Pronti, via! E guerra sia! La nuova dimensione dei mercati post Trump

Scritto il alle 08:32 da Danilo DT

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Ogni giorno che passa, aggiungiamo qualche tassello al mosaico “Trump President”.
Mi sembra evidente che ci sia, per ora, molta propaganda poco concretizzabile, ma certe idee sono “benedette” da Wall Street che ha retto benissimo all’urto.
Anche perchè il programma fiscale di Donald Trump diventa per certi versi la necessaria e logica conseguenza di un secondo step che va a seguire un programma di politica monetaria espansiva che conosciamo molto bene e che si è praticamente concluso con l’ultima edizione del Quantitative Easing.

Prima cosa da sottolineare: sembra che il buon Donald non abbia intenzione di “Intaccare” la verginità indipendentista della FED.
Questo non significa che la FED era indipendente al 100%, ma l’impressione che ci sta dando è quella di voler mantenere ben separate le logiche di Casa Bianca e FOMC.
Però è altrettanto vero che Trump, per portare avanti il suo programma, avrà un bisogno siderale della stessa FED. Non dimentichiamo infatti che un punto fisso del programma Trump è l’aumento del deficit, indi per cui aumento del debito pubblico. Indi per cui nuove emissioni con conseguenze sui corsi dei Treasury, ma anche con la probabile necessità da parte della FED di una nuova fase interventista. Morale: non sorprendiamoci più di tanto se in futuro sentiremo parlare di possibili nuovi QE. Cose che oggi possono solo rappresentare ipotesi ma che in futuro potrebbero anche accadere.

Intanto però avremo tanto per cominciare un quandro fortemente divergente tra le banche centrali più importanti del pianeta, ovvero FED e BCE. Ci troveremo con gli USA dove si sarà una fase di espansione fiscale senza QE, ed un’Europa dove invece avremo un QE ma senza politica di espansione fiscale.

E’ questo è un altro importante punto di rottura tra USA ed Europa, un altro tassello che va a rompere in modo netto (perchè già si stavano rompendo) una seri di quei principi di “globalizzazione” che colpivano l’economia e la finanza a tutto tondo, il che rende giustificabile un mercato che, per forza, non sarà più unidirezionale anche all’interno delle singole asset class, con mercati obbligazionari che potrebbero tornare ad avere andamenti divergenti.

E quindi, banche centrali con politiche monetarie differenti, e ovviamente mercato dei cambi che tornerà ad essere protagonista all’interno di una nuova guerra valutaria che già intravedo all’orizzonte.
Se prima sembrava si fosse firmato una sorta di “patto di non belligeranza”, oggi con il nuovo protezionismo che avanza, si affilano i coltelli e sarà guerra aperta.
Le conseguenze quindi saranno a tratti imprevedibili, proprio come parte dei programmi di Trump, dove molti aspetti, anche quelli più chiari, hanno sempre quell’asterisco di imprevedibilità che mette qualche dubbio ed anche un po’ di timore.

La conclusione, per quanto ci riguarda (il mondo degli investimenti) è secondo me molto chiara. Se investire stava diventando sempre più complesso, sappiate che…lo sarà ancora di più. E non fate l’errore di fossilizzarvi sui vecchi modelli, anche intermarket.
Tutto è in evoluzione, intermarket compreso. Lo stesso dovrà essere reinterpretato.

Ma ATTENZIONE, le correlazioni diventeranno spesso e volentieri l’unica arma che noi, poveri mortali, avremo a disposizione per ottenere delle chiavi di lettura di quanto sta accadendo.
E nel mio piccolo,continuerò nella mia missione. Che poi sia qui o altrove, questo lo scopriremo solo vivendo.

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STAY TUNED!

Danilo DT

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