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Leva Finanziaria: Banche in miglioramento?

Scritto il alle 12:20 da Danilo DT

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Ricorderete probabilmente il post scritto ad ottobre sulla leva finanziaria delle banche. Ritengo opportuno, anche per renderci conto della situazione, fare un rapido aggiornamento dello stato di salute delle banche USA, d’ Europa e dell’Italia sulla leva finanziaria.
Diciamo che, in linea di massima, mi sarei aspettato che, complici anche i mercati finanziari non malvagi, molte banche abbiano approfittato della positività per chiudere alcune posizioni “a leva” diminuendo così il fardello che le stava opprimendo.
In ambito di banche europee, ricorderete sicuramente la banca portoghese “Espirito Santo”, assoluto record europeo con una leva finanziaria che si avvicinava ai 100 (92.70), un livello che possiamo considerare assurdo.

Bene, negli elenchi che vi fornirò non l’ho inclusa, proprio perché volevo focalizzare l’attenzione sulle banche più “importanti”. Sappiate comunque che la leva finanziaria della suddetta banca è sceso a 73.36. Una bella discesa, direte voi. Certo, ma resta sempre a dei livelli assolutamente inaccettabili. Questo per la cronaca. Andiamo però a vedere la situazione delle altre banche.

 

Leva finanziaria banche USA

 

Partiamo dalle banche USA e possiamo notare che effettivamente la situazione per queste banche è andata via via migliorando. Nel file che vi avevo presentato ad inizio luglio avevamo livelli decisamente più elevati. Oggi la situazione si è sicuramente tranquillizzata, almeno dal punto di vista “leva finanziaria” che è sensibilmente diminuita. Anche se non per tutti.

Qui trovate l’elenco delle banche commerciali e non facenti parte dello SP 500. Ad esempio potete notare Citigroup, che è al top della lista ma ha visto scendere la sua leva finanziaria da 22.53 a 16.47.
Non stessa cosa invece per JP Morgan, che addirittura la leva finanziaria se l’è vista aumentare dall’ultima rilevazione di luglio fatta da I&M. E ancora Morgan Stanley: passa da 27.92 a 24.60, mentre il mostro sacro Goldman Sachs se prima navigava a 24.42, oggi invece è a 19.47.

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Per fortuna quindi, le banche USA hanno diminuito un pochino la leva finanziaria, anche se non di tantissimo. Purtroppo sappiamo bene che questo (diminuzione della leva finanziaria) è un processo che non è di facile esecuzione, ci vuole del tempo.

La diminuzione della leva finanziaria era una necessità. Si faceva leva per amplificare i guadagni. Se la diminuzione della leva finanziaria significa (dal punto di vista matematico) una riduzione di guadagni, beh, questo è tutto da vedere, anche perchè nel frattempo le banche hanno trovato il modo di fare comunque utili a palate con altre idee, come ad esempi high frequency trading. Quindi la cura dimagrante della leva non è costata per forza una riduzione dei margini.
Certo è che, in un mercato realmente più stabile, le banche USA probabilmente torneranno ad aumentarla. Ma lo vedremo.
Personalmente credo sia assolutamente necessario che il processo di diminuzione della leva finanziaria debba continuare, in quanto l’esposizione continua ad essere sempre e comunque esagerata.

 

Ma ora viene il bello.

 

Leva finanziaria Banche Europee

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Se potevamo dirci soddisfatti dell’andamento della leva finanziaria delle banche USA, come possiamo commentare la leva delle banche europee?

Guardate, preferisco non commentare. Vi lascio la scheda. Noterete che , rispetto alle banche USA, le banche europee sono ancora molto molto indietro. Significa che, ad oggi, le banche USA rappresentano un settore già in fase di forte ristrutturazione. Non al massimo dello splendore, ma con la volontà e l’intento di rimettere un po’ di ordine. In Europa invece…. Troviamo ancora dati folli: leva finanziaria oltre i 50 per tantissime banche, e sono tutti nomi altisonanti!
Bank Greece, Dexia, Deutsche Bank, Deutsche Post, Barclays… E come dicevo in apertura, ho incluso solo i pezzi da 90.

Secondo me questo è un chiaro segnale: se mai un giorno ci sarà ripresa, il tessuto bancario europeo si presenterà ancora inadeguato. Ragione in più per pensare che l’area che prima si riprenderà, tra Europa ed USA saranno ancora un volta gli americani.

 

Bundesbank: banche tedesche dovranno svalutare

 

A conferma di quanto appena affermato, arriva la nota della Bundesbank. L’istituto di credito centrale del colosso germanico ha confermato, a seguito del salvataggio di WestLB, che la situazione resta preoccupante (e vorrei ben vedere, basta guardare il grafico sopra! Ndr).
Infatti si aspettano una svalutazione di asset nei bilanci bancari che nel 2010 dovrebbe toccare i 90 miliardi di euro! Mica briciole! E quindi…alla faccia della crisi finita! Ma su questo torneremo in futuro con un ulteriore approfondimento.

Financial Stability Forum: banche a rischio

 

E propio in questo ambito, il Financial Stability Forum ho fornito un elenco delle bacnhe considerate “pericolose”, come segnalato anche da alcuni eccellenti commenti inseriti nel blog nella giornata di ieri. Lo stesso Financial Stability Forum, presieduto dal nostrano Mario Draghi, ha poi smentito,anche se sembra più che altro una mossa per evitare panico o timori. L?obiettivo di questa analisi del FSF è quello di allertare le banche in oggetto e di organizzarsi nel caso in cui dovesse succedere una grave crisi..

L’articolo è estratto dal Financial Times. Buttateci un occhio, ne vale la pena. Nell’elenco troverete anche le due banche italiche, Unicredit e Intesa SanPaolo….

 

Conclusioni

 

Quindi, cari lettori, dobbiamo ammettere che, per forza di cose, il sistema finanziario europeo è ancora profondamente a rischio.La ristrutturazione delle banche non è ancora finita, anzi, siamo ancora in alto mare, mentre negli USA la situazione è già migliorata.
Continuo ad essere dell’avviso che in sistema bancario sano aiuterà in modo determinante la vera ripresa economica e quindi, allo stato attuale, non possiamo certo sperareo pensare che l’Europa riesca a “recuperare terreno” contro gli USA.
Ma una piccola nota sdi speranza puramente italica è giusto scriverla. Il sistema bancario italiano, da tutti sempre “fotografato” come vecchio , datato e non moderno, ha dato conferma della sua solidità rispetto alle banche del Vecchio continente.
Ora c’è un motivo in più per provare, pensare e sperare in un’accelerazione dell’economia italiana nei confronti dei paesi dell’Unione Europea, per recuperare quel gap che si è formato e che ci allontanava sempre più dai colossi Francia e Germania.
Non sarà facile, ci vorrà la collaborazione di tutti, banche in primis.
Sarebbe una grande soddisfazione, da buon italiano, poter vedere finalmente un Paese virtuoso con una gestione dinamica della crisi.
Si signori, dinamica, perché, NON DIMENTICHIAMOLO MAI (e ci tengo a sottolinearlo), crisi significa anche OPPORTUNITA’. E non solo disperazione.
Sarò un sognatore (e il mio nickname lo testimonia un po’…) però si potrebbe aprire per l’Italia un’occasione che merita di essere sfruttata.

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