in caricamento ...
La tendenza è tutta per l'Euro
La correlazione descritta ieri regge perfettamente, almeno per il momento. Il petrolio (qui tratto il WTI) a seguito anche di dati sulle scorte non proprio rassicuranti (diminuzione maggiore delle attese) ha pensato bene di rompere al rialzo l’importante resistenza che segnava il triplo massimo, proprio in concomitanza don un dollaro USA che invece, ha raggiunto in questo momento i 1.391. Quindi, dollaro sempre più debole e petrolio sempre più caro. E state pur certi che per i dati sull’inflazione, questa non è una buona notizia, soprattutto per gli americani, che non si ritrovano il vantaggio (abbastanza relativo, visto che non c’è molta logica tra i prezzi del carburante e del petrolio… guardate questo post…) di vedere neutralizzato parte del rialzo con l’effetto cambio. Inoltre non dimentichiamo che il mix mini dollaro e super greggio porta un auemnto dei prezzi interni per gli USA non indifferente. E quindi inflazione. E quindi uno scenario non proprio ideale per un taglio dei tassi. Però la situazione negli USA è critica. C’è timore di una recessione, parola che non veniva nemmeno pensata fino a qualche mese fa am che ora viene presa in seria considerazione.
Quindi i segnali per il dollaro restano comunque sempre meno incoraggianti. Pensate un momento allo scenario tassi.
Politica monetaria: BCE e FED a confronto
La BCE adotta una politica monetaria attendista. Quindi tassi fermi, al momento, al 4%. Il motivo fondamentale per cui non si voglia tagliare è che permangono dei rischi sull’inflazione. Ma attenzione. Con questo non significa che la BCE abbia deciso di invertire la tendenza e di cominciare a tagliare. Addirittura potrebbero esserci in futuro ulteriori rialzi di tassi, magari non subito, ma nel 2008. E tutto dipenderà, ovviamente, anche dalla massa monetaria e anche dalla politica sul credito dei prossimi mesi.
La FED invece sembra destinata ad invertire, dopo una fase attendista durata molti mesi, la tendenza sui tassi e quindi passare da una stabilità ad un taglio. La situazione economica è in deterioramento ed è necessario uno stimolo per l’economia. Con un occhio però rivolto all’inflazione. Quindi porta spalancata per un taglio di 25 bp al prossimo FOMC (se non addirittura 50 bp), e quindi… differenziale dei tassi che va inesorabilmente a favore dell’Euro.
Poi, non dimentichiamo i cosiddetti debiti gemelli. Sicuramente non sono un elemento positivo per il dollaro e non faranno che incrementare ulteriormente la debolezza del biglietto verde.
Le monete emergenti le nuove protagoniste?
Ad approfittare di questa situazione di debolezza, oltre che l’Euro, saranno molto probabilmente le valute dei paesi emergenti. Non dimentichiamo mai che il futuro è proprio in quei paesi che si definivano Emergenti ma che emergenti non sono più. E sono quelle aree geografiche che nei prossimi anni conquisteranno importani fette di mercato, proprio a scapito degli USA e, in parte, dell’Europa. Senza aggiungere le potenzialità della nuova scommessa economica globale che, secondo me, resta il Nord Africa. Vedremo…
Quali target per il Dollaro U$A
Fare target per il $ non è mai facile. La guardando il grafico qui sotto , sembra che la situazione sia abbastanza chiara. La rottura di quota 1.382, che è poi anche pari ad un importante livello fibonacciano, proietta il cross EUR/USD a 1.40 – 1.43. Ma non subito. Sono previsti dei pull back importanti. ma la tendenza è abbastanza chiara. Non attendiamoci recuperi del dollaro. Ovviamenet la rottura al ribasso della trandline azzurra rivoluzionerebbe completamente lo scenario.