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MACROECONOMIA e ORO: mercato a rischio implosione?
Il settore delle commodity sta vivendo una fase di grande difficoltà che non colpisce solo il metallo giallo ma tutte le materie prime. Record degli short sull’oro. Intanto però la Russia ne approfitta e prende posizione… [Guest Post]
La scorsa settimana ha visto nuovi record nell’attività speculativa ribassista sull’oro. Il rapporto COT (Commitment of Traders) rilasciato dalla Commodity Futures Trading Commission (CFTC) ha evidenziato un record storico nell’attività ribassista degli operatori del mercato dell’oro cartaceo.
Al 21 di luglio i futures (contratti di vendita a termine) erano ben il 52% di tutti i contratti aperti.
Dicevo, è record: con 121.238 contratti di vendita aperti si è raggiunto il massimo da quando il rapporto COT è stato rilasciato per la prima volta, ovvero dal 2006.
In effetti, a un’analisi più attenta e minuziosa, tutto il comparto delle materie prime è in procinto di implodere al ribasso: dando un’occhiata all’indice globale delle materie prime, il Bloomberg Commodities Index, vediamo che è ai minimi da 13 anni a questa parte.
Le quotazioni dell’oro stanno da anni segnalando un’implosione deflazionistica di tutto il comparto delle materie prime. Anche l’indice azionario settoriale delle compagnie minerarie aurifere e argentifere (Philadelphia Gold and Silver Index) ha toccato i minimi dal 2002 (grafico sotto).
Quel che vorrei evidenziare è che ci sta approssimando al culmine del ciclo deflazionistico: guardate attentamente la linea di tendenza, nettamente ribassista, dell’indice dell’attività manifatturiera globale (grafico sotto).
La conclusione? Lo stato di salute dell’economia mondiale è in via di peggioramento. Ma approfondiamo i trends del mercato dell’oro e dell’argento. Come vi dicevo nelle ultime settimane, i prezzi dei preziosi stanno raggiungendo limiti minimi che mettono a repentaglio la futura produzione/estrazione di metallo giallo e argento.
● In Argentina è a rischio il Progetto Chinchilla, sviluppato dal Golden Arrow Resource e Silver Standard Resources; a rischio l’estrazione di argento, con sospensione nella produzione (si parla di 72 milioni di once d’argento a rischio di sospensione estrattiva);
● in Messico è a rischio il Progetto Cordero (un enorme giacimento di 319 milioni di once d’argento) sviluppato da Levon Resources: con gli attuali prezzi dell’argento, la produzione è antieconomica;
● ancora in Messico è a rischio il Progetto Metates di Chesapeake Gold; Metates è un piccolo giacimento d’oro di circa 18.500 once, a rischio sospensione estrattiva a causa del ribasso dei prezzi dell’oro;
● in Perù, è a rischio il Progetto Corani, riguardante l’estrazione di argento in un giacimento sviluppato dalla Bear Creek Mining; al prezzo attuale dell’argento, l’azienda non può garantire alcun profitto dall’attività produttiva.
Potrei continuare a lungo, ma il concetto che intendo far passare è il seguente: con questi prezzi di oro e argento, molti progetti estrattivi sono divenuti antieconomici per le compagnie minerarie; se i prezzi dei metalli preziosi non dovessero rimbalzare e stabilizzarsi al rialzo, tutto il settore minerario andrebbe incontro a una serie di fallimenti e insolvenze a catena.
LA RUSSIA CONTINUA A POTENZIARE LE PROPRIE RISERVE AUREE. PERCHÉ?
Pochi giorni fa, la Banca Centrale Russa presieduta da Elvira Nabiullina, ha pubblicato i dati relativi alle proprie riserve auree. Date un’occhiata al grafico sotto. A giugno, le riserve in oro sono di nuovo aumentate come nei mesi precedenti.
A giugno, quindi, la Russia ha incrementato le proprie riserve in metallo giallo per ben 800 mila once (circa 25 tonnellate di oro – 900 milioni di dollari americani). Martedì sera mi ha telefonato un amico appena rientrato da un lungo viaggio d’affari nei centri nevralgici industriali, politici e finanziari della Federazione Russa, come Mosca, Samara e Voronezh.
“Ho letto sulla stampa locale che la Banca Centrale Russa continua ad accumulare oro fisico per rafforzare le sue riserve auree. Ma per quale motivi i russi continuano ad accumulare oro?” mi ha chiesto, aggiungendo: “L’economia russa è in serie difficoltà; l’oro fisico è meno liquido dei titoli di stato USA e il prezzo dell’oro è in calo dal 2011; e allora perchè i russi continuano ad acquistare oro sul mercato? Che convenienza hanno?”
La risposta ovviamente è abbastanza articolata, provo a illustrarvela. Le Banche Centrali prendono le loro decisioni in base a fattori strategico- finanziari di lungo termine e una delle loro scelte fondamentali è l’accumulo costante di oro fisico. Quindi, le decisioni di aumentare le riserve auree, da parte della Banca Centrale Russa, potrebbero apparire “anti-economiche” dal punto di vista di un investitore “privato”.
Quel che penso è che stiano accumulando oro perché sono convinti che le obbligazioni del tesoro USA siano troppo care (anzi siano ricolme di aria speculativa) e che il dollaro americano sia destinato a un trend futuro di debolezza nelle sue valutazioni, se non addirittura destinato a perdere il suo ruolo di valuta di riserva mondiale. Al contrario l’oro è da sempre valuta di riserva e nell’ultimo periodo è pure sottoprezzato.
È infatti più che probabile che le Autorità Monetarie e Politiche della Russia si stiano preparando per un futuro “reset” del sistema valutario mondiale. Non è un caso che la Russia stia da tempo aumentando e sviluppando rapporti economici, finanziari, politici e persino militari con la Cina.
non dimenticherei di considerare che l’oro è comunque un bene di consumo e che chiudere un processo estrattivo comporta il fatto che una volta abbandonato il ripristino non potrà avvenire schiccando le dita in quattro e quattr’otto. Questo fatto non potrà non incidere sul prezzo futuro,(al di la di tutta una serie di altre considerazioni che mi fanno pensare al pescatore che pastura le trote ) E senza dimenticare che il cambio gioca un ruolo non indifferente .La sterlina oro quota tranquillamente intorno ad un range di 250 euro da un bel pezzo nonostante tutti i terremoti ,annunciati e verificatisi.