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LEZIONI dal MERCATO: errori di valutazione che portano ad altri errori?
Lo chiamavano New Normal. Adesso non saprei nemmeno come definirlo questo mix di debito, inflazione, tassi al rialzo, rischio recessione, guerra, epidemie… Peggio di una piaga biblica. Una giostra dalla quale spesso si vorrebbe scendere ma… quasi sembra non esserci modo.
Un mix pericoloso composto da rottura delle catene di approvvigionamento e gravi tensioni geopolitiche, sommato a politica fiscale e monetaria decisamente eccessiva. Se prima la FED & co hanno esagerato con la fase espansiva, ora ci ritroviamo contro tutti gli eccessi. L’inflazione era un problema transitorio, ricordate? Ma qui su I&M abbiamo più volte ribadito che la transitorietà era pura utopia a meno che il conflitto russo-ucraino potesse risolversi rapidamente. Ed invece siamo ancora qui.
Io continuo comunque ad essere convito che l’invasione russa è stata studiata a livello di timing nei minimi particolari, proprio per mandare il palla il mondo occidentale. E permettetemi, ci è riuscita pienamente.
Nel frattempo però la FED ha ammesso l’errore di valutazione (ma va?) e magicamente ha iniziato a parlare di un tasso inflazione molto preoccupante che avrebbe condizionato l’economia in modo devastante se non contrastata con qualsiasi mezzo. Anche se poi il mercato la prendeva male. E fu così che la FED divenne estremamente restrittiva, trascinando nel mood altre banche centrali facendo crollare l’euro, la sterlina e lo yen rispetto al dollaro ed aggravando l’inflazione a livello globale. E di questo ne abbiamo già parlato nei post precedenti.
LA BCE? SI ADEGUA
Anche la nostra BCE ovviamente deve adeguarsi anche se, come è noto, la nostra è inflazione importata e diventa difficile contrastarla rialzando i tassi. Però almeno si ha un effetto sul cambio. La Bank of Japan è intervenuta per puntellare lo yen, continuando al contempo a lottare contro il mercato per quanto riguarda il tetto che ha imposto ai rendimenti dei titoli di Stato.
E poi la BoE che si trova a contrastare una crisi nera, dove ci ritroviamo tagli fiscali non finanziati dal nuovo governo britannico, possibili nuovi rialzi dei tassi per difendere la Sterlina e, allo stesso tempo, interventi di emergenza per arginare la crisi aperta sui titoli di stato britannici, diventando compratrice per frenare la corsa alle vendite.
Quindi cosa possiamo dire? Che sicuramente questa momento è stato sottovalutato dal sistema. Si voleva fare tutto in chiave soft, quasi senza disturbare, in sordina, magari un po’ di rallentamento ma poi via, ripartire con la crescita economica e la normalizzazione dei tassi di interesse.
UTOPIA
Ora la malattia è esplosa e il raffreddore è diventato una polmonite. Curare la malattia non è più una passeggiata soft. E’ un impegno che comporta sacrifici e dolore.
Ora tutto si è quindi complicato. E l’investitore si trova sballottato a destra e sinistra a seconda di come tira il vento. Intanto però i ribassi dei mercati, sia azionari che obbligazionari (unidirezionalità) sono stati importanti. Drawdown da grandi occasioni e nervi a fior di pelle. E la velocità di questi rialzi dei tassi è assolutamente impareggiabile.
Siamo alla fine della malattia e iniziamo a vedere la luce in fondo al tunnel? Sarebbe bello poterlo affermare con serenità ma non è così.
UTILI IN FRENATA: si o no?
Il rallentamento globale potrebbe cominciare a raffreddare un po’ di animi delle banche centrali soprattutto in ambito di possibili rialzi dei tassi di interesse nel 2023. Ma tutto deve ancora essere dimostrato. E queste buone notizie soprattutto per il mercato obbligazionario che potrebbe riacquistare un po’ di tono, non possono essere traslate ancora con entusiasmo al mercato azionario visti i forti venti di rallentamento e recessione che soffiano ovunque.
E attenzione, gli utili dello S&P 500 previsti per il 2023 e le vendite sono state riviste al ribasso in modo giustificabile?
Questi numeri mi lasciano quantomeno perplesso. Mi sfugge qualcosa? Dove sta il miracolo economico che permette, in questo contesto, delle dinamiche così…lasciatemi dire…virtuose?
REPRICING? la nostra speranza
E se invece questi conteggi non fossero realistici e meriterebbero una sonora revisione al ribasso, quanto il mercato l’ha già scontata? Difficile dirlo. Una cosa che potrebbe aiutare l’equity è ancora quel fenomeno che più volte abbiamo discusso in chiave negativa ma che stavolta, forse, potrebbe essere un valore aggiunto.
Si tratta del REPRICING. Tassi in diminuzione (e magari tassi reali che tornano a scendere) portano ad un ricalcolo delle valutazioni dei multipli azionari, rendendoli più cheap.
Ci attacchiamo a tutto per cercare un po’ di luce. Confidiamo in una soluzione del conflitto bellico. Questo sì che sarebbe un qualcosa di DISRUPTIVE che potrebbe cambiare le carte in tavola. Ma si tratta di eventi esogeni e solo il buon Dio potrebbe sapere qualcosa al riguardo.
Anzi, pensandoci bene, forse nemmeno lui…
STAY TUNED!