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IL GRANDE TERZO INCOMODO
Buongiorno cari lettori.
Sono di ritorno da un week end passato a bruciacchiarmi al sole (che libidine, in Liguria sembrava di essere a Luglio…). Un week end di relax ma anche di letture, buona parte delle quali di matrice finanziaria (sono proprio un vecchio malato…). Detto questo (e consapevole del fatto che a voi non ve ne fregherà minimamente che sono bruciacchiato…) volevo far luce su uno scenario che il mercato, secondo me, sta sottovalutando in modo clamoroso, uno scenario però che ha dei margini di rischiosità notevoli.
Ricorderete molto probabilmente un post scritto in data 9 gennaio (che riprende anche altri post) dove parlavo del “Rischio collasso” . Consiglierei ai lettori di ridarci una guardatina…
In questo post parlavo di due grosse crisi che incombevano sui mercati finanziari:
-Crisi del mercato immobiliare
-Crisi del mercato del credito
Il tempo , poi , mi ha dato pienamente ragione., questi timori sono diventati realtà. Due gravi crisi che, in questo momento non hanno ancora trovato soluzione. E questo sarebbe già un ottimo motivo per essere quantomeno preoccupati per lo scenario economico globale.
Ma oggi siamo qui per parlare di un altro grande rischio che il mercato sta clamorosamente sottovalutando.
Si tratta della possibilità di avere a che fare con una grande crisi energetica.
Crisi energetica: ma quanto pesa?
Goldman recentemente ha sparato un target forse esagerato: 200$/bar. Io ho ipotizzato un più prudente ma realistico target a 144 $/bar. ma signori, ragioniamo un attimo. E’ normale che con un WTI a questi livelli le borse continuino a recuperare terreno?
Anzi, mettiamola in un altro modo: Avete idea quanto va ad influire sull’aumento del PIL USA una crescita di prezzo del WTI di 10 $/bar? Pesa per lo 0.4%. Ora, da inizio anno il petrolio ha preso circa 20 $/bar. E fu così che ci siamo fumati lo 0.8% del PIL USA: E’ il caso di festeggiare? Direi proprio di no…
Nuovi massimi
Intanto siamo a 126$/bar, il 10% in più da inizio maggio. E’ bolla piena. Saltano fondamentali, previsioni, logiche e realtà. Lo conferma anche la dimensione “volumetrica” della speculazione: ogni giorno si scambia su “carta” 550 milioni di barili, mentre il greggio reale estratto effettivamente è pari a 85 milioni di barili. Non male direi…La situazione è sfuggita di mano. E ci sono i presupposti per fare dei danni non indifferenti. E gli effetti ricadranno su tutto il mondo, industrializzato e non, ricchi e poveri. Anzi, soprattutto ricadrà su questi ultimi.
STAY TUNED !