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Lo sporco ricatto delle banche

Scritto il alle 15:30 da Danilo DT

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Continuo ad essere fermamente convinto che le protagoniste del 2010 saranno ancora loro. Le banche. Con tutti i loro problemi e i loro sotterfugi, con tutte le loro incongruenze e le voragini di bilancio. E in particolar modo le banche USA. Ma facciamo molta attenzione. Come segnalato più volte, in Europa per certi versi stiamo addirittura peggio. Qui da noi in Europa, (un po’ meno in Italia, per fortuna, dove il nostro sistema bancario è stato spesso deriso in passato perchè troppo tradizionale e poco dinamico) la leva finanziaria continua ad essere un pericolo notevole (il deleveraging richiede tempo e tanta buona volontà) e i rischi di possibili problemi non sono assolutamente da escludere. Diciamo che, per certi versi, questo mercato così positivo, ha sicuramente dato una grossa mano alle banche al fine di fare pulizia di bilancio. Infatti, la totale mancanza di percezione del rischio, presente oggi, ha dato la possibilità a diverse asset class di godere di sontuose rivalutazioni. Basta pensare a quanta spazzatura ha ripreso valore in questi mesi!
Elemento in più che ci fa capire che, molto probabilmente c’è stata anche la famosa “mano invisibile “ (intesa come la intendiamo noi, e non in modo storico economico come da modello di Smith!) a pilotare e a dirigere il mercato in una certa direzione al fine di generare scenari favorevoli alla resurrezione delle banche.
Quindi, possiamo affermare che, grazie ad un mercato positivo, le banche hanno ripulito i bilancie quindi ora godono di ottima salute?
Ma neanche per sogno. Quanto scritto fino ad ora è la teoria. Poi la realtà, come spesso accade è ben diversa. E la causa è sempre lei, l’ingordigia.

Junk bond e titoli tossici: usati per il tradingù

Cosa hanno fatto quindi le grosse banche, soprattutto quelle americane? Hanno pensato bene di “cavalcare” la tendenza e di iniziare a fare trading proprio su tutte quelle attività che fino a qualche mese fa le stavano portando alla rovina.
Quindi, immaginate la burla. Banche salvate con denaro pubblico, le quali poi si avvelenano volutamente col veleno da cui sono state salvate. Ma non è incredibile? Una perfetta mossa in stile harakiri con cui le banche sembrano proprio amanti di arti sadomasochistiche guidate dal piacere e dalla necessità di fare soldi. Si, perché alla fine il problema è sempre quello: fare denaro, utili.
Volete qualche numero? Eccovi serviti.

Bank of America e Citigroup hanno ricevuto circa 92 miliardi di dollari USA, denaro pubblico elargito per il loro salvataggio. Nell’ultimo trimestre queste due banche, con l’aggiunta di qualche altro istituto, hanno aumentato l’esposizione verso i titoli tossici per circa 3.5 miliardi di dollari. Da sola, Bank of America ha aumentato l’esposizione verso titoli tossici di un +75%, oggi Citigroup ha un esposizione sui titoli tossici pari a circa 14 miliardi di dollaroni. E tenete conto che Citigroup è stata salvata con 45 miliardi di dollari sempre di denaro pubblico. Ovviamente Goldman Sachs non è stata da meno, come anche Morgan Stanley e JP Morgane via via tutte le altre banche di grosso calibro.

Ma cosa succederà se un bel giorno, magicamente, i titoli tossici torneranno ad essere il liquidi a causa di un qualche shock finanziario? Avremo un nuovo TARP a sostegno del sistema? Ovviamente questo non possiamo saperlo, ma certo suona come una beffa il comportamento delle banche USA: gonfiate di titoli tossici, crollate le loro valutazioni, salvare dal governo, tornate a fare trading sugli stessi titoli. Il tutto comunque (inutile nascondersi) con la benedizione dello stesso governo USA , il quale dimostra, giorno dopo giorno, sempre di più, di essere succube del salotto buono delle banche USA e di subirne le decisioni.

E così facendo lievitano i super bonus

Dopo tutto questo discorso, che spero sia stato comprensibile anche se un po’ articolato, c’è un’ovia conseguenza, che poi è molto probabilmente la causa principale di tutto questo curioso e deprimente scenario: i super bonus. Tornando a fare trading su titoli tossici, derivati e porcate varie, i banchieri si sono nuovamente garantiti i favolosi super bonus, i quali, addirittura, sono arrivati a dei massimi storici. Eh si, miei cari lettori, c’è il concreto rischio che per ingrassare alcuni soggetti, ci sia la foret probabilità di rimettere in serio rischio la sostenibilità in futuro del sistema finanziario, visto che tutto è addirittura peggio di quanto visto nel periodo pre default di Lehman Brothers.

Financial Crisis Responsabilità Fee

Per fortuna, in tutto questo tourbillon di situazioni, una cosa è restata, per fortuna, ancora sufficientemente trasparente: l’informazione, anche se in buonissima parte è stata politicizzata ed è volutamente pilotata.
Infatti questo ramo dell’informazione (di cui questo blog fa sicuramente parte) ha continuato in modo martellante a parlare e descrivere le assurde ruberie che i banchieri continuano a fare ai danni di un sistema economico e finanziario fortemente indebolito dalla crisi, e soprattutto a danno del contribuente americano che, nella maggior parte delle situazioni, si ritrova o senz lavoro, o senza casa, o senza soldi, se non con tutte queste 3 alternative messe assieme.
Morale: Mr. Smith, il consumatore modello americano, si è un attimino (permettetemelo) incazzato come una jena.

“Ma come…noi abbiamo perso tutto e quei maiali si continuano ad ingrassare? Coi nostri soldi!”

Obama ed il Governo Usa, vedendo l’opinione pubblica fortemente irritata, ha cercato di correre ai ripari (anche perché l’indice di popolarità del neo Presidente Usa è crollato ultimamente) con un qualcosa che riportasse quantomeno un po’ di giustizia e di etica. Ed ecco quindi la famosa “tassa sulle banche sui banchieri”, con l’obiettivo di colpire principalmente proprio quei bonus che il Presidente Obama ha definito “osceni”.
Ma ovviamente le banche non ci stanno e promettono di riversare il danno subito… indovinate un po’… sui risparmiatori e sull’economia.
Se non è un ricatto questo…
Per ogni dollaro prelevato dalla nuova tassa, ci saranno 10 dollari che non potranno essere immessi nel sistema del credito a favore delle imprese.
Ma volete il colpo di grazia finale? E qui si rasenta il ridicolo. Questa nuova tassa non andrebbe però a colpire proprio in modo corretto i veri responsabili della crisi. Infatti, pensate un po’, sarebbero dispensate dal pagamento dell’imposta istituti come: Freddie Mac, Fannie Mae, GMAC per fare qualche nome. Tassa quindi che diventerebbe iniqua.
Per concludere, credo comunque che molto difficilmente questa tassa verrà deliberata così come è stata ipotizzata. Suona molto come una “provocazione” atta soprattutto a ridare un po’ speranza mediatica ai contribuenti.
Ma poi alla fine, tanto per cambiare, le banche troveranno la quadra col governo e sicuramente, faranno in modo che il loro ricatto possa continuare, come prima…più diprima.

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