Legge ammazza-blog e WIKIPEDIA: è a rischio il futuro dell’informazione libera

Scritto il alle 10:19 da Danilo DT

Wikipedia ha deciso: preferisce chiudere il sito a causa della legge anti intercettazioni (???) che ne compromette l’operato. E noi, italiani, non possiamo restare ancora a guardare…

Qualcuno di voi avrà sentito parlare della legge “ammazza-blog”. Questa legge prevede, sintetizzando il tutto, che ogni gestore di sito ha l’obbligo di rettifica sui contenuti pubblicati sulla base di una semplice richiesta effettuata dai soggetti che si ritengono lesi nella reputazione o considerano i testi non veritieri. Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono”, riporta il comma 28 dell’articolo 1 del DDL. La norma non prevede la possibilità di replica e per di più sanziona la mancata rettifica fino a 12mila euro.


Come sempre si è fatta una grande confusione in quanto questa legge, incredibile a dirsi, fa parte del pacchetto anti intercettazioni. Non ci vuole un esperto di diritto per capire che l’Esecutivo non ha percezione della differenza tra siti giornalistici professionali e i siti amatoriali o blog. Ma questo elemento è probabilmente un dettaglio, perché quel che è esplicitamente evidente è il desiderio di tappare la bocca alle voci scomode. Informare non vuol dire comportarsi come un ufficio stampa, quindi banalmente amplificare la voce del padrone. Anzi, la stampa è per sua definizione il “cane da guardia” della democrazia non un cucciolo da compagnia.
Imporre un obbligo di rettifica a tutti i produttori “non professionali” di informazione, significa fornire ai nemici della libertà di informazione, una straordinaria arma di pressione – se non di minaccia – per mettere a tacere le poche voci fuori dal coro, quelle non raggiungibili, neppure nel nostro Paese, attraverso una telefonata all’editore e/o al principale investitore pubblicitario.

Sarebbe davvero una sciagura per la libertà di parola sul web se, preoccupato di assecondare l’urgenza della maggioranza nell’approvazione del ddl, il Parlamento licenziasse il testo nella sua attuale formulazione.

Inutile ripetere che le conseguenze dell’entrata in vigore della norma sarebbero gravissime: ogni contenuto, informazione o opinione non gradita ai potenti dell’economia o della politica sarebbe destinata a vita breve sul web e ad essere rimossa – lecita o illecita che ne sia la sua pubblicazione – a seguito dell’invio di una semplice mail contenente una richiesta di rettifica.
E questo compromette in modo indiscutibile la libertà di pensiero, di opinione, di stampa. Tanto che un colosso come WIKIPEDIA ha preso una decisione gravissima: leggetela voi… Andate su www.wikipedia.it e troverete questo comunicato:

Cara lettrice, caro lettore,
in queste ore Wikipedia in lingua italiana rischia di non poter più continuare a fornire quel servizio che nel corso degli anni ti è stato utile e che adesso, come al solito, stavi cercando. La pagina che volevi leggere esiste ed è solo nascosta, ma c’è il rischio che fra poco si sia costretti a cancellarla davvero.
Negli ultimi 10 anni, Wikipedia è entrata a far parte delle abitudini di milioni di utenti della Rete in cerca di un sapere neutrale, gratuito e soprattutto libero. Una nuova e immensa enciclopedia multilingue e gratuita.
Oggi, purtroppo, i pilastri di questo progetto — neutralità, libertà e verificabilità dei suoi contenuti — rischiano di essere fortemente compromessi dal comma 29 del cosiddetto DDL intercettazioni.
Tale proposta di riforma legislativa, che il Parlamento italiano sta discutendo in questi giorni, prevede, tra le altre cose, anche l’obbligo per tutti i siti web di pubblicare, entro 48 ore dalla richiesta e senza alcun commento, una rettifica su qualsiasi contenuto che il richiedente giudichi lesivo della propria immagine.
Purtroppo, la valutazione della “lesività” di detti contenuti non viene rimessa a un Giudice terzo e imparziale, ma unicamente all’opinione del soggetto che si presume danneggiato.
Quindi, in base al comma 29, chiunque si sentirà offeso da un contenuto presente su un blog, su una testata giornalistica on-line e, molto probabilmente, anche qui su Wikipedia, potrà arrogarsi il diritto — indipendentemente dalla veridicità delle informazioni ritenute offensive — di chiederne non solo la rimozione, ma anche la sostituzione con una sua “rettifica”, volta a contraddire e smentire detti contenuti, anche a dispetto delle fonti presenti.
In questi anni, gli utenti di Wikipedia (ricordiamo ancora una volta che Wikipedia non ha una redazione) sono sempre stati disponibili a discutere e nel caso a correggere, ove verificato in base a fonti terze, ogni contenuto ritenuto lesivo del buon nome di chicchessia; tutto ciò senza che venissero mai meno le prerogative di neutralità e indipendenza del Progetto. Nei rarissimi casi in cui non è stato possibile trovare una soluzione, l’intera pagina è stata rimossa.


Per farla breve Wikipedia Italia sta per CHIUDERE. L’enciclopedia on-line che ormai ci accompagna nel quotidiano sta per finire per sempre. E con lei finiranno tutte le fonti di informazioni alternative, QUESTO BLOG COMPRESO.
Quindi, cari amici, CONDIVIDETE QUESTO ARTICOLO E GIRATELO A TUTTI I VOSTRI CONOSCENTI, se credete che alcuni principi e valori fondamentali meritino ancora di essere difesi. Usate i bottoncini di Facebook e Twitter qui sotto, e ancora l’email e i piccioni viaggiatori… E non dimenticate che non solo verranno tarpate le ali alla libera informazione ma sarà la fine di un diritto fondamentale per il popolo italiano. La libertà di pensiero.
Grazie.

Fonti Tom’sHW  Wikipedia e Il Fatto quotidiano 

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STAY TUNED!

DT

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16 commenti Commenta
maurobs
Scritto il 5 Ottobre 2011 at 11:12

Fatto gravissimo e degno del peggior regime(sia comunista che fascista).Per me elettore del centrodx unoschifo inevitabile e che dimostra ancora di più che l’attualke esecutivo ha tutt’altro in mente che il bene dell’italia. Detto questo non usando ne twitter ne facebook.Se mai ci fosse qualcuno che organizzi una raccolta firme per far stralciare questa parte del decreto firmo di corsa.
e credo che il motivo di una tale legge sia perchè ormai in ogni dove tutti parlano negativamente dell’esecutivo e del premier,per cui democraticamente è meglio mettere il bavaglio. 👿 👿 👿 👿

estremosud
Scritto il 5 Ottobre 2011 at 11:28

dovrebbero mettere fuorilegge tutte le massonerie, altro che i blog e tutta l’informazione indipendente del web.
ormai le logge massoniche, sia deviate che legali, sono una cappa che opprime tutto. tutti i posti che contano un minimo sono occupati dai fratelli d’italia.
tutte le decisioni ai danni della gente libera e ignara vengono prese da queste organizzazioni criminali.
lo stato, i partiti, i sindacati non contano più nulla.
ma chi potrebbe mai portare una legge contro la massoneria, in parlamento????????? visto che ne fanno parte politici di sinistra, di centro e di destra.
il potere della massoneria è assoluto ed è trasversale a tutti i partiti ed a tutte le istituzioni.
ovviamente la meritocrazia non esiste più a nessun livello, perchè nelle poltrone importanti i maestri venerabili fanno accomodare i fratelli anche se squallidi e incapaci.
infine bisogna sottolineare che in questa situazione sociale, quello che manca è la libertà e scusate se è poco.

idleproc
Scritto il 5 Ottobre 2011 at 11:33

Maurobs non farti illusioni è una volontà bipartisan il desiderio di “tappare la bocca alle voci scomode”. Sta andando forte anche dall’altra parte dell’Atlantico. Solo che lì hanno una Costituzione che i Giudici fanno rispettare. Da noi no, è una Costituzione Casta-Compatibile. La tirano di qua e di là come meglio credono, non importa quale sia il governo, è andata sempre così. La libertà d’espressione e di circolazione dell’informazione è un diritto primario liberale irrinunciabile. E’ uno strumento indispensabile con l’attuale centralizzazione fuori dal controllo democratico dei poteri politico-economici. Appartiene a tutti la dobbiamo difendere tutti. Specialmente se stiamo a guardare le prospettive… 👿 (elevate la faccina alla potenza che preferite). Grazie DT.

maurobs
Scritto il 5 Ottobre 2011 at 11:43

idleproc@finanza,

Propongo di ritornare ai pizzini ………

ivegotaces
Scritto il 5 Ottobre 2011 at 12:42

Ciao Dream, ciao a tutti. Mi rendo conto che non sia una soluzione accettabile e forse neanche praticabile, perché l’informazione deve arrivare a tutti e coinvolgere tutti, ma mi stavo chiedendo se non fosse possibile mediare con la parte “privata” di un blog, utilizzabile da parte del titolare del blog stesso per veicolare il suo pensiero, punto di vista, oltre che per continuare un confronto quanto più costruttivo possibile con i suoi utenti. E’ certo che in questo modo si taglierebbero tutti gli utenti silenziosi … ❓ Cosa ne pensi/ate?

mattia06
Scritto il 5 Ottobre 2011 at 14:50

Magari dico una c…..a ma non si può trasformare un dominio italiano in uno straniero? la legge dovrebbe riguardare solo l’italia giusto?

atomictonto
Scritto il 5 Ottobre 2011 at 15:55

La legge in primis sembra scritta da quattro nonni senza cultura web piuttosto che da professionisti.
E’ sufficiente infatti creare dei siti-mirror basati su server esteri per mettere in grave difficoltà la legge stessa mentre un giornalista professionista o addirittura una intera testata possono spostare l’hosting della propria pubblicazione su di un dominio estero (es. finanza.eu), hostato su si un server estero e pubblicare ciò che vogliono facendo 30 minuti di macchina da Milano a Lugano (Svizzera) ed entrando nel primo internet cafè Elvetico.
Il sito avrebbe una redirection page hostata in Italia sul dominio originale su cui non è pubblicato niente e gli utenti vedrebbero lo stesso sito di informazione Italiano solito senza rendersi conto di “essere andati all’estero” e di leggere informazioni “create all’estero” quindi del tutto al di fuori del tiro delle leggine di Berlusconi.
Detto questo sottolieno la vergognosa stupidità di tale proposta che è detinata a fallire, ovvero che se qualche “genio” del governo pensa con delle leggine di riuscire dove il regime Cinese non è riuscito coi fucili, la polizia politica, i tribunali “del Popolo” dove il popolano non ha diritto nemmeno ad un avvocato e le carceri politiche nel Guangzhou…penso abbia preso un granchio mica male.
Infine questa porposta di legge evidenzia il TERRORE di chi ci governa per la pubblicazione delle oltre 10.000 pagine di intercettazioni sulle sue “seratine eleganti”, visto che è già sputtanato con la sola pubblicazione “dell’antipasto” di 497 pagine pubblicato a Aprile.

alfio200
Scritto il 5 Ottobre 2011 at 16:23

Io aspetterei di vederne l’applicazione pratica.

Scusa, ma se qualcuno scrivesse che:

“Intermarkerandmore è un sito di dilettanti seguito da fessacchiotti”.

Non pensi di aver diritto, ANZICHE’ PROCEDERE PER COSTOSE E LUNGHISSIME PRATICHE LEGALI) ad una rettifica mediante semplice richiesta?

Pensi che un qualunque articolo un po’ critico nei confronti degli italiani sarà suscettibile di rettifica perchè un solo italiano lo richiederà? Se è così, è evidente che non sarà più possibile scrivere niente.

Ripeto, vediamo quello che succederà.

hironibiki
Scritto il 5 Ottobre 2011 at 16:45

ACCORDO SALVA-BLOG – In Commissione il comitato dei nove ha trovato un accordo che “salva” i blog dall’obbligo di rettifica con il conseguente rischio di dover pagare multe salate. È stato approvato all’unanimità con il parere favorevole del governo il testo di Roberto Cassinelli (Pdl) che distingue le testate giornalistiche online dai siti amatoriali. L’obbligo di rettifica entro 48 ore rimane quindi solo per i siti di informazione registrati ai sensi della legge sulla stampa. Niente obbligo per i blog. Il testo Cassinelli è identico anche a una dell’Udc a firma Rao e uno del Pd a firma Zaccaria. La modifica arriverà nell’aula della Camera come testo della Commissione.

Quindi non ho capito bene.. Si applica solo su testate quali ad esempio corriere, la repubblica ecc??

hironibiki
Scritto il 5 Ottobre 2011 at 16:48

E se si, a che cavolo serve? Possibile che in mezzo a tutto sto casino economico-politico-mondiale pensano solo a fare delle leggi idiote come queste?
Che strazio. Vogliamo Cicciolina alla guida della BCE e Iva Zanicchi a capo del governo.

alfio200
Scritto il 5 Ottobre 2011 at 18:20

Facciamo un esempio significativo…

Un sito che tratta dell’olocausto parla di “tedeschi” responsabili della deportazione degli ebrei. “Un tedesco” chiede la rettifica in quanto lui come tedesco dei giorni nostri non ha nulla a che vedere con l’olocausto. E così di seguito, in modo che tutti i siti che trattano la questione Auchwitz e simili sarebbero costretti a chiudere sommersi da analoghe richieste di rettifica.

Qualcone crede possibile una cosa del genere?

A mio avviso, i gestori di Wikipedia sono stati un po’ paranoici.

idleproc
Scritto il 5 Ottobre 2011 at 20:34

alfio200@finanza,

Non credo siano stati paranoici… si comincia sempre così e nubi oscure si stanno formando all’orrizzonte. Speriamo tutti che resti il bel tempo, resterà il bel tempo ma è meglio prevenire. La libertà di circolazione dell’informazione è il fondamentale strumento anti-guerre che hanno bisogno sempre di una propaganda monocorde. Lo avrete facilmente verificato dal livello dell’informazione televisiva su questioni finanziarie ed economiche e recentemente sulla “liberazione” democratica del Nord-Africa e della Libia. Se finora non sono andati oltre è perché anche negli US c’è un’opposizione ragionata e ragionante proprio nei blog.

furious
Scritto il 5 Ottobre 2011 at 23:03

Non finisce nulla invece, il bello dell’informatica è che sa cambiare volto ed adattarsi.
Ad esempio intermarket ha la sua bella fan page Facebook da dove potrà continuare indisturbato a pubblicare, e se non sarà Facebook sarà un altro social.

Inoltre nel decreto c’è scritto se i siti oggetti sono tutti quelli in lingua italiana o solo quelli hostati in Italia?

lampo
Scritto il 5 Ottobre 2011 at 23:42

Secondo voi… con lo stesso decreto legge, posso chiedere la rettifica di una nota testata della repubblica italiana?
Avrei, come dire, più di qualche articoletto e svariati capoversi che, ogni volta che mi capita di leggerli, mi danno proprio fastidio e senso di oppressione, oltre a ledere miei diritti ed interessi personali.

Ovviamente mi riferivo alla Gazzetta Ufficiale! :mrgreen: :mrgreen:

Se pensano di mettere il bavaglio alla gente… devono prepararsi anche alla immediata successiva rivoluzione! La storia ci insegna ciò (sempre se la conoscono …oppure hanno letto distrattamente solo il bignami o la versione edita dal partito)

Poi spiegatemi perché, passando l’ipotesi di esclusione dei blog, bisogna applicare tale normativa alle testate giornalistiche? Che bisogno c’è? Incassano già fior fior di finanziamenti statali, forniscono di conseguenza un’informazione allineata. Hanno bisogno anche di questo ulteriore decreto legge per mettere il bavaglio a chi già pagano (paghiamo con le nostre tasse) profumatamente?
Sono proprio ben messi allora! :mrgreen:

Infine… spiegatemi quale sia il “motivo di urgenza”, dettato dalla nostra costituzione, che induce ad adottare un simile provvedimento normativo con uno strumento legislativo come il decreto legge? Sarà mica forse perché non passerebbe in Parlamento? Oppure perché verrebbe stralciato direttamente in commissione prima ancora di arrivarci?

C’è un’anima disponibile, gentile e nobile, tra i numerosi avvocati di questo paese (1 ogni 250 abitanti) che leggono questo blog che gentilmente risponde a queste domande, formulate da un ignorante come me?

Scritto il 6 Ottobre 2011 at 00:01

Dovrebbe essere passata una legge compromesso…fino alla prossima puntata…

http://www.linkiesta.it/wikipedia-law

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