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MEETING BCE senza acuti ma pronti ad agire, viste anche le bizzarrie di Trump

Scritto il alle 09:01 da Danilo DT

draghi-silver-bullet

Il meeting BCE di ieri poteva essere catalogato come uno dei più ovvi ed inutili degli ultimi mesi. In effetti così è stato.
Infatti non ci sono state sorprese dal Consiglio Direttivo di Francoforte. Il tasso di rifinanziamento, conosciuto come tasso refi, resta sempre a zero. Vengono quindi mandati al mittente gli inviti ad intervenire sui tassi, per cercare di riallineare il mercato a quella che potrebbe essere la realtà. O per lo meno riportare nel mondo del “reale” i tassi interbancari. Invece tutto resta come prima, compreso il tasso sui depositi che quindi resta a -0,4%.

tassi-bce-2017

Il “bla-bla” di Draghi non merita nemmeno di essere menzionato, tanto era ovvio e scontato. Ha detto tutto e niente, ammettendo un miglioramento strutturale e, allo stesso tempo, lasciando un’apertura addirittura ad un aumento del QE. Due situazioni sulla carta agli antipodi ma che, illustrate in questo modo, vogliono solo significare una cosa: la BCE è presente e pronta a qualsiasi tipo di iniziativa in qualsiasi direzione.

Nessuna modifica al ritmo degli acquisti del Qe, dunque. Anche perchè il muovere qualcosa poteva significare far partire un nuovo trend. Ed il mercato, di conseguenza, si sarebbe subito andato a muovere sulle “prospettive” elucubrando sul perchè di tale iniziativa, anche se poi tutti sappiamo quali effetti benevoli abbia avuto il QE nel suo complesso. Dite che è ancora presto? E allora buttate un occhio a chi, invece, può far scuola nel QE, ovvero il Giappone.

inflazione-giappone-2017

Come vedete dopo aver pompato denaro a dismisura, il tasso inflazione del Giappone resta risibile. E proprio a questo proposito, ancora una volta Draghi si è focalizzato proprio sul tasso inflazione (in miglioramento ma il target 2% resta ancora da raggiungere) ricordando che l‘Eurozona è composta da più paesi e non solo da alcuni paesi che pretenderebbero di essere presi come riferimento.
Chiarissima in questo caso la menzione al Nord dell’Europa.

La reazione dei mercati è stata tiepida, anche perchè non è successo nulla di rivoluzionario.
Nel frattempo però, oltreoceano, potrebbe capitare qualcosa che indirettamente potrebbe influenzare anche la BCE.
Ovviamente parlo della Trumponomics.

“Io mi darei una A”, cioè un dieci. A poche ore dalla scadenza dei primi 100 giorni dal suo insediamento alla Casa Bianca, Donald Trump promuove a pieni voti la sua amministrazione.

Autolodarsi in queste condizioni significa autolesionismo.

Pazienza se i sondaggi lo danno finora come il presidente meno popolare della storia americana, e se ad oggi la lista degli obiettivi raggiunti resta piuttosto scarna, intervallata da marce indietro e bocciature. (…). Ma a parte l’annunciata ‘rivoluzione fiscale’, si contano ‘dietrofront’ clamorosi, come quello sul muro col Messico. E poi il fiasco sull’abolizione dell’Obamacare e quello sul divieto dell’ingresso ai musulmani. L’ultima retromarcia è quella sul Nafta, l’accordo di libero scambio nord americano. (ANSA)

Proprio così, una serie di fiaschi che ne hanno abbattuto la popolarità e che lo hanno messo a nudo. Ovvero ha dimostrato di essere un pessimo politico ed un demagogo visionario e totalmente scriteriato. Ora ovviamente la “rivoluzione fiscale” dovrà passare dal Congresso che, almeno lui, potrebbe agire con un po’ di criterio e rimandare il tutto al mittente essendo una riforma “squilibrata”, visto che è fortemente a favore della classe economica più ricca e poi… manca la spiegazione di ciò che dovrebbe compensare i mancati introiti per lo stato (semplicemente perchè non c’è e non è stata ancora ben inquadrata…)

Ovvio, la riforma fiscale avrà, se mai ci sarà, un forte impatto sull’economia USA ma anche su quella europea. Ma non solo. NON dimentichiamo infatti l’altro tassello di cui si parla molto, ovvero il rimpatrio del denaro dall’estero. Si parla di 2500-2600 miliardi di USD che potrebbero rientrare negli USA con una tassazione  modello “scudo fiscale” pari al 10% (introito quindi di 250 miliardi di USD potenziale).

E qui rientra in gioco la BCE. Quali saranno gli effetti di tale rimpatrio di capitali sui mercati? Si creeranno degli squilibri nel mondo delle valute e dei flussi finanziari? Certo è che, tanto per cambiare, i conti per il buon Trump non torneranno di nuovo, visto che si tratta di una mossa che tendenzialmente rafforzerà ulteriormente un Dollaro USA che già si trova in un regime di politica monetaria divergente rispetto all’Euro.

Ma caro Donald, non volevi un Dollaro USA debole?

 

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Danilo DT

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