alla fine c’è stato un testa a testa tra i favorevoli e i contrari a una stretta. E infatti «una tesi ragionevole può essere fatta sia per un aumento [dei tassi] in questo meeting [quello di settembre] sia per aspettare informazioni addizionali sul mercato del lavoro e dell’inflazione».
È quest’ultimo l’approccio che ha poi avuto la meglio. In particolare, alcuni membri del braccio di politica monetaria della Fed «credevano che sarebbe appropriato alzare i tassi relativamente presto se il mercato del lavoro continua a migliorare e l’attività economica a rafforzarsi». Altri «hanno preferito aspettare per prove più convincenti di una ripresa dell’inflazione verso l’obiettivo del 2%», riferito alla crescita annuale sperata dell’indicatore. (IS24H) 

Insomma, si è deciso di comprare ancora un po’ di tempo come ormai siamo abituati a vedere. E chissà ancora che a dicembre il rialzo dei tassi non venga accompagnato da una mossa “a compensazione “ della BCE, che potrebbe cambiare la struttura del suo QE. Ecc perché parlavo di “conduzione univoca a livello globale della politica monetaria”. Un comportamento ed un atteggiamento troppo indipendente di una banca centrale potrebbe nuocere gravemente sull’operato di una collega magari Oltre Oceano. E alla fine a rimetterci sarebbero tutti. Quindi meglio gestire la cosa in oligarchia. Come è sempre stato.

STAY TUNED!

Danilo DT

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