MERCATI finanziari: rimbalzo e rallentamento in corso

Scritto il alle 12:58 da Danilo DT

Dopo essere piombati in quell’area che per tutti era di pericolo, ovvero di inversione di tendenza, la scorsa settimana le azioni e le obbligazioni hanno messo a segno un forte rimbalzo. Gli investitori, a quanto pare, potrebbero aspettarsi continui guadagni da qui in poi, sperando di concludere l’anno con un “rally di Natale”, grazie anche ad una percezione positiva sui futuri atteggiamenti delle banche centrali.

Ma cosa si nasconde dietro quest’ultimo rimbalzo dei titoli azionari? Sembra infatti che il mercato si sia concentrato sul fatto che la Federal Reserve ha lasciato invariati i tassi di interesse nella riunione di novembre, mantenendo il tasso obiettivo dei fondi federali tra il 5,25% e il 5,50%.

Siccome le banche centrali sono considerate da sempre un importante “soggetto attivo” che con il suo operato condiziona l’andamento di economia e mercati, tutti si sono affrettati a rivedere le previsione ed ecco che si torna alla narrazione secondo cui il ciclo di rialzi dei tassi è ormai terminato, la lotta contro l’inflazione è vinta e la crescita dei profitti aziendali è in vista. Per illustrare questo punto: il mercato dei futures sta nuovamente scontando un intero punto percentuale di tagli dei tassi nel 2024.

TASSI IMPLICITI FED (chart)

Sarà veramente così? Certamente rispettiamo il fatto che il mercato, che rappresenta la “saggezza delle folle” e che “ha sempre ragione” (così si dice), abbia una buona esperienza nel proiettare la realtà futura a lungo termine. Ma nel breve termine c’è ancora molto rumore.

Intanto è evidente ormai che, nonostante i dati straordinari relativi al PIL del terzo trimestre, altri dati suggeriscono un indebolimento dell’attività economica. A settembre il Leading Economic Index stilato dal Conference Board è sceso dello 0,7%, peggio del previsto, segnando il 18esimo mese consecutivo di calo. E la produzione industriale non si comporta certo meglio.

US Leading Indicator vs Industrial Production (chart)

Secondo l’indice dell’Institute for Supply Management, il settore manifatturiero si è fortemente indebolito in ottobre, e il rapporto sui libri paga non agricoli della scorsa settimana ha rivelato 150.000 nuovi posti di lavoro inferiori alle attese in ottobre e un aumento del tasso di disoccupazione al 3,9%. Questo potrebbe essere un segnale positivo per l’inflazione ma… l’economia e gli utili aziendali si fanno con o senza crescita economica?

Importante monitorare l’inflazione, certo, ma occorre anche dire che poi, sotto quel punto di vista, c’è stato uno scarso miglioramento in alcune componenti chiave. L’indice del costo dell’occupazione ha accelerato nel terzo trimestre, salendo dell’1,1%, mentre i dati sull’occupazione di ottobre hanno mostrato che gli aumenti salariali sono ancora in corso a un 4,1% su base annua superiore alle attese. Secondo gli ultimi dati dell’indice CoreLogic S&P Case-Shiller, i prezzi delle case hanno guadagnato ulteriore slancio, guadagnando un 2,6% annualizzato ad agosto.

Fallimenti? Arrivano gli effetti del caro interessi

Infine, stanno emergendo tensioni nelle parti più deboli del credito ad alto rendimento, o “di grado speculativo”. I dati mostrano un numero crescente di dichiarazioni di fallimento e una minore disponibilità di finanziamenti per le piccole e medie imprese, indicando che gli effetti ritardati dell’inasprimento delle politiche potrebbero ora emergere in modo più visibile. E tutto questo lo abbiamo già discusso nelle settimane precedenti. Guardate nel grafico qui sopra come sono cresciuti gli interessi pagati dal sistema USA causa l’aumento tassi. E non dimenticate che la maggior parte dei finanziamenti sono a TASSO FISSO. Un bene però che ora ha un problema. Molti di quei prestiti stanno scadendo e devono essere rinegoziati.

Un contesto economico che continua a predicare prudenza, anche se al momento il mercato guarda più alle emozioni delle banche centrali prima ancora ai dati macroeconomici.

Quindi la cosa che resta secondo me importante è continuare a puntare sulla qualità, quindi a quelle società e a quelle azioni con flussi di cassa importanti e che hanno un prezzo equo basato su obiettivi di guadagno raggiungibili. Al momento i cosiddetti “difensivi” come i servizi di pubblica utilità e i beni di prima necessità ,potrebbero fornire zavorra, mentre stanno emergendo opportunità orientate al valore tra i finanziari USA ed i titoli a piccola e media capitalizzazione.

Danilo DT

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