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IPSE DIXIT Mario Draghi

Scritto il alle 06:52 da Danilo DT

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Deludente, molto generico, molto politico il Mario Draghi al discorso post Meeting BCE. Vero anche che non poteva esporsi più di tanto ma…come gestire gli NPL delle banche italiane (e di MPS)?

Il meeting BCE, come previsto, si è concluso con un “nulla di fatto” a livello operativo, ma come spiegato ieri nel post dedicato, quello che era atteso era il discorso post meeting di Mario Draghi. Tante le tematiche HOT su cui si attendeva una “parola di conforto di super Mario”.
Intanto le banche italiane ed il problema delle sofferenze.
Così parlò Mario Draghi:

“Un paracadute pubblico per i crediti deteriorati delle banche è una misura molto utile, ma deve essere presa d’accordo con la Ue e specialmente con la direzione generale concorrenza della Commissione”.

Quindi si all’aiutino pubblico ma concordato, ovviamente, da Bruxelles. Che banalità, ovvio che poteva solo rispondere così! Ma Draghi sa benissimo che il problema più urgente si chiama MPS. Ma sa anche che le famose sofferenze sono prezzate a bilancio ad un valore DOPPIO (se non di più) di quello che potrebbe essere il loro reale valore di mercato. Ed ecco il problema e le due (se non tre) possibili soluzioni.

  1. se il pacchetto delle sofferenze viene ceduto ad Atlante al VERO valore di mercato, ecco che si crea l’ennesima voragine che dovrà essere colmata da un nuovo aumento di capitale.
  2. Se invece verrà fatta una sopravvalutazione degli NPL, si creerà una bolla nel sistema, in quanto questa valutazione diventerebbe un benchmark per le altre banche.
  3. Quindi che fare? Ecco qui che il discorso di Draghi capita a fagiolo. In questi casi straordinari potrebbe proprio intervenire lo Stato. Questione di pubblica sicurezza, mettiamola così…

Da quanto avete letto, risulta quindi evidente che si tratta dell’ennesima alchimia contabile che, per forza, avrà anche il suo rovescio della medaglia. E come non dare quindi ragione ai sempre critici giornalisti del Financial Times?

(…) Secondo il quotidiano finanziario “nulla impedisce a Roma di introdurre uno schema di compensazione per i piccoli risparmiatori a cui sono stati venduti impropriamente titoli rischiosi“, ma “salvare ancora Mps senza imporre una ristrutturazione draconiana somiglierebbe alla definizione di follia di Einstein: fare la stessa cosa ancora e ancora aspettandosi risultati diversi. Questa banca non è una vittima innocente – scrive il Ft – I suoi problemi derivano da una catena di errori commessi da una schiera di attori – regolatori, politici e manager – da più di un decennio”. Ora, prosegue il quotidiano della City, “la migliore speranza è un salvataggio per mettere fine a tutti i salvataggi”. (IFQ) 

Ci vuole quindi, e concordo pienamente, la soluzione definitiva sul problema MPS. Una soluzione che per forza potrebbe anche essere dolorosa, ma DEFINITIVA. Altrimenti lo stillicidio verrebbe prolungato ancora per un tempo indeterminato, senza risolvere i problemi di una banca totalmente “colabrodo”.
Cambiamo discorso.

“Problema delle banche è la bassa redditività, la solvibilità è migliorata” (Mario Draghi)

Caro Mario, sulla redditività nessuna obiezione. Sulla solvibilità, si fa affidamento sugli indicatori Cet1 & Co. Sono sicuramente importanti ma è anche vero che le banche devono continuare a confrontarsi con una situazione economica complicata e con delle sofferenze che tornano a salire nelle ultime settimane.

Sul QE: confermato fino a marzo 2017 e anche oltre, se necessario. Però caro Mario non hai risposto alla mia domanda che ieri ho posto nell’articolo dedicato. Come pensi di continuare ad oltranza il tuo QE quando non hai più carta da comprare? La BCE diventerà la nuova BOJ? Riprendetevi QUESTO POST per capire di cosa sto parlando.

Ancora Draghi: Per “poter beneficiare pienamente” del Qe “serve il contributo di altre aree a livello nazionale ed europeo per riforme strutturali che riducano la disoccupazione e aumentino la crescita potenziale”. Secondo Draghi, risolvere la questione delle sofferenze bancarie nell’area euro “è molto importante” e dovrebbe essere una delle priorità della politica. I governi dell’Eurozona devono “accelerare il passo delle riforme strutturali per migliorare lo scenario del business”. (IS24h)
Banalità che conoscono anche i tavoli. Ma ormai queste sono chimere…

Sulla Brexit: «È troppo presto per valutare l’impatto economico della Brexit, un impatto che la Bce “valutera’ quando avremo piu’ informazioni”. (…) In ogni caso i mercati finanziari “hanno reagito all’aumento della volatilità” seguita al voto sulla Brexit “con resistenza incoraggiante”.

Quindi la Brexit al momento rappresenta un NON problema. Ma quanto sta accadendo al settore immobiliare?

Sulla Turchia: “potrebbero pesare sui livelli di fiducia, ma è molto difficile quantificare il loro impatto sulla ripresa economica dell’area euro”.
Risposta politica, chiarissimo. Come molto di quanto si è detto. Insoddisfatto, mi spiace caro Mario, le mie DOMANDE meritavano un po’ di attenzione.

Riproduzione riservata

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Danilo DT

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3 commenti Commenta
draziz
Scritto il 22 Luglio 2016 at 07:35

Per la serie: adesso ci sono le ferie…
Ci penseremo poi…
🙂 🙂 🙂

Scritto il 22 Luglio 2016 at 08:05

Massi dai, compriamo ancora un po’ di tempo, tanto ci sono i saldi, no?

albertopletti@gmail.com
Scritto il 22 Luglio 2016 at 09:15

Le banche centrali sono organismi tecnici, ma seguono vie politiche: è l’Europa che deve decidere le cose, non Draghi. Lui può soltanto suggerire una strada o l’altra, e pùò suggerirlo non a noi, ma ai politici di turno. L’Europa è ancora bloccata: dopo brexit non è accaduto ancora nulla; come dice Soros, se l’UE crede di andare avanti come prima, si disgregherà. Ci vuole un’accelerazione. E poi in ogni caso le banche centrali non dicono mai che sta arrivando una recessione: sono espressioni di politica (e poi il dirlo potrebbe favorirne l’arrivo, eventualmente). Alla fine Draghi ha detto proprio quello che credevo avrebbe detto.

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