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Intermarket: economia e finanza a confronto
Economia e finanza dovrebbero andare di pari passo. Ma in realtà le cose oggi vanno diversamente, tanto che la finanza domina l’economia, mentre nella logica delle cose, dovrebbe essere esattamente il contrario: ovvero l’economia , con il suo andamento, dovrebbe “stabilire” i trends e gli andamenti dei mercati.
Il motivo lo sanno anche i muri. Una politica monetaria molto accomodante a livello globale ha “drogato” i mercati finanziari.
Questo è noto per coloro che “sono del mestiere” ma…per gli altri? Come capire queste dinamiche?
Grazie all’analisi intermarket possiamo portare un esempio molto banale ma molto concreto. Bisogna però fare una premessa.
Una delle materie prime più seguite ed importanti per poter tastare il polso all’economia globale è il rame, in quanto questa commodity è ampiamente utilizzata soprattutto per le infrastrutture e in tutti quei beni di consumo ampiamente venduti nelle fasi di “crescita economica” (perdonatemi, banalizzo all’ennesima potenza ) come ad esempio le automobili, le case ecc.
Quindi è normale ritrovarsi con un andamento del prezzo del rame che va a braccetto con la crescita globale. E nella fattispecie con le borse che poi dovrebbero rispecchiare proprio questo aspetto economico.
Guardate questo grafico. A confronto grafico DAX, SP500 e il Rame.
[rame_vs_equity]
Rame e borse a braccetto per molto tempo ma poi qualcosa è cambiato. Ma è giusto confrontare rame e borse? In effetti molte critiche piovono su questa relazione, in quanto il mercato del rame sembra “troppo dipendente” dalle esigenze di approvigionamento delle varie economie che prima fanno stoccaggio e poi utilizzano il rame precedentemente accumulato. Altri ancora ritengono sempre meno interessante il rame in quanto sostituito con altri materiali.
Io intanto credo in quel che vedo. E questo grafico mi sembra quantomai eloquente e mette a nudo un’economia che si è appiattita, mentre le borse, nella fattispecie quella tedesca e USA, corrono come un treno. Chissà come mai.
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Le rivoluzioni le ha fatte sempre la politica, una classe dirigente selezionata, formata e solo quando si sono sviluppate le condizioni socioeconomiche adatte.
La “grande rete globale” è solo un salto tecnologico.
I rapporti sociali umani non cambiano se il sistema resta lo stesso.
Ce ne sono già state altre nella storia di rivoluzioni tecnologiche e il mondo non è cambiato nella sostanza.
Per “interrompere” e controllare internet che come struttura è molto delicata, basta lo volontà di pochi.
Penso che saranno l’automazione di massa, l’intelligenza artificiale e la genetica con le loro varie ricadute energetiche e tecnologiche la futura rivoluzione industriale, quella di “internet” è già passato remoto.
Anche queste non cambieranno affatto il sistema socioeconomico attuale senza intervento “politico” da parte dei servitori della gleba che si estenderanno a quasi tutto il corpo sociale.
Senza strategie non si va da nessuna parte e anche se non sembra, la conoscenza, aspetto fondamentale della gestione decisionale e operativa del potere, è sempre più concentrata.
Non staremmo qui a domandarci o a far oroscopi su che c. stanno combinando i grandi players e le banche centrali.
Qui ci vorrebbe la mano del mitico LAMPO. (A proposito che fine ha fatto, ha divorziato?) Innanzi tutto ci ricorderebbe che il rame è stato usato come collaterale dai cinesi per ottenere prestiti che adesso con i soldi dello zio ben fan le cose fatte meglio e si comprano direttamente oro. Quello che stupisce invece è proprio la sincronizzazione dei due indici in questione che sicuramente è frutto del Multinazionalismo ops della globalizzazione mentre prima di tale evento si muovevano al contrario. Interessante è sapere se si ottiene lo stesso risultato con la propria valuta di riferimento.
informazione! i sordi rimarranno soli e abbandonati..
http://www.beppegrillo.it/2013/12/passaparola_-_i_pilastri_della_terza_rivoluzione_industriale_-jeremy_rifkin.html