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IL FASCINO DISCRETO DEL BOND SUBORDINATO
Con i rendimenti al tappeto, tutti sono a caccia di occasioni sul mercato obbligazionario. La gente non sa può come investire quella fetta di denaro denominata “risparmio” che deve essere investita senza rischiare e con buoni rendimenti. Le obbligazioni emesse dalle Banche, apparentemente garantite dallo Stato, sono le più analizzate e tradate. Si può quindi parlare di obbligazioni subordinate.
Ma spesso e volentieri si va incontro a delle emissioni etichettate con delle strane sigle o diciture. Ritengo però fondamentale fare luce su questa questione, visto che spesso e volentieri la gente compra bovinamente senza sapere a cosa va incontro.
Anche in questo caso è un’email a darmi lo stimolo a scrivere questo post. E’ stavolta l’amico SandyL (amico o amica?) che mi chiede delucidazioni sull’argomento, dopo aver letto un articolo sul Sole 24 Ore.
Ed io ne approfitto per fare un po’ di luce su questa importante questione.
Premessa: le banche italiane, rispetto a quelle inglesi ed americane, si trovano in una situazione più serena. Ce lo dice il mercato, ce lo dice il fatto che il fatidico “Tremonti bond” verrà utilizzato ben poco, ce lo dicono i corsi delle obbligazioni. Ma occorre sempre usare prudenza coi bonds, anche perché in questi anni, finalmente, la gente ha capito una cosa fondamentale. rischio finanziario.
Non è vero che il mercato obbligazionario è meno pericoloso di quello azionario. Spesso il rischio finanzario viene percepito dall’obbligazionista in modo errato.
Difatti in caso di default la perdita su un bond può essere pari al 100%. Dico questo perché per molti, fino a qualche anno fa (diciamo…prima del default Argentina) era luogo comune pensare che con i bonds, comunque andassero le cose, il capitale era garantito e che a scadenza ci sarebeb stato il rimborso del capitale a 100. E se le cose andavano male…beh… ci si rimetteva magari solo gli interessi.
Quale più grande falsità! Ovviamente non è così. Chiedere ai possessori dei Cirio o Finmatica Bonds, per esempio…
I gradi di subordinazione
Quindi i bonds sono rischiosi. Punto. Ma è possibile, nelle stesse emissioni di un istituto di credito (visto che in questo caso parliamo di bonds bancari), poter fare una “scala dei valori”, ovverò un diverso grado di rischiosità, in caso di default. Definiamola pure come una classifica di affidabilità. E come è normale che sia, i prestiti “bad quality” hanno rendimenti maggiori.
Ecco qui in sintesi una “classifica” dei diversi livelli di rischio dei bonds subordinati:
SENIOR
Prestito tradizionale, non subordinato. Qualitativamente il migliore di tutte le altre emissioni dell’istituto e sono i primi ad essere rimborsati.
TIER 3
Stanno un gradino sotto ai Senior in quanto possono prevedere la sospensione del pagamento delle cedole. Sono poco usati.
LOWER TIER 2
Questi invece sono molto comuni. In caso di default, vengono pagati dopo i senior.
UPPER TIER 2
Siamo in peggioramento. Qui l’emittente può non pagare la cedola, la quale va ad accumularsi con quelle future, anche se non c’è insolvenza.
TIER 1
Auguri… Qui la subordinazione è MASSIMA: diciamo che l’emittente può faer un po’ quello che vuole. Sospendere il pagamento di cedole, ritardarne il pagamento… Non può non pagare il rimborso, in quanto sono spesso “perpetual” ma l’emittente può decidere di rimbaorsa quando vuole il capitale.
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Tra tutte queste ipotesi, la più comune come subordinazione è sicuramente la LOWER TIER 2.
Io personalmenet punto sempre sui Senior per ovvi motivi, e…se si è disposti a rischiare un po’, sul Lower TIer 2. L’importante è sapere sempre a cosa si va incontro.
STAY TUNED!