Inflazione e deflazione: Eurozona spaccata in due

Scritto il alle 12:30 da Danilo DT

La strada che ci porta verso la deflazione è tracciata.
La Bce sta ignorando, o meglio, finge di non sapere cosa comporta tutto questo e comunque non interviene. Il che è molto grave in quanto mette a nudo il fatto che l’Unione Europea (occorreva anche questo per averne conferma?) NON è una vera Unione ma un’organizzazione che così montata funziona solo per le esigenze e gli interessi di taluni.

Il Tasso inflazione annuale nella zona euro scende allo 0,7% a febbraio. Lo comunica Eurostat che ha rivisto al ribasso la stima flash di fine febbraio, in cui dava il tasso allo 0,8%. Un anno prima era al 1,8%. Nell’Ue-28 l’inflazione è allo 0,8%, mentre un anno fa era al 2%. In Italia a febbraio è stata dello 0,4%, a gennaio dello 0,6%, mentre un anno prima era del 2%. L’inflazione più alta in Finlandia e Malta (entrambe 1,6%), negativa invece in Gracia (-1,1%) e Bulgaria (-0,3%). (LaStampa)

Bene! Come vedete non c’è uniformità di dati. C’è chi va bene e chi invece è già in deflazione. C’è chi si trova ad un passo dall’area target 2% e chi , invece, ci si allontana sempre di più.
Diventa quindi interessante “spaccare” l’Eurozona in due. Da una parte l’Europa “core”, dall’altra i periferici e poi, in mezzo la media.

Inflazione Eurozona: verso la deflazione

Il primo dato da notare è il progressivo allontanamento di TUTTI gli indici dall’area target 2%. Inoltre è chiaro che il “gap” fra le due Eurozona si allarga sempre di più. Ma la tendenza, per entrambe, è evidentemente al ribasso, verso la deflazione.

Per i paesi periferici, ormai, la deflazione è ad un passo (per alcuni è già realtà). Per i paesi core è ancora lontana ma si allontana sempre più il target.

Morale, questo grafico dà a Draghi una eccellente scusa per intervenire. Peccato che alcuni paesi dell’area core siano al momento miopi nei confronti della realtà delle cose. Perché a loro, in fondo, va bene così.

(Se trovi interessante i contenuti di questo articolo, condividilo ai tuoi amici, clicca sulle icone sottostanti, sosterrai lo sviluppo di I&M!)

STAY TUNED!

Danilo DT

Questo post non è da considerare come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto.
Informati presso il tuo consulente di fiducia. Se non ce l’hai o se non ti fidi più di lui, contattami via email.
NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)

I need you! Sostienici!

§ Tutti i diritti riservati © | Grafici e dati elaborati da Intermarket&more su databases professionali e news dal web §

9 commenti Commenta
snapjibe
Scritto il 17 Marzo 2014 at 14:02

Danilo DT

Consideriamo il seguente scenario.
Ritorno delle produzioni industriali in Europa.
Le fabbriche, a proprietà di capitali della zona core+USA, a basso costo nella zona periferica e in deflazione.

I mercati dove venderli nella zona core.

Per certi versi renderebbe superfluo lo scenario Euro A ed Euro B.

Ciao

gnutim
Scritto il 17 Marzo 2014 at 14:33

la francia inflazione +1,1……

chissà quali sono i contributori maggiori dato che sono nella cacca…

Non dovrebbe essere il comparto energia dato che loro hanno il nucleare, mah…

john_ludd
Scritto il 17 Marzo 2014 at 15:03

In ogni caso l’inflazione come comunemente intesa è una convenzione frutto di una misura su un paniere di beni la cui composizione è soggettiva e soprattutto è soggettiva la composizione della spesa individuale e quindi il tasso di inflazione è differente per ognuno di noi. Senza troppi sofismi, nel nostro disgraziato paese le uniche voci rimaste con il segno più sono le gabelle regolamentate come le autostrade dato che lor signori hanno necessità di qualche denaro in più per ripagare gli investimenti (fatti e non fatti). Continueremo così a pagare per il mantenimento di infrastrutture private legate a un mondo che sta sparendo. Di questo passo, dato che il consumo chilometrico è in calo da 20 anni, dovranno portare la gabella a livelli astronomici. L’anti democratica Svizzera sotto il controllo di poteri occulti dove osano fare referendum non volendo capire che tutti i referendum sono da ora in poi VIETATI ha autostrade dove puoi percorrere tutti i km che ti pare pagando una gabella di 30 euro l’anno. Naturalmente nessuno in Svizzere ha mai pensato di vendere le autostrade a Benetton; che coglioni gli svizzeri, mica come gli itaGLIani che sono dei dritti.

john_ludd
Scritto il 17 Marzo 2014 at 15:24

oggi la nostra borsetta è a +2% la migliore della galassia da qualche mese e l’euro a 1,395 pronto a sfondare il muretto dei 1,40 e poi chissà verso nuovi orizzonti, oltre la velocità della luce. Naturalmente se la borsetta sale (insieme alla collega borsetta alla paella) allora l’euro sale e Super Mario l’unica cosa che può fare è guardare la TV. Volevo comprare dei dollari ma ora rimando, magari nonna Yellen non taperizza e me lo trovo a 1,50. Si chiama MELT UP, borsa italiana, borsa USA, euro, tutto nella stratosfera. Viva, effetto ricchezza, tutto risolto.

PORTELLO
Scritto il 17 Marzo 2014 at 18:25

Ciao John, hai sentito parlare di Masdar
http://it.wikipedia.org/wiki/Masdar
http://www.masdarcity.com/en/

credi sia un progetto valido che potra’ essere d’ esempio per noi?
certo secondo alcuni dati riportati ha un costo di 22 miliardi e ospitera’ un po piu’ di 50mila persone…
magari se col tempo i costi si riducessero di un bel po sarebbe replicabile e rappresenterebbe una nuova visione?

john_ludd
Scritto il 17 Marzo 2014 at 18:39

PORTELLO,

sì certo. Progettone ambizioso già impantanato nella sua irrealizzabilità come si comprende da questo post e malgrado gli sceicchi locali nuotino nei soldi. L’autore ne aveva scritto uno in precedenza nel quale aveva toni entusiastici poi dopo un pò è andato a verificare e ha trovato poco di quanto annunciato. Le rinnovabili non saranno mai in grado di sostituire più del 20% dell’attuale produzione da fossile; aggiungi un 10% di idroelettrico e questo è il limite superiore. Non esiste alternativa a consumare molta ma molta meno energia. Più rapidamente consumiamo quella che resta, più rapido sarà l’aggiustamento con tutto quel che ne consegue. Sorry, ma tenere la testa accuratamente sepolta nella sabbia non muta la realtà la fuori.

PORTELLO
Scritto il 17 Marzo 2014 at 20:51

Grazie per il documento, molto interessante
Esiste una lista dei paesi meglio preparati al cambiamento? (a parte quelli che non hanno avuto industrializzazione)
E qual e’ il movimento piu’ importante che studia e si batte per questo cambiamento?

Sarebbe bello a questo punto supportarlo o altrimenti organizzarne uno…tu ci staresti John assieme ad altri esperti a farne parte?

ilcuculo
Scritto il 18 Marzo 2014 at 09:56

john_ludd@finanza,

… a chi mette la testa sotto la sabbia , tendenzialmente, resta scoperto … il culo

I sondaggi di I&M

QUATTRO SCENARI PER IL 2024

View Results

Loading ... Loading ...