Articolo 21 della Costituzione Italiana: la libertà di informazione è FINITA
« Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili. In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell’autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all’autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s’intende revocato e privo di ogni effetto. »
Ripassino su uno dei più importanti articoli della Costituzione Italiana, il numero 21. Un articolo che significa una cosa: LIBERTA’. Ma non solo di pensiero e di espressione. Libertà di vivere e di poter godere dell’indipendenza. Invece tutto questo, clamorosamente sta per finire.
Questo blog, apolitico (anche perchè io mi ritengo tale) e quindi molto probabilmente non “a rischio”, è stato da sempre caratterizzato da una forte indipendenza e democrazia. Qui l’autore ha sempre cercato di scovare la realtà, evitando l’influenza di tutta quella stampa mediatica che ha fatto il possibile per addolcire una pillola che invece, era una supposta la quale, come ben sapete, NON si assume per via orale.
Siamo in Italia, un modello di democrazia. O per lo meno questo è quanto si pensava. Questo articolo della costituzione DOVREBBE tutelare al 100% una delle libertà più importanti e fondamentali per un tessuto sociale realmente democratico. Ed invece…tenetevi forte, l’articolo 21 sta per diventare “zoppo”.
Il 6 luglio arriverà una delibera Agcom, sulla tutela del copyright online, e sarà una forma di censura del web, in nome degli interessi di Mediaset e delle lobby dell’audiovisivo, con il beneplacito del centro destra. E’ questo l’allarme lanciato da un gruppo di associazioni (Adiconsum, Agorà Digitale, Altroconsumo, Assonet-Confesercenti, Assoprovider-Confcommercio, Studio Legale Sarzana). Avevano già fatto una campagna contro i rischi di quella delibera, ma speravano ancora di cambiare le cose. Speranze fallite venerdì, dopo aver incontrato Corrado Calabrò, presidente Agcom (Autorità garante delle comunicazioni). «Abbiamo appreso che non c’è spazio per la mediazione e che Agcom intende approvare la delibera-censura in fretta e furia», dice Luca Nicotra, segretario di Agorà Digitale, associazione di area Radicale. Nel testo definitivo dovrebbe insomma restare il principio di fondo, già presente nell’attuale bozza della delibera: Agcom avrà il potere di oscurare siti web accusati di facilitare la pirateria. Senza passare da un regolare processo, ma solo a fronte di una segnalazione da parte dei detentori di copyright. «La questione alla base è che il diritto d’autore sul web ha tantissimi ambiti ed è possibile che l’industria del copyright metta in piedi interi uffici dedicati a segnalare presunte violazioni all’Autorità, come avvenuto in altri Paesi. L’Autorità non avrà i mezzi per gestire le decine di migliaia di segnalazioni che arriveranno. Sarà il Far west, ci saranno decisioni sommarie, ai danni di siti anche innocenti. Siamo il primo Paese al mondo a dare ad Agcom questo potere. Calabrò stesso ci ha detto che sa di muoversi in un territorio di frontiera… ». (Source)
Quindi l’Agcom potrà oscurare, se lo riterrà, qualsiasi sito web senza dover passare tramite l’autorità giudiziaria, e quindi in sua totale autonomia, anche per colpe che non esistono. Ma non è in grado di gestire questa situazione, e il rischio che ci sia una contaminazione politica molto forte è, ahime, assai presente.
Io mi fermo qui e se volete, approfondite la questione cliccando sul link. A parte la questione di tipo politico, credo sia gravissimo il fatto che vengano messe delle limitazioni ad una delle fonti più libere e democratiche presenti oggi al mondo, ovvero il web.
Se ritenere anche voi che, in questo modo, venga fatta una palese ingiustizia al popolo italiano, posso solo chiedervi di condividere questa notizia, di passarla ai vostri amici e magari, anche loro, capiranno che il mondo delle comunicazioni rischia di diventare un mondo in totale monopolio. Che in questo ambito mi fa venire in mente la parola regime….
STAY TUNED!
DT
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Sono molto scettico che ci riusciranno… nel senso che anche se passa la legge, quando un divieto è troppo stringente… crea solo l’effetto contrario.
Per il resto… sono fiero di far parte di una delle associazioni che hai citato. 😉
Mah! WordPress mi ha oscurato talmente tante volte solo dietro consiglio dell’autore ( senza nemmeno accertarsi se era veramente l’autore) che sono dovuto passare ad un altra piattaforma, internet e’ una babele assoluta… ma controllata, le informazioni che passano attraverso il web (tutte le informazioni) vengono registrate per almeno sei mesi da tutti i servers in una “scatola nera” che dovrebbe essere usata per eventuali “accertamenti” dopo che il crimine fosse avvenuto.
Ci sono controlloi da parte di enti piu’ o meno uffciali continuamente… (basta scandagliare gli accessi nei propri siti per scoprirli). Non darei la colpa a questo o a quel governo, siamo liberi come piccioni in una voliera…
AGCOM è una struttura controllata dal premier che rinverdisce gli antichi fasti del Ministero mussoliniano della Cultura Popolare (MinCULPop)
Dopo il mobbing Rai per allontanare i personaggi indigesti si passa al secondo atto, ce ne saranno altri. Spero che non si ritorni ai tempi degli attentati.
Un ministro degli interni che a Pontida grida “secessione” è tollerabile solo in Italia dove il Presidente della Repubblica deve anche accollarsi il lavoro dell’opposizione parlamentare che manca da almeno tre lustri.
Si prepara il palcoscenico per la prossima tornata elettorale e l’oscuramento delle notizie scomode nel pieno rispetto del Piano di Rinascita Democratica di Licio Gelli e del secondo Piano di Rinascita partorito nella Loggia di Arcore è una necessità imprenscindibile.
mariothegreat@finanza,
Infatti il mio non è un atto di accusa al governo, ma solo la constatazione che si è preso atto della potenza del web, della sua importanza e del suo ruolo di “informatore alternativo” sempre più indipendente e valido. E per colpa del web, il potere mediatico, da sempre usato per “pilotare le masse” (beh… ricordate la religione nel Medio Evo?) perde progressivamente forza ed importanza.
E allora nel dubbio molti siti potrebbero essere oscurati in attesa di verifiche. Ma siccome è il FAR WEST (lo hanno ammesso loro!) uno rischia l’oscuramento ad oltranza…
Infatti bisognerebbe “farsi” i server e averli in paesi dove non possono controllarli…. Dov’e’ la cicuta vorrei qualche sorso…
Il problema è che la maggior parte delle persone ragiona con in testa categorie mentali rigide influenzate da un lessico semplificato:
– giustizialista, allora sei seguace di Di Pietro, quando spesso egli con la sua dialettica colorita da proverbi e detti popolari spesso c’azzecca;
– populista, allora sei un discepolo di Beppe Grillo, che manda a fanculo tutti, ma da tanti anni è in prima linea nelle battaglie per l’ambiente, l’energia, la giustizia, ecc,
– comunista, allora sei uno di quelli che mangia i bambini, che sta dalla parte solo dei lavoratori, che sei statalista, ecc. , quando si sa che il comunismo è nato per riscattare le classi sociali più deboli dall’oppressione del mostro capitalista che, in nome del profitto sfrutta selvaggiamente le persone alienando la loro dignità di esseri umani, ma come si è visto il comunismo reale è stato un fallimento là dove si è manifestato, negando i diritti alle persone di esprimere liberamente le proprie opinioni e ingessando l’economia in mano allo stato che ha tutelato solo i burocrati di partito e le forze armate.
– moderato, allora sei di centro, un po’ di quà, un po’ di là secondo la convenienza, seguace della chiesa cattolica e tutte le domeniche vai in chiesa a lavarti la coscienza, ma quando esci ti dimentichi di quello che Gesù ha insegnato anche se in questa categoria ci sono persone che sono coerenti con la loro fede.
– leghista, allora vuoi la secessione, sei accusato di essere razzista, ma come movimento popolare la lega aveva dei valori che poi si sono persi nei meandri della sporca politica.
– di destra, allora dicono che sei un fanatico dell’ordine del rigore, della disciplina, odi i comunisti, ecc.., ma se Montanelli era di destra, allora posso condividere certe cose.
Di categorie ce ne sono ancora tante, anche molto recenti come quella dei responsabili, forse la categoria peggiore, ma mi viene in mente il compianto Rino Gaetano con la sua “un te regghe e più”. L’importante, come ho detto tante volte, che da una fede o credo politico debba discenderne un comportamento, altrimenti sono tutte chiacchiere senza senso.
Se è per questo, si prospetta di peggio…
l’Italia è l’unico paese al mondo in cui il direttore responsabile di un periodico deve essere un giornalista o un pubblicista. Questa legge, dei primi anni sessanta, ha di fatto consegnato la stampa periodica nelle mani di giornalisti e pubblicisti. In pratica, mentre all’estero il sig. Mario Rossi francese, tedesco o quant’altro può tranquillamente dar vita ad un suo peridico ed esserne responsabile, in Italia il sig. Mario Rossi deve per forza assoggettarsi ad un giornalista-pubblicista (ovvero…Mario Rossi è “padrone” di tirar fuori i soldi, m il potere esecutivo spetta al giornalista).
Ora i suddetti parassiti castaioli stanno da più tempo cercando di estendere questa legge ad internet (blog et similia).
Ciò significa che intermarket&more dovrebbe avere un direttore responsabile che dovrà essere un giornalista o un pubblicista. Quindi, il nostro Dream verrà controllato da un giornalista che di economia e finanza non saprà praticamente nulla. Vi alletta l’idea?
P.S.: l’ordine dei giornalisti fu itituito dal fascismo. Perchè i nostri giornalisti, in gran parte a sinistra e antifascisti, magari in occasione del 25 Aprile con un “gesto antifascista” non lo aboliscono? 😉
E’ un problema complesso.
Attiene alle norme giuridiche del “copyright”.
Dovrebbero costituire un fondo a carico di “non so chi” che provveda poi a redistribuire annualmente agli editori una percentuale dei ricavi per gli indennizi del caso.
Sinceramente non starei a scomodare discorsi ideologici.
Ad esempio il problema “fotocopie”, può essere un buon terreno di partenza sulla discussione.
se Dream fosse d’accordo potrebbe scegliere un pubblicista che già fa parte del SID…
Non l’avrei mai voluto dire, ma ora sono più che mai convinto che il nostro sia uno Stato fascista.
End of the game.