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CONSULENZA: ora come non mai bisogna alzare l’asticella!
Finanza comportamentale, razionalità, consulenza: i punti cardini per avere successo nel mondo degli investimenti. Soprattutto adesso.
Quali fattori influenzano le previsioni dell’andamento del mercato negli investitori non esperti? Perché gli investitori decidono di investire su determinate attività finanziarie piuttosto che su altre? Perché gli investitori scelgono di assumersi determinati rischi per raggiungere i loro obiettivi di investimento? Quali differenze ci sono tra il comportamento di investitori esperti e non esperti?
Sono domande che non sono assolutamente banali e che meritano la giusta attenzione di tutto il sistema, compresa anche la componente politica, visto che il nostro paese è tra i più carenti in ambito di educazione finanziaria. E soprattutto quando la volatilità aumenta, l’investitore rischia di perdere di vista un importantissimo tassello: la razionalità.
Il mondo dei mercati finanziari è uno dei settori economici in cui maggiormente si evidenzia la mancanza di razionalità tanto è vero che il loro andamento è spesso descritto utilizzando termini come euforia, depressione, disillusione, panico, ottimismo.
Gli investitori non professionali (meglio definirli risparmiatori?) non agiscono seguendo i principi economici razionali ma sono influenzati dalle loro esperienze passate, delle loro credenze, dal contesto, dal formato di presentazione delle informazioni e dall’incompletezza informativa frequente nei contesti reali .
E soprattutto agiscono d’impulso utilizzando “quel rumor”, quel consiglio, quella frase letta di sfuggita da un giornale, quel post scritto su internet. Ben pochi settori dell’attività umana sono contraddistinti da una quantità di informazioni eguale a quella presente nei mercati finanziari; questo ampio numero di informazioni deve essere messo assieme e soppesato ogni qualvolta si prende una decisione sia essa volta a vendere o sia essa volta a comprare dei titoli. Ma è una cosa che il risparmiatore riesce, o (forse) vuole fare oppure meglio “fidarsi” dell’intuito?
Troppa informazione porta a malainformazione?
Inoltre la difficoltà ad utilizzare in modo proficuo l’ampio numero di informazioni disponibili è certamente aumentata con l’avvento delle moderne tecnologie le quali rendono prontamente disponibile ogni tipo di informazione riguardo all’andamento dei mercati finanziari di tutto il mondo.
Se da un lato è vero che maggiore è l’informazione disponibile e maggiore è l’accuratezza con cui si può valutare le alternative di scelta dall’altro lato è altrettanto vero che troppe informazioni rendono lo spazio decisionale ingestibile. In questo senso troppa poca attenzione è stata data fino ad ora al modo in cui le informazioni sono gestite ed interpretate da chi si occupa di mercati finanziari e di investimento.
Ecco perché, oggi come non mai, è fondamentale il ruolo del CONSULENTE. Ma attenzione, il mercato è pieno zeppo di consulenti. Quello che manca è la QUALITA’, ovvero la capacità di saper generare valore sia dal punto di vista relazionale che economico finanziario. E la prima cosa che deve fare il consulente è EDUCARE il proprio cliente, fargli intraprendere un percorso che gli porti consapevolezza, all’interno di una visione globale che si applica sia alla consulenza sugli investimenti in senso stretto, sia all’advisory in senso più ampio. Con un obiettivo molto chiaro: aiutarlo a raggiungere i suoi obiettivi attraverso una pianificazione di lungo periodo.
Perché nulla deve essere lasciato al caso, soprattutto quando bisogna sempre tener ben presente “quel” tassello chiave: ovvero la RAZIONALITA’, perché il vero motore delle performance sono i COMPORTAMENTI che possono essere migliorati e corretti solo attraverso un sano rapporto di CONSULENZA.
Capite perfettamente che, in questo contesto di mercato, è fondamentale il ruolo del consulente di qualità e non certo di quello che preferisco definire il “venditore”. Il mercato farà selezione, questo si, ma nel frattempo, statene certi, non potrà evitare che qualcuno produca anche tanti danni.
STAY TUNED!
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NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)
Metterei nel conto della “falsa consulenza” anche tanti “imbonitori” che su internet e app varie vendono corsi on line per il trading, spacciandoli come “IL METODO” per fare soldi.
Posso capire la tutela dell’iniziativa imprenditoriale, ma, santo cielo, la tutela del risparmio è un bene primario. E la tutela del risparmio passa innanzitutto per una corretta pianificazione finanziaria, dove il “trading” deve essere l’ultimo tassello, non quello su cui fondi la gestione dell’intero patrimonio.
Che poi, in ultima analisi, vorrei chiedere a ciascuno di questi “trader illuminati”: ma se non fallisci mai, come mai sei su facebook ad ammorbare con i tuoi video e non sei alle Canarie a goderti i soldi??