in caricamento ...
EQUITY OUTLOOK 2025: prudenza, euforia, transizione…
Leggendo i classici MARKET OUTLOOK delle case di investimento, trovo un po’ in tutti i report questi tre elementi che alla fine si neutralizzano l’un l’altro. Come fa ad esserci euforia ma anche prudenza dicendo che si avrà un 2025 di transizione?
La verità secondo me è un’altra. Dopo un 2025 cosi sorprendente soprattutto in ambito di performance azionaria tutti faranno ben attenzione ad accettare scommesse a priori.
Alcune cose tanto per cominciare le considererei evidenti e/o palesi. L’economia globale è destinata a registrare un rallentamento della crescita nei primi mesi del 2025 qualora i dati cinesi più deboli gravino sul resto del mondo.
La buona notizia è che le banche centrali, in particolare la Banca Centrale Europea (BCE), sono posizionate in maniera ideale per intervenire rapidamente tagliando i tassi. Una ripresa sostenuta dal comparto manifatturiero nel secondo semestre dell’anno è altamente probabile, anche se la tempistica precisa di tale eventuale rimbalzo è più difficile da prevedere.
Intanto allo stato attuale…tutto bene!?!
Il mercato sta vivendo un momento di straordinario slancio tecnico. I flussi di capitale verso i fondi passivi hanno toccato cifre record, con 144 miliardi di dollari solo a novembre – numeri che farebbero girare la testa anche al più cinico degli analisti. La liquidità abbonda, la stagionalità sorride, e l’ampiezza del mercato si è finalmente allargata oltre i soliti noti del tech.
Ma come in ogni festa troppo bella, qualcuno deve pur fare da guastafeste: i gestori patrimoniali mostrano un’esposizione “lunga” all’S&P 500 ai massimi ventennali, mentre il VIX, il cosiddetto “indicatore della paura”, sonnecchia placidamente a 12,8. È come se il mercato stesse danzando su una sottile lastra di ghiaccio, convinto che sotto ci sia una rete di sicurezza. Ma attenzione, guardate qui il cross asset della volatilità. Se l’equity è in acque tranquille, anche il resto non scherza. Calma piatta, forse apparente.
Banche centrali, ancora loro…
La politica monetaria è restrittiva dal 2022. Tuttavia, finora tale impostazione è stata compensata dal persistente impatto del supporto fiscale generoso, da cui sono emersi due elementi:
a) il primo è che i rialzi dei tassi non sono stati così devastanti come avrebbero potuto dimostrarsi in passato;
b) il secondo è che le banche centrali sono riuscite a effettuare rialzi maggiori di quanto si ritenesse possibile all’inizio del ciclo di inasprimento
Le condizioni stanno tuttavia cambiando e man mano che i fattori fiscali favorevoli si attenuano, ci ritroveremo con tanta liquidità… E qui abbiamo un primo grattacapo… Come gestire questa massa di liquidità in uno scenario che chiede una politica monetaria espansiva (taglio tassi) e non restrittiva (aumento tassi per drenare liquidità)? Ok ok…
Ammettiamolo, è finita l’epoca dell’unidirezionalità delle banche centrali. Ora ognuna avrà la sua strada da tracciare. Un occhio sempre alla FED è d’obbligo ma non sarà più lei a dettare le regole. BCE che taglia, BOJ che aumenta… il mondo sta cambiando e questa è una PROVA evidentissima.
E in questo contesto diventa critica (ma interessante) il quadro europeo con una UE particolarmente vulnerabile a questo rallentamento economico e guarda alla BCE come a un’ancora di salvezza. La banca centrale, che ha accumulato un consistente arsenale di tassi elevati, si trova nella posizione ideale per intervenire con decisione. Ma la teoria è una cosa, la pratica un’altra. La BCE potrà intervenire? Beh intanto tutto dipenderà dall’inflazione che come vi ho già scritto, non è così dormiente…
Anche perchè lasciatemi dire… nessuno si è concentrato sugli effetti inflazionistici di rendimenti più elevati. Nessun altro ciclo di rialzi della Fed nella storia si è verificato mentre il debito pubblico era così grande… i pagamenti degli interessi fluiscono verso i possessori di titoli del Tesoro e una parte sarà spesa e quindi genera inflazione. Quindi tutto resterà sotto controllo?
La Svolta Manifatturiera: Una Promessa da Verificare
Chi invece aspetto al varco in questo 2025 è il settore manifatturiero che potrebbe finalmente vivere il suo momento di gloria, spinto da tre forze convergenti:
1) la domanda repressa di beni di consumo,
2) gli investimenti massicci in infrastrutture per la transizione energetica e l’IA,
3) e la riorganizzazione delle catene di approvvigionamento globali.
Ma allo stesso tempo e nonostante l’ottimismo diffuso, i fondamentali lanciano segnali contrastanti. La crescita degli utili dell’S&P 500, escludendo i “Magnifici 7”, si è dimostrata tiepida. È come se il mercato stesse costruendo un castello sempre più alto su fondamenta non proprio granitiche.
Strategie per il 2025: Prudenza e Diversificazione
In questo contesto, la prudenza suggerisce alcune mosse strategiche:
• Ridurre le concentrazioni eccessive nei Magnifici 7
• Guardare con interesse ai settori finanziari, energetici e immobiliari residenziali
• Su sanità e IA parlo dopo
• Puntare sui produttori di beni industriali e di consumo focalizzati sul mercato interno
• Prendere in considerazione soprattutto ciò che è value e che è small cap
L’economia americana continua a sorprendere, sostenuta da politiche fiscali aggressive e dall’innovazione tecnologica. Ma attenzione: anche i migliori attori non possono vincere l’Oscar ogni anno. I segnali suggeriscono che il 2025 potrebbe vedere una distribuzione più equa dei premi tra i vari mercati globali.
Dopo un periodo di difficoltà post-pandemia, il settore sanitario sta vivendo una vera rinascita. L’innovazione, in particolare nei farmaci GLP-1 per il trattamento dell’obesità, sta aprendo scenari rivoluzionari. È come se il settore avesse trovato la sua fontana della giovinezza.
Il boom dell’intelligenza artificiale sta entrando in una nuova fase, più matura e meno speculativa. Chi si aspettava che NVIDIA potesse moltiplicare il suo valore per sette all’infinito dovrà rivedere le proprie aspettative. Ma attenzione: l’IA rimane una forza trasformativa paragonabile all’avvento dell’elettricità.
Conclusioni: L’Anno della Maturità
Il 2025 si annuncia come un anno di importanti transizioni, dove l’entusiasmo dovrà necessariamente lasciare spazio a una maggiore razionalità. Come in ogni fase di cambiamento, le opportunità non mancheranno per chi saprà muoversi con equilibrio tra slancio tecnico e solidità fondamentale.
Il mercato ci ricorda che l’euforia è un’ottima compagna di viaggio, ma la prudenza è un’assicurazione sulla vita del portafoglio. Nel 2025, più che mai, sarà fondamentale trovare il giusto equilibrio tra questi due elementi. E se me lo permettete, cercherò di continuare ad accompagnarvi in questa nuova avventura…