Petrolio e $ amici per la pelle

Scritto il alle 09:53 da Danilo DT

Petrolio sempre più su. Sempre più caro. E la cosa suona anche strana. Malgrado il rallentamento delle economie, il prezzo dell’oro nero è arrivato ai massimi periodali. Come ho scritto in un post ieri mattina, siamo arrivati al target del cosiddetto “triplo massimo”, ovvero ad un livello di prezzo pari ai massimi periodali del 2006 e di luglio di quest’anno. L’OPEC, vedendo lievitare il prezzo del petrolio ha deciso col suo buon cuore di aumentare la produzione di 500.000 barili in più al giorno. Una mossa che vuol testimoniare la buona volontà dei signori dell’oro nero (???) di voler venire incontro alle esigenze del mondo intero. Ma lasciamo perdere questi discorsi, che tanto non ci portano da nessuna parte. Il grafico del WTI di oggi non ve lo propongo più, è identico a quello di ieri. Qundi quanto detto ieri oggi è confermato. Volevo invece proporvi un grafico sovrapposto, nel pieno stile “intermarket”.

Dollaro debole significa anche petrolio più caro

Sarà un caso? Non credo. Non dimentichiamo che il petrolio è per la maggior parte delle situazioni pagato in dollari americani. E allora guardate questo grafico.

wti.gif

Risulta chiaramente che c’è una correlazione tra il petrolio e il dollaro. Vedete? Più il dollaro è debole, e più il petrolio è caro. E’ un caso? E’ tutto pilotato? Io credo che sia più corretto dire che ci sia una situazione “guidata” che “casuale”. Senza dimenticare che proprio ieri il buon Bernanke ha parlato dell’insostenibilità del deficit delle partite correnti americane (ndr: ehi 7vox, ho letto la tua email dobve mi chiedevi come mai non si parlava più dei debiti gemelli…Ed ecco che ti ha risposto niente poco di meno che Ben Bernanke. La situazione è insostenibile… Dollaro come la carta straccia?). E tutto questo non può che far male al dollaro, contribuoendo alla sua debolezza. Che però ci porterà ad un soffocamento, in quanto si rischia di pagare l’oro nero sempre di più e di avere un euro sempre più forte. Senza poi dimenticare, infine, la politica monetaria. Negli USA il taglio dei tassi al 18 settembre è già scontato (almeno 0.25%), in area Euro, invece al momento si punta sulla stabilità dei tassi. Il tutto, anche in questo caso, va a favore dell’euro….

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