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LA BRUSCA FRENATA

Scritto il alle 14:00 da Danilo DT

La FED ha tirato il freno a mano. L’economia non ancora, per ora

Non è solo un fenomeno USA. La globalizzazione, quantomeno dal punto di vista della politica monetaria, continua a funzionare senza ombra di dubbio. Il grafico in apertura, illustra in modo evidente il percorso delle varie banche centrali a fronte di un’impennata molto forte del tasso inflazione.

Le prospettive di un ulteriore rialzo dei tassi della Fed sono diminuite, come è stato evidenziato chiaramente nella riunione di novembre. Tuttavia, sarà necessaria una combinazione di dati economici solidi e tassi di interesse a lungo termine più bassi a determinare i comportamenti della FED, come è noto. Non è da escludere qualche ulteriore rialzo, ma anche il grafico ci fa vedere che molto probabilmente il “tetto” è stato raggiunto.

Anzi, se le previsioni si dimostrassero esatte, con inflazione e crescita inferiori al consenso, un taglio dei tassi potrebbe arrivare a metà del prossimo anno.


Gli effetti si stanno comunque vedendo, l’inflazione sta scendendo in modo importante ma attenzione, la cura è molto più forte di quanto possiamo immaginare. Infatti non dimentichiamo mai che oltre ai tassi di interesse, le banche centrali possono usare anche la leva dei bilancio. E difatti questo è il risultato.

BANCHE CENTRALI: balance sheet

Complessivamente siamo ancora lontani dai già elevati livelli pre-Covid. Ma è altrettanto vero che difficilmente ci torneremo, visto anche l’aumento dell’indebitamento dei vari stati. Ma come potete vedere, il bilanci stanno vivendo una fase di dimagrimento molto importante. Prendiamo come esempio la FED. +525 basis point e diminuzione del bilancio pari a 1.15 trillioni di USD dal 2022. Non solo una questione dimensionale ma anche temporale. Tutto questo in poco tempo. Una super cura che al momento NON ha ancora creato disequilibri dal punto di vista economico.

Tutti puntano sul “soft landing”, al momento i risultati economici sono sostenuti anche dai risparmi e dal ritardo che l’Effetto Tassi sta avendo sui mercati. Inoltre il mercato del lavoro si dimostra ancora resiliente. Insomma la baracca regge perché c’erano dei sostegni che però, oggi, stanno iniziando a mancare. E cosa curiosa, la discrasia tra UE e USA. In UE l’effetto tassi si sta già facendo sentire ma qui abbiamo più risparmi a disposizione. In USA esattamente l’opposto. Insomma, il soft landing resta la prima opzione ma quegli elementi che fino ad ora ci hanno aiutato stanno venendo meno e a quel punto il soft landing avrà vita dura. Anche perchè il rallentamento inizia a farsi sentire e qui lo si vede tutto.

Danilo DT

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