Intermarket: dilemma inflazione-commodity

Scritto il alle 11:09 da Danilo DT

Grafico petrolio, scenario inflazione e intermarket intraday

Il mercato si fa molto interessante ed i nodi vengono al pettine. Come detto più volte, era solo una questione di tempo. La crisi dei PIGS è esplosa scatenando un bel putiferio sul mercato dei bonds, il quantitative easing è stato annunciato ed è venuto meno l’effetto sorpresa, motivo per cui gli shortisti hanno iniziato a chiudere le posizioni ed hanno dato il via a chiusure repentine di carry trade. Le commodity hanno preso a correre visto il rischio inflazione (a questo proposito però buttate un occhio a questo post  e capirete perché forse…l’inflazione non ci sarà) per poi riprendere la strada della logica correggendo assieme all’equity. L’oro invece si è visto protagonista come unico vero bene tangibile aciclico, e grazie ad un’ipotizzata nuova Bretton Woods che non ci sarà a Seul, è prima salito per poi correggere. Il quadro quadra.

Intermarket intraday

Intermarket intraday 12-11-10

L’unica vero punto di domanda riguarda l’inflazione. Infatti diventa cruciale capire se ci sarà un ritorno o meno dell’inflazione, il che giustificherebbe un ritorno di acquisti sulle commodity.
Personalmente (vi dico la mia) di inflazione non ne vedo ancora, se non nei paesi emergenti, dove però non escludo anche un rallentamento. E visto che il ciclo economico è ancora di grande difficoltà soprattutto nella vecchia economia, sono dell’idea che un rally delle commodity sia da vedere soprattutto con occhio speculativo non supportato dai fondamentali. Dunque prudenza nel breve periodo ed attendere correzioni. Il grafico intermarket intraday mette in evidenza un “riallineamento delle tendenze di petrolio (CL1) e future SP 500 (ES1). Dollad index (DXY) ovviamente in ripresa e T note (TY1) in balia della lateralità, pizzicato da quantitative easing (buy) e timori che ci sia deflazione (sell).

L’indice CRB è salito di un 18% nel secondo semestre del 2010, grazie agli acquisti cinesi.

“The level of activity in Asia, Africa and the Middle East is increasing,” said Murthy, who joined the bank in October 2008 as global head of energy trading and later took on his current role. “The trend is set to continue, especially as economic power shifts from West to East.” (source: Standard Chartered)

Riuscirà a mantenere il rally in queste condizioni? Quanto mai difficile.

Grafico Petrolio ed analisi

grafico-petrolio-wti-2010

Grafico petrolio: il petrolio WTI tenta la rottura del massimo precedente ma non la conferma e torna a scendere in perfetta linea con l’andamento dello Spoore. Correlazione elevatissima con equity e Dollar Index. Un eventuale rottura di quota 87 $/bar in pianta stabile, mantenendo il trend rialzista, potrebbe portare addirittura a quota 100 $. Auguri!

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4 commenti Commenta
l.b.chase
Scritto il 12 Novembre 2010 at 12:43

qui ci dobbiamo decidere però eh! O ci sono i soldi nelle tasche del popolo e allora questo giustifica una crescita dei prezzi. Ma allora ci si dovrebbe giustificare il perchè intanto piangono tutti miseria. Oppure se per 1000 ragioni i soldi nelle tasche del popolo non ci sono, per quale motivo ci può essere inflazione (anche se speculativa)???
Prendiamo il petrolio, si dice il petrolio potrebbe crescere per la speculazione, sì sì cresca pure, ma se già non lo riescono a consumare ai prezzi attuali, la vedo dura che lo consumino di più a prezzi più alti…

angiglio
Scritto il 12 Novembre 2010 at 12:59

La questione che poni è certamente centrale; ma noi ci poniamo di fronte a questo scenario come risparmiatori o al massimo come piccoli operatori, con l’obiettivo di preservare il nostro piccolo patrimonio e quello dei nostri clienti.
Quanti problemi risolverebbe l’inflazione? Non tutti ma parecchi.
Chi pagherebbe? I risparmiatori con i loro patrimoni.
E’ già successo? Si; negli anni ’70 a due ondate, prima e seconda crisi petrolifera, l’inflazione ha raggiunto il 10-13 % negli USA (l’Italia non faceva e non credo che farà testo) ed il mondo è andato avanti egualmente. La crisi economica era ben presente ma i prezzi di alcune delle materie prime, petrolio in primis, salivano egualmente.
In questo scenario ciò che vedo come pericoloso non è tanto l’inflazione in sè ma la presunzione di chi penserà di poterla controllare così come ha pensato di poter controllare la moneta in circolazione, il livello di indebitamento delle famiglie, delle banche, degli stati e così via.

Scritto il 12 Novembre 2010 at 13:27

angiglio@finanza,

Benvenuto Angiglio, analisi che condivido. 🙂

l.b.chase@finanzaonline,

I soldi nelle tasche del popolo italiano (per fare un nome) s’erano più che nelle tasche di altri, grazie al tasso di risparmio.
E questo ha fatto si che da noi la crisi fosse più “soft”… ma del doman….

lucianom
Scritto il 12 Novembre 2010 at 15:07

Solo così gli stati risolveranno il problema del debito pubblico:

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