La bolla dell’oro che non c’è

Scritto il alle 13:00 da Danilo DT

 Chi segue il blog da più tempo, sa benissimo che sull’oro c’è sempre stata, negli ultimi anni, una chiara e manifestata positività.

Ed è stata una view, a posteriori, vincente. Quotazione oro in salita, Euro in discesa, e quindi prezzo oro in Euro ai massimi storici. Però non sono assolutamente qui per lodarmi e per darmi la pacca sulla spalla. Il passato è passato e ora occorre guardare avanti.
Riprendiamo alcuni vecchi post, in particolare uno, che vi consiglio assolutamente di leggere.

Il 20 ottobre 2009, scrivevo in un post “Oro fisico bolla in arrivo”  un dato chiaro e lampante: l’oro trattato in derivati, quindi non fisico ma cartaceo tramite certificati, ETC ecc, ormai è trattato per un controvalore superiore al milione di miliardi di dollari. Cosa significa? Che non basta fare la somma di tutto il denaro presente sul pianeta per racimolare una cifra del genere.
Ma quindi…che cosa è successo? Semplicemente molte società, che emettono certificati, ETC, derivati di diverso tipo, hanno avuto la bella idea di creare carta, senza però acquistare il sottostante. Se quindi noi oggi, dovessimo assistere alla richiesta totale del sottostante, essendo detentori di tutti questi derivati, si otterrebbe una quantità di oro fisico minimale. Dicevo in fatti nel suddetto post:

Se prendiamo la totalità di tutto questo ammasso di carta (straccia?) scopriremo che ha un sottostante esistente al mondo (oro estratto) che è circa 200 volte inferiore. Ovvero, ogni lingotto d’oro ha 200 contratti che lo replicano. (fonte: IlSole24ore)

Ma non è pazzesco che per l’ennesima volta si è creata una bolla paurosa? Il tutto perché c’è la possibilità di replicare il sottostante per infinite volte, con la convinzione che tanto, fisicamente, nessuno (o pochissimi) verrà mai a chiedere fisicamente il sottostante.
Questo iter fa parte della cosiddetta “riserva frazionaria” che permette di vedere più volte la stessa attività confidando sul non ritiro del sottostante fisico.

 

 

Quindi, cari lettori, occhio che potrebbe esserci la corsa all’oro. Ma non a livello di bene rifugio, ma per ricoprirsi.

Ormai l’oro viaggia per conto suo, più correlato all’equity che a qualsiasi altra asset class. Non c’è più correlazione col dollaro USA, non c’è più correlazione coi minerali ferrosi.
E se scatta la ricopertura selvaggia, non solo arriveremo ai nostri target, ma li perforeremo agilmente.E se poi volete farvi un bel po’ di sana cultura aurea indipendente, leggetevi quest’analisi di The Genius del S.I.D., alias Mattacchiuz, cliccando QUI.

Capirete che dietro al metallo giallo c’è una speculazione che neanche ve la potete immaginare.

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