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ISDA, CAC e CDS, swap Grecia: cosa accadrà ora?
CDS esigibili, banche emittenti che dovranno pagare. Ma i mercato tutto questo lo hanno già scontato?
Dopo la decisione dell’ISDA di rendere esigibili i CDS sul debito greco, a seguito del Default Grecia, è giunta l’ora di fare due conti. Tanto per cominciare, a quanto ammonta il sottostante garantito dai CDS sul debito greco attualmente sul mercato?
Secondo la Depository Trust & Clearing Corporation (ISDA) , l’esposizione totale netta del mercato del credito di coloro che hanno venduto CDS di protezione sul debito sovrano greco è di circa $ 3,2 miliardi, come da dati aggiornati al 2 marzo 2012. La cifra che deve essere pagata ai possessori di CDS, quando un evento creditizio ne genera l’esigibilità, è il valore nominale del contratto CDS meno il valore di recupero delle obbligazioni sottostanti. Ad esempio, se il valore di recupero del debito è del 25%, l’importo complessivo da pagare sarebbe, nel caso della Grecia, il 75% dei 3,2 miliardi di euro: 2,4 miliardi di $.
Questa cifra viene pagata, ovviamente, sia nel caso in cui il CDS assicuri effettivamente un bond o sia nel caso in cui ci si trovi davanti al CDS naked, ovvero senza un sottostante da garantire.
Interessante comunque notare che, nel corso degli ultimi mesi, il sistema finanziario si è progressivamente adeguato all’ipotesi del default greco. Infatti è chiarissimo, da questo grafico, la diminuzione del sottostante greco garantito dai CDS.
Chi dovrà pagare questi “rimborsi assicurativi” sono ovviamente le banche emittenti. E anche in Europa ci sono le trome vittime di questa “campagna” di rimborsi. E sono di matrice austriaca.
In a statement before ISDA’s decision, KA Finanz said it may have risk provisions of about 1 billion euros if credit- default swaps on Greece it has written are activated. That includes charges of 423.6 million euros on an assumed loss quota of 80 percent, it said.
KA Finanz is the so-called bad bank of Kommunalkredit Austria AG, which was nationalized in 2008 when it was owned by Volksbanken and Dexia SA. While Kommunalkredit continues as a municipal lender and has to be sold again by Austria by mid-2013, KA Finanz took on securities, loans and CDS that are not part of that main business and is winding down those assets. (Source)
Con ovvie ripercussioni sull’Austria stessa.
(Reuters) – Austria’s budget can absorb an extra hit of up to 400 million euros from credit default swaps (CDS) that Greece’s debt restructuring triggered at a nationalised bank, Finance Minister Maria Fekter told a newspaper. She was also quoted on Sunday by the Oesterreich paper as saying Austria would not have to revisit a near-28 billion euro ($36.73 billion) package of spending curbs and tax hikes that aims to balance the budget by 2016.
KA Finanz, the “bad bank” split off after Austria had to nationalise Kommunalkredit in 2008, faces up to 424 million euros in costs for a CDS portfolio triggered by the Greek debt revamp. Combined with other losses, that could require the Austrian state to provide it with up to 1 billion euros in fresh aid, although it has already made provisions for 600 million of this. “I guarantee that even a worst-case topping up (of funds) for Kommunalkredit can be accommodated in the budget,” Fekter said.
“We have taken precautions for these looming problems, for instance via additional income from advance taxation of pensions.” (Source)
La cifra che dovrà essere pagata verrà decisa, tramite un’”asta”, il 19 marzo.
E invece a chi ha “rifiutato” il swap cosa accadrà? Ovviamente verrà “CAChed”, ovvero subità comunque lo swap (questa è la motivazione dell’esecutività dei CDS). Ecco il grafico che illustra lo scenario che si è venuto a generare:
Quindi questi 25 miliardi di nominale che, all’origine, non aveva accettato lo swap, ora saranno forzato a farlo.
Invece per quei 9 miliardi di bonds che non hanno accettato e che non solo di diritto ellenico (basta guardare l’ISIN) ci potrebbero anche essere delle sorprese positive con rimborsi superiori a quanto pattutito per gli atri bondholder. Ma ora è presto per parlarne.
Ovvio, restano i bond in mano alla BCE, bond non a lunghissima scadenza che saranno rimborsati al nominale (PAR). ma questo già si sapeva.
Ora la parola ai mercati.
UPDATE!
MILANO, 9 marzo (Reuters) – Il valore netto dei Cds sui bond greci venduti dalle tre principali banche italiane è pari a circa 285 milioni, ammontare che si raffronta con i 3,25 miliardi netti a livello europeo. Un valore legato soprattutto alla posizione di Unicredit. E’ quanto emerge dai dati dell’Eba, European Banking Authority, al 30 settembre scorso. (…) Nel dettaglio da dati dell’Eba emerge che le tre principali banche italiane hanno comprato protezione rispetto al caso di default del debito greco per un ammontare pari a 1,248 miliardi di euro. Le stesse hanno venduto protezione per 1,533 miliardi, il che significherebbe che dovrebbero pagare tali fondi alle loro controparti. I dati Eba indicano in particolare che Unicredit ha acquistato protezione (Cds) sulla Grecia per 817 milioni e venduto protezione per 1,116 miliardi con vendite nette per 299 milioni (salvo altre coperture), Intesa Sanpaolo ha acquistato protezione per 167 milioni e venduto per 142milioni, con acquisti netti di 25 milioni, Monte dei Paschi ha acquistato per 264 milioni e venduto per 275 milioni, con vendite nette per 11 milioni. Dai dati Eba non risultano contratti Cds nei bilanci di Ubi , nè di Banco Popolare.
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DT
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Dicembre 2010 contratti per 9 miliardi, dicembre 2011 contratti per 3,5 miliardi. Ecco la risposta alla melina, al comprar tempo, tutto come sempre a favore delle banche.
BEh, secondo me questo crollo dei contratti ha un altro significato, ovvero che gli stessi operatori non si fidano più dei CDS… Con tutto quello che ne consegue.
Questi dati dell’EBA dove sono reperibili? Sono gli unici disponibili in cui si evidenziano gli emettitori dei CDS e relativi creditori?
Occhio all’UPDATE a fondo post sulle banche italiane. 🙂 Buona settimana a tutti!