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MACROECONOMIA e ORO: safe haven con una Cina a rischio crisi finanziaria

Scritto il alle 10:00 da Roy Reale

GUEST POST: La BCE spinge il Dollar Index al ribasso e mette le basi per una nuova “currency war”. Il barometro settimanale dell’oro.

Il lingotto ha oltrepassato la media mobile a 55 settimane (55 weeks moving average) posta a $ 1.350,00; il movimento rialzista del metallo giallo mi suggerisce che, entro settimana prossima, potremmo assistere al raggiungimento del primo target della figura tecnica gia’ individuata a gennaio (doppio minimo rialzista), collocato esattamente a $ 1.433,83 (grafico sotto).


Un ulteriore sviluppo delle quotazioni potrebbe avvenire successivamente al conseguimento del target di cui sopra, con possibile secondo target (di medio termine) posto in area $ 1.491,00 – $ 1.493,00 (coincidente con la media mobile a 200 settimane – 200 weeks moving average).
Ritengo che, la prossima settimana, se il metallo giallo superasse la resistenza a $ 1.410,00 (che corrisponde alla media mobile a 65 settimane), sara in grado agevolmente di approdare al primo target a $ 1.433,83.

Il metallo giallo sta avvantaggiandosi del suo status di “bene rifugio” (safe haven) alla luce delle tensioni in Crimea e in conseguenza alle forti preoccupazioni globali per il rallentamento dell’economia cinese (nonche’ delle instabilita’ finanziarie del Paese del Dragone).
Gli investitori stanno concentrando le loro attenzioni al Referendum che si terra’ domenica in Crimea, il quale potrebbe sancire la secessione dall’Ucraina (con conseguente annessione alla Russia), dando il via allo “spezzettamento” della Nazione ed alla conseguente instabilita’ politico-militare-finanziaria. (ndr: questo post è stato redatto sabato sera).

Ulteriori preoccupazioni giungono dal fronte cinese, con dati economici piu’ deboli del previsto e i pericoli di defaults aziendali (settimana scorsa una societa’ produttrice di pannelli solari ha fatto default su un titolo obbligazionario in scadenza, di 89,80 milioni di yuan; la societa’ e’ la Chaori Solar Energy).
Quello di Chaori Solar Energy non sarebbe un caso isolato. Il 2014, in Cina, sara’ costellato da altri defaults di aziende, di “conglomerati finanziari fiduciari” e di obbligazioni emesse da societa’ private.

SI AVVIA LA CINA VERSO UN CROLLO FINANZIARIO IN STILE “LEHMAN BROTHERS”?

Dopo anni di crescita economica “drogata” dal credito facile erogato dalle 5 maggiori banche del Paese (sotto lo sguardo benevolo e compiacente della People’s Bank of China, la Banca Centrale Cinese), la Cina sta rallentando vistosamente a livello economico e cominciano ad apparire le prime “crepe” di questo “boom”.
Come hai letto nel paragrafo precedente, il primo default della storia economica della Cina e’ esploso pochi giorno or sono, ed e’ solo il primo di una lunga serie.
Nei prossimi mesi assisteremo a svariati defaults di obbligazioni societarie in scadenza nel 2014, con il rischio (piu’ reale che apparente), che la Cina si avvii verso un crollo finanziario in stile “Lehman Brothers”.

La scorsa settimana, un grande conglomerato di acciaierie cinesi (Haixin Steel) ha dovuto dichiarare insolvenza per mancato rimborso di prestiti bancari.
Il default di Haixin Steel non e’ un caso isolato: altri grandi conglomerati di acciaierie sarebbero nelle stesse condizioni finanziarie.
A causa dei timori di defaults nel settore delle acciaierie cinesi, il prezzo del ferro (iron ore) e’ crollato sui mercati internazionali, ai minimi riscontrati durante la crisi del 2007 – 2008.
Il settore e’ alle prese con una crisi di sovracapacita’ produttiva, le acciaierie sono cariche di debiti e prestiti da rimborsare e il rallentamento del mercato mondiale affligge le vendite del settore.

PER ART CASHIN I PROSSIMI SONO GIORNI CRITICI PER I MERCATI FINANZIARI.

Art Cashin, ultraveterano esperto di mercati finanziari, Direttore delle operazioni finanziarie per UBS Financial, presso il “floor” di Wall Street, ha dichiarato che i prossimi giorni, saranno critici per i mercati finanziari, soprattutto per il settore azionario.
Il mercato toro del settore azionario globale, durato 5 anni, potrebbe volgere al termine, secondo Cashin.

“Non so se siamo all’inizio dello scoppio della bolla, ma l’instabilita’ della situazione geopolitica in Ucraina, potrebbe essere il catalizzatore dello sgonfiamento della stessa”, ha dichiarato Cashin.

Cashin ha aggiunto che un altro catalizzatore per l’esplosione della bolla potrebbe essere la situazione finanziaria in Cina: “il rame (Dr. Copper), in Cina e’ utilizzato dalle aziende come ‘collaterale’ ovvero una sorta di ‘ipoteca’, con cui le stesse possono richiedere prestiti al sistema finanziario, che concede mutui e linee di credito accettando come collaterale il rame”.
“Ora, il rallentamento economico ha causato il crollo de prezzo del rame. Se gli istituti finanziari che hanno concesso crediti alle aziende cinesi, dovessero richiedere il rimborso delle linee di credito, le aziende debitrici sarebbero insolventi perche’ le riserve di rame utilizzate come ipoteche – ”collaterale” – , con il crollo dei prezzi, non valgono neppure la meta’ dei prestiti contratti, pertanto il sistema economico e finanziario cinese diverrebbe insolvente.” (Su questo argomento vi consiglio di riprendervi il post dedicato.)

Anche Cashin prevede un possibile episodio di crisi finanziaria in stile “Bearn Sterns” per la Cina.

Riccardo G. – Deshgold

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