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INFLAZIONE: si conferma l’inefficacia del QE e la persistente deflazione
Bene, quindi di come potrei commentare i dati usciti oggi sul CPI italiano? Si, cari amici, si parla di tasso inflazione.
Purtroppo sono a mezzo servizio a causa di impegni personali e quindi non ho il tempo materiale per parlarvi anche dei dati sul mondo del lavoro. Mi limito all’evidenza del tasso inflazione, perché qui c’è poco da interpretare. I numeri sono numeri e…la deflazione è la deflazione!
(…) l’Istat rileva ad agosto un aumento congiunturale – e cioè rispetto a luglio – dei prezzi al consumo dello 0,2%, mentre su base annua si registra un calo dello 0,1% (come a luglio) (Rep)
Fantastico questo è il dato mensile, mentre invece….
(…) Al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici l’inflazione di fondo scende a +0,4% (da +0,6% di luglio). L’inflazione acquisita per il 2016 risulta pari a zero (era -0,1% a luglio). (Ansa)
Fantastico! Ma già vi sento dire: “eh ma il nostro paese fa pena e quindi sicuramente altrove andrà meglio…”. Negativo, o meglio parzialmente negativo, nel senso che l’Unione Europea sta meglio di noi anche se di poco, ma quello che volevo farvi notare era la TENDENZA del dato inflattivo a livello Europeo. Perché è chiaro, l’Italia è in deflazione per il settimo mese consecutivo, mentre invece in Europa…
(…) Ma non va molto meglio all’Eurozona con lo 0,2% stimato da Eurostat. Prosegue anche ad agosto la fase di deflazione sostanzialmente legata all’andamento dei prezzi energetici: secondo le stime preliminari dell’Istat l’indice dei prezzi al consumo registra una diminuzione tendenziale dello 0,1% e un aumento dello 0,2% su base mensile, confermando entrambe le dinamiche di luglio. (IS24H)
Ok, quindi, è chiaro. L’Italia ha i suoi bei problemini ma occhio, qui si tratta di un problema ciclico a cui ha messo mano la BCE con il suo QE… Ricordate? E come non potreste. Un tasso inflazione target al 2% ed un progressivo aumento degli acquisti di Draghi. Interessante la nota che però regala un’ondata di positività: in aprile segnava -0,5% ma, alla fine, il trend debole dei prezzi segue una domanda di beni di consumo che non vuole ripartire nonostante gli stimoli fiscali che quindi risultano INSUFFICIENTI.
Morale: la fotografia dell’economia è chiara. Chiamarla crescita è un eufemismo, gli stimoli BCE non stanno servendo all’economia reale (mentre sono la manna dal cielo per la finanza), gli stimoli governativi non sono sufficienti, la tendenza a livello europeo e non solo, è di rallentamento, inoltre i “benefici” di un petrolio in crescita che però ha trovato il suo “prezzo di equilibrio” ormai si sono esauriti.
E quindi? Non aiuterà di certo un’ulteriore accelerata di Draghi. Occorre uno sforzo maggiore a livello comunitario.
Quindi, praticamente, ci vuole un miracolo.
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