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La grande rotazione e le grandi correzioni. Sul mercato arrivano i piccoli risparmiatori!
Si è parlato spesso di “Great Rotation”, ovvero di spostamento copioso di capitali dall’area del mercato obbligazionario, ormai saturo e senza spazi di crescita, alle asset class più rischiose, equity in primis.
Ho già più volte espresso la mia perplessità su questo tipo di operazione, non tanto per la sua dinamica, ma per i fondamentali sui quali si fonda. La “Great Rotation” sarebbe logica e sensata se i fondamentali fornissero delle garanzie migliori. Invece non è proprio così. Mentre per i mercati, lo scenario è un po’ differente. Grazie alla diffusa convinzione che le politiche ultra-accomodanti delle principali banche centrali potessero finalmente alimentare la ripresa dell’economia mondiale, nel primo mese del 2013 le asset class più rischiose hanno guadagnato terreno e nel frattempo i bond governativi hanno subito una brusca correzione, in particolar modo quelle obbligazioni che fino a qualche mese fa erano il “safe haven”, il porto sicuro che tutti andavano cercando.
La politica monetaria accomodante ha poi provveduto ad alimentare non solo i mercati ma anche l’economia stessa. E questo dato è inconfutabile. I dati sull’occupazione negli USA, l’annuncio di misure di stimolo fiscale e monetario a sostegno dell’economia giapponese, sono alcuni esempi di come le banche centrali hanno influito sul macro trend della macroeconomia.
E le borse, in un clima di euforia che non faceva altro che alimentare performance ed aspettative, sono salite in modo deciso, grazie anche ai compromessi parziali sul “fiscal cliff”, una vicenda che vivrà nelle prossime settimane di nuove controverse puntate. Però facciamo attenzione. E’ meglio parlare di “grande rotazione”oppure di “festival della stampa di denaro”? Eccovi questo interessante grafico riferito al mercato USA. Innegabile il forte flusso di denaro sul mercato azionario. Ma il mercato obbligazionario NON è sceso in modo paritetico da giustificare la definizione di “great rotation”. E’ denaro NUOVO che entra. Ed è denaro che noi tutti sappiamo da DOVE arriva.
Quindi, è tutto oro quello che luccica? E’ da vedere. Intanto sorprende sempre la divergenza notevole (recentemente in parziale recupero) tra l’indice azionario SP 500 e l’indice delle aspettative economiche, il CESI Index che già conoscete. Un gap sensibile che qualche dubbio ce lo mette in testa.
Grafico : SP500 vs CESI Index
Mercati quindi a rischio correzione? Non possiamo negare che qualche timore ce l’abbiamo… Ma è anche vero che lo stesso mercato obbligazionario “safe haven” non è così ricco di prospettive… e se arriva la correzione, con un nuovo momento di RISK OFF, patiranno tutte le asset class che meglio hanno performato negli ultimi mesi. E quindi?
Quindi manteniamo la testa sulle spalle, non facciamo il passo più lungo della gamba e cerchiamo sempre la prudenza e l’equilibrio nelle nostre scelte di investimento. E ricordiamoci sempre che le obbligazioni non sono esenti da rischi e volatilità, Però la storia insegna che, comunque sia, tra equity e bond in materia di rischio c’è sempre una bella differenza, quantomeno come rischio di volatilità.
…visto anche il fatto che ormai i margini di “investimento” anche dei grandi istituzionali sta diminuendo. Guardate qui, ad esempio, come sono investiti i grandi fondi pensione USA. Ormai hanno oltre il 60% di equità. Possono ancora salire di tanto? Lo troverei un po’ eccessivo…
E quindi da dove arriva il denaro investito nell’equity e nel rischio delle ultime settimane? Uh, certo, banche centrali che stampano. Ma non so perché ho la vaga impressione che siano proprio gli “small investor” a gonfiare oggi i mercati. E la storia insegna cosa succede quando il gregge arriva e gonfia i mercati.
Ma stiamo tranquilli… questa volta è diverso, giusto?
STAY TUNED!
DT
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Caro Dream gli ultimi dati sui derivati azionari desunti dall’ultimo Cot Report, confermano ma solo parzialmente la tua analisi……. infatti le posizioni net long sono detenute per il 67,5 % dai large traders….e per il restante 32,5 % dagli small traders. la situazione diverrà piu’ preoccupante……..quanto e se gli small traders aumenteranno la loro posizione net long a scapito dei large…….domani sera vedremo se ci sono novità in tal senso.
E la storia insegna cosa succede quando il gregge arriva e gonfia i mercati.
Ma stiamo tranquilli… questa volta è diverso, giusto? —–Si questa volta è diverso perchè con la diminuzione dei combustibili nel mese di gennaio ( -10%) val la pena di rimanere con il cerino in mano acceso. Bravo Dream continua a raccomandarci prudenza se poi lo S&P500 va a oltre 2000 non vuol dire che hai sbagliato ma fortunato chi ci ha scommesso.
è il risultato delle assurdità politiche del “salvataggio” della Grecia (che andava lasciata fallire) e della austerity imposta ai mercati dalla Merkel e dal professor Monti ( bocciato con biasimo).
Le tabelle pubblicate ieri sul declino industriale italiano sono disarmanti e, visto come si presenta il quadro elettorale, per chi ancora intende fare impresa avrei seri dubbi a rimanere in questo paese di ladri e incompetenti.
continuando con i miei commenti (quasi fuori tema) avete visto dove è andato a finire l’euro??
a livello prettamente tecnico non si vedono chiari segnali di inversione del trend, salvo qualche divergenza sicuramente sfruttare almeno nel breve. più interessante la situazione delle valute con dollar index in possibile pattern ribassista e oro debole schiacciato sui supporti, yen su livelli importanti contro euro,usd,nzd,gbp, dove potrebbe rimbalzare.
…ma sono arrivate anche varie indicazioni negative sui Pil dei paesi europei, Germania inclusa!!