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La BOJ riapre le danze (della guerra valutaria)

Scritto il 10 Maggio 2016 alle 12:56 da Danilo DT

La tregua è durata poco. La prima a muoversi in modo ufficiale è la Banca del Giappone. La BoJ riparte in modo proattivo con la guerra valutaria, annunciando nuove mosse espansive.
Si perché i buoni presupposti sono durati poco. La BCE si era messa in fase attendista ed altrettanto aveva fatto la FED. La logica voleva, per non rompere gli equilibri, una BOJ anche in stand by. E così è stato, infatti come dicevo in questo post, Kuroda annunciò non certamente una fase restrittiva ma un NON incremento della già generosa fase espansiva. In altri termini, con l’espansione monetaria giapponese che viaggia tuttora ai 150 km/h, la BOJ ha preferito soprassedere e non annunciare un’ulteriore accelerazione. Ma il mercato non aveva gradito.
E quindi ecco il colpo di coda dell’ultimo minuto che ha subito avuto ripercussioni importanti su Yen e Nikkei.

La spinta al Nikkei è arrivata dalla reazione a scoppio ritardato dalle dichiarazioni del ministro delle Finanze Taro Aso, che ieri per la prima volta ha esplicitamente dichiarato di essere pronto a intervenire sul mercato dei cambi in caso di eccessivi movimenti dello yen. Se, inizialmente, sul mercato di Tokyo, gli operatori non avevamo mostrato particolare interesse a queste dichiarazioni, sui mercati esteri la divisa nipponica aveva cominciato a perdere terreno e oggi si è confermata al di sopra di un cambio a 108 nei confronti del dollaro (avvicinandosi fianco a quota 109), allontanandosi dai massimi da un anno e mezzo raggiunti settimana scorsa, poco al di sopra di quota 105. Ciò ha favorito una forte domanda sui titoli delle imprese esportatrici, come quelle automobilistiche. (IS24H)

Senza un aumento della droga monetaria, il mercato giapponese va in crisi di astinenza. Questo è chiarissimo. La domanda ora è d’obbligo, ovvero come si comporteranno gli altri istituti centrali, senza MAI dimenticare la grande mina vagante, la PBoC, ovvero la banca centrale Cinese.